Con Andrea Giurato, CEO di Stow Your Bags, abbiamo parlato della prima soluzione innovativa al mondo per il deposito bagagli che facilita i turisti e i viaggiatori fornendo un posto sicuro dove poter lasciare i propri bagagli mentre godono la bellezza delle nostre città.
1. Da dove nasce l’idea di Stow Your Bags?
Il progetto di Stow Your Bags è nato nel 2015. Da circa vent’anni gestiamo affitti turistici a Roma e i clienti delle nostre case ci chiedevano spesso di lasciare i loro bagagli presso il nostro ufficio al momento del check-out per approfittare di qualche ora in più prima di ripartire. Da qui, come primo step, abbiamo aperto un deposito bagagli con staff presente in negozio ma subito, visto il successo, ci siamo messi al lavoro per cercare di trovare delle soluzioni più tecnologiche e replicabili. È nato così, nel 2016, il primo deposito bagagli interamente automatizzato con lockers.
I clienti sono più contenti di poter gestire integralmente da soli il processo di ritiro e deposito. A differenza dei classici servizi delle stazioni, infatti, i tempi di attesa sono molto più snelli, la disintermediazione dà una maggiore sensazione di sicurezza e i costi sono più contenuti. Poi chi ha depositato una valigia può tornare tutte le volte che vuole ad aprirla per prendere un oggetto, piuttosto che dover chiedere a un addetto di portargliela e consegnarla di nuovo.
2. Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?
L’automatizzazione implica di per sé un team ristretto: i soci fondatori, Andrea Giurato e Angelo Falcone, sono affiancati da un team molto giovane, l’età media è under 30. Le competenze sono diverse: c’è chi si occupa dello sviluppo del marchio, chi segue l’avviamento dei nuovi negozi, poi c’è ovviamente una grande attenzione al servizio di customer care per assistere il cliente in ogni suo bisogno. I nostri depositi sono si automatizzati ma i nostri clienti possono contattarci in ogni momento semplicemente premendo un bottone all’interno dei nostri depositi bagagli.
3. Come siete riusciti a realizzare il progetto Stow Your Bags?
Nella nostra attività si intrecciano competenze diverse. C’è la parte ‘’meccanica’’, cioè l’installazione fisica degli armadietti, progettati appositamente dopo aver condotto uno studio sulle diverse necessità dell’utenza; poi c’è il software, studiato per interagire con più sistemi, in modo da consentire tutte le funzioni necessarie, l’apertura e chiusura automatica degli armadietti, la prenotazione e il pagamento, il controllo a distanza e l’intervento da remoto. È un sistema complesso che ci permette di offrire un servizio semplice e flessibile: si può prenotare sul nostro sito o direttamente passando in uno dei nostri negozi, grazie a un touch screen attraverso il quale si possono inserire i dati fondamentali per avviare una prenotazione pagare con carta di credito. È possibile comprare delle fasce di orario abbastanza variegate a seconda delle necessità del cliente, da un’ora fino anche 30 giorni di locazione dell’armadietto.
4. Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?
La principale è probabilmente quella di reperire i capitali: in Italia, purtroppo, si scommette ancora molto poco su idee innovative e sui giovani. Ma nel nostro paese la difficoltà di trovare capitali riguarda tutti i livelli, è un problema che hanno anche le aziende più grandi e consolidate.
5 Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?
È ovviamente fondamentale avere una buona idea, creare un buon prodotto, ma poi tutto va studiato e seguito con cura e nei dettagli: non sono ammesse ‘’improvvisazioni’’. Ma soprattutto, quello che conta è essere precisi, tenaci, e crederci davvero: non arrendersi di fronte alle difficoltà, che possono essere davvero tante ed estenuanti.
6. Quali mercati internazionali pensate siano più̀ attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più̀ facilmente investitori o finanziamenti?
Lavoriamo molto col turismo, quindi per noi sono attrattivi tutti i paesi europei con un flusso turistico forte, anche se la nostra esperienza ci dice che anche la clientela business sta crescendo molto. Diciamo che non ci poniamo limiti geografici…
Per quanto riguarda i capitali, invece, ci piacerebbe reperirli in patria, ma se non fosse possibile non esiteremmo a cercarli su mercati esteri.
7 Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità̀ ed un vantaggio competitivo per una startup?
Il problema delle start up può talvolta essere quello di una certa improvvisazione, ma se vuoi lanciare un prodotto o un servizio di successo devi avere un livello di preparazione in molti campi, perché’ “genio e sregolatezza” non vanno lontano. Una buonissima idea può essere bruciata da una cattiva realizzazione. Quindi si, può essere utile un ‘’tutoraggio’’, specie quando si muovono i primi passi, che sono i più importanti e anche quelli nei quali è più facile sbagliare. Nel nostro caso è diverso: avevamo già una esperienza di molti anni nel business turistico, che ci ha permesso di affrontare l’avventura di Stow Your Bags con una base di preparazione abbastanza consolidata.
8 Obiettivi per il futuro?
Oggi, a tre anni e poco più di distanza dall’apertura del primo negozio Stow Your Bags, abbiamo una rete di 18 depositi bagagli attivi, e in continua espansione perché presto saranno 25. Ci stiamo muovendo su due direttrici di sviluppo, una diretta e una in franchising. Stiamo ricevendo molte richieste di aperture in franchising: Budapest sarà la prima città, poi arriveranno Malta e Bilbao e stiamo trattando per Cipro e Atene. Madrid e Barcellona sono le altre mete estere già presidiate con due depositi ciascuna, gestiti direttamente da noi, la Francia è la prossima terra di sviluppo dove è già nata una controllata locale. Infine, consideriamo la possibilità di far entrare nuovi investitori, per guardare anche oltre l’Europa.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA