Regusto, l’app contro lo spreco alimentare

Regusto, l’app contro lo spreco alimentare

04 Dicembre 2019 Categoria: Un'Italia da Export

Il tema della sostenibilità è sempre più al centro del dibattito odierno specie quello legato al consumo consapevole del cibo al fine anche di evitare sprechi. In un mondo sempre più diviso da una sperequazione sociale ed economica crescente, sono importanti quei progetti innovativi
tesi a ridurre gli sprechi, le disomogeneità e l’impatto ambientale. 
Con Paolo Rellini, Coo & Co-Founder di Regusto, abbiamo scoperto l’app e piattaforma Made in Italy che contribuisce a prevenire lo spreco alimentare.

Da dove nasce l’idea di Regusto?

L’idea nasce da una riflessione sui numeri dello spreco alimentare in Italia (circa 15 MLD di € in valore) da parte dei due fondatori di Regusto: Marco Raspati e Paolo Rellini, e dalla loro sensibilità verso questo tema. Regusto è un brand della start up Recuperiamo s.r.l., nata nel 2016 con l’obiettivo di proporre soluzioni per prevenire e ridurre lo spreco alimentare, sia in ambito profit che no-profit, agendo nell’ambito dell’economia circolare. L’app Regusto è stata presentata a maggio 2019 al Tuttofood di Milano. Regusto è un’app che mette in contatto ristoranti e locali di vario genere (pizzerie, street food, bar, gastronomie, etc.) interessati a prevenire e ridurre lo spreco alimentare, con utenti interessati ad acquistare piatti da asporto in offerta. Ma Regusto non è solo un’app. È anche un’innovativa piattaforma B2B che consente alle istituzioni della Pubblica Amministrazione, come ad esempio i Comuni, di monitorare e digitalizzare i flussi di donazioni e il recupero delle eccedenze alimentari di supermercati, mense, aziende agricole e ristoranti verso gli Enti No-Profit del territorio, con un triplice vantaggio: aiuta i bisognosi, riduce l’impatto ambientale e produce un effetto positivo per le casse delle pubbliche amministrazioni.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

I due soci fondatori sono:

- Marco Raspati, fondatore e CEO

- Paolo Rellini, agronomo, dottore di ricerca e consulente aziendale, è co-founder e responsabile operativo (COO).

Poi ci sono:

- Flavio Barcaccia, responsabile digital (CIO) e socio.

- Angelo Bruno, responsabile commerciale.

- Carla Rubino, business developer.

- Alessia Ricciai, customer care.

- Pierluigi Fochetti per il digital marketing.

- Ombretta Baglivo del team sales.

- Emanuela Traversini, content manager.

Fondamentale per chi entra nel team Regusto è la passione per il tema della sostenibilità. Le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita dell’impresa sono quelle legate alla comunicazione e allo sviluppo commerciale, accanto all’innovazione tecnologica che accompagna necessariamente il percorso di crescita.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Le principali difficoltà che incontra una start up in Italia sono legate a una burocrazia che distoglie energie e risorse dalle attività principali dell’impresa.e da un ecosistema meno esteso e consolidato rispetto a quello di altri paesi europei.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

I mercati e i Paesi più attenti al tema della sostenibilità sono sicuramente quelli del nord e centro Europa, luoghi ideali anche per lo sviluppo di Regusto. Tali Paesi sono anche quelli più favorevoli ad investire nelle start up (soprattutto se “green”), con operazioni che spesso superano anche di molto il milione di euro. Regusto ha in programma uno sviluppo in aree metropolitane europee dell’Austria, Germania e Svizzera dove ci sono già canali e contatti aperti.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Sicuramente oggi per una start up in Italia ci sono molte opportunità in questo senso. In molte città l’offerta per programmi di incubazione/accelerazione è varia con programmi specifici per i diversi settori e quello del food è uno dei più dinamici. Se la start up è composta da giovani con poche esperienze pregresse diventa fondamentale un percorso di incubazione/accelerazione per ricevere quegli strumenti necessari allo sviluppo dell’impresa. Tale percorso può diventare accessorio o supplementare nel caso di imprese composte da un team più maturo ma in ogni caso rappresenta un valore aggiunto perché dà accesso a competenze e relazioni che integrano e si aggiungono a quelle del team della startup.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Il momento è sicuramente favorevole con diverse opportunità di finanziamento per le prime fasi di sviluppo grazie ai fondi europei. Altro strumento interessante è dato dal crowdfunding con diverse piattaforme che continuano a crescere in termini di campagne chiuse e di risorse raccolte. Fondamentale analizzare il mercato, i competitor e il modello di business che deve essere validato dal mercato in tempi brevi ed eventualmente evoluto. Alla base di tutto in ogni caso rimane la passione, la determinazione e le competenze da parte del team nel settore in cui si vuole operare.

Obiettivi per il futuro…

Il principale obiettivo che abbiamo davanti è quello di far crescere Regusto in maniera importante sia per quanto riguarda la parte B2C (app), che per quanto riguarda la piattaforma B2B-Non-Profit. In questo senso fondamentale sarà lo sviluppo costante dell’area metropolitana di Milano e Roma a cui far seguire l’estensione del servizio ad altre aree metropolitane italiane. Stiamo lavorando a livello strategico e commerciale a importanti collaborazioni con realtà del settore food e tecnologico. L’avvio dell’internazionalizzazione è previsto per la seconda metà del 2020.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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