L’e-commerce rappresenta un canale di vendita ormai imprescindibile per qualsiasi azienda, sia che essa voglia operare sul mercato interno che su quello internazionale. Alfonso Annunziata, CEO & Co-Founder di @E-commerce HUB, evento di cui Exportiamo è Media Partner e che è ormai fra i riferimenti nazionali per gli operatori del commercio elettronico, ci ha fornito un’interessante panoramica sullo stato dell’arte e le prospettive future di quello che può essere definito come “New Retail”.
Quali sono i dati dell’e-commerce in Italia e nel mondo? Quali le principali differenze tra il nostro Paese e gli altri Stati?
L’e-commerce in Italia cresce a doppia cifra ormai da diversi anni. Secondo l’ultima ricerca annuale di Casaleggio Associati, nel 2018 il mercato e-commerce B2C in Italia ha generato un fatturato di 41,5 miliardi di euro, crescendo complessivamente del 18% rispetto al 2017, più di quanto fatto l’anno precedente.
Nonostante questa crescita registrata negli anni, tuttavia, la percentuale di popolazione che acquista online è più bassa rispetto agli altri Paesi europei (ad esempio è del 93% in UK, 91% Paesi Nordici e Paesi Bassi, 88% Germania, 84% Francia e Spagna e 71% Polonia).
A livello mondiale, invece, lo scorso anno il 40% della popolazione (2,81 miliardi di persone) ha effettuato un acquisto online e si stima che entro il 2022 gli acquirenti online raggiungeranno quota 3,2 miliardi. Rispetto alla distribuzione geografica, l’area Asia-Pacifico (con in testa Cina, Giappone e Corea) conferma la sua leadership sul mercato e-commerce mondiale, seguita subito dopo dagli Stati Uniti.
Quindi, anche se un po’ in ritardo, il nostro Paese si sta allineando con il resto del mondo e questo fa ben sperare per il futuro. Con uno sguardo sempre verso Cina e USA, l’e-commerce italiano deve seguire la propria strada, investire maggiormente in formazione e tecnologia e valorizzare maggiormente il Made in Italy e le sue eccellenze.
Il canale dell’e-commerce è da anni in continua ascesa. Perché́ è così fondamentale che le imprese italiane si adeguino alle tendenze del mercato digitale?
Il consumatore e le sue abitudini di acquisto stanno cambiando velocemente, e le aziende devono adeguarsi altrettanto velocemente, per sfruttare tutti i vantaggi che il commercio elettronico offre, fra i quali:
- possibilità di attivare un nuovo canale di vendita, aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7;
- aumento della clientela potenziale, senza limiti geografici;
- automatizzazione di molti processi di vendita.
Tuttavia, l’errore che compie spesso chi si approccia all’e-commerce, è quello di non conoscerne bene tutte le dinamiche e di sottovalutarne le difficoltà. Vendere online non è semplice, infatti circa l’80% dei nuovi e-commerce chiude dopo appena un anno.
I motivi sono diversi, ma principalmente non è chiaro che l’e-commerce è un progetto commerciale, non tecnologico, ed è fondamentale avere una solida strategia di base.
Le strategie digitali sono ormai imprescindibili anche per avere successo all’estero. In che modo possono aiutare concretamente le Pmi che operano oltreconfine?
Per chi si approccia alla vendita all’estero è fondamentale conoscere le dinamiche correlate a quei mercati in termini di preferenze d’acquisto, utilizzo dei devices, pagamenti, fiscalità e logistica.
Un esempio è quello della Cina, che dal 2015 è il primo Paese al mondo per le vendite online. Inoltre, lo scenario e-commerce cinese è totalmente diverso da quello a cui siamo abituati in Europa: nella definizione di una strategia di marketing per il mercato cinese, bisogna tener conto, ad esempio, che Amazon ed eBay sono pressoché irrilevanti, e che Google, Facebook e Twitter non funzionano.
Un’adeguata strategia permette di aprirsi ad un nuovo mercato estero, evitando di sprecare tempo e risorse.
Quali conoscenze e capacità mancano alle Pmi italiane per poter competere online?
Oggi, molto più che in passato, c’è bisogno di competenze trasversali, dal tecnico, al management, al marketing. Vendere online è diverso dal gestire un’attività offline. Come tutte le attività digital, serve passione per l’online, curiosità̀ e attitudine al cambiamento. Per ottimizzare costi e risorse serve essere preparati alle evoluzioni di mercato e saper cogliere innovazioni tecnologiche e potenziali opportunità.
La sfida del retail italiano nei prossimi anni si gioca prima di tutto attraverso la trasformazione delle imprese, adottando tutte le nuove tecnologie disponibili. Poi creando esperienze di acquisto uniche per i consumatori, attraverso l’integrazione di strumenti online e offline, in una strategia multicanale. E infine adottando una nuova forma di cultura fondata su formazione e sperimentazione continua e costante.
In che modo E-commerce HUB può aiutare le imprese nostrane a colmare il gap digitale?
E-commerce HUB è nato cinque anni fa con l’obiettivo di diffondere fra le aziende la cultura del commercio elettronico, e più in generale quella del digitale. In ogni edizione abbiamo lavorato per fornire ai partecipanti una panoramica sulle principali tendenze del mercato, ma soprattutto strumenti pratici da utilizzare sui propri progetti. Lo abbiamo fatto dando ampio spazio alla formazione, con workshop e talk di alcuni fra i maggiori esperti di e-commerce in Italia.
La nostra vera sfida è far comprendere alle imprese le opportunità del digitale, per questo il tema di della prossima edizione è “New Retail”: i nuovi modelli organizzativi prevedono sempre più la fusione fra il commercio online e quello negli store fisici, dando vita a realtà ibride, veloci e innovative. L’integrazione tra canali online e offline (e anche tra differenti canali online) rappresenta la strategia competitiva intrapresa negli ultimi tempi anche dai grandi brand che intendono sviluppare il proprio e-commerce sfruttando la forza della propria rete retail. Il futuro, dunque, non è fatto di nuovi canali di vendita, ma di nuove esperienze di acquisto.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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