Il Paraguay è un Paese con ottime performance economiche: negli ultimi quindici anni ha registrato una crescita economica media annua superiore al 5%, possiede un quadro politico ed economico stabile e una bassa imposizione fiscale. Per questi motivi rappresenta un mercato ideale per le Pmi italiane interessate ad investire e a sviluppare partnership strategiche in quell’area.
Il Paraguay, Paese centrale dell’America Latina popolato da soli sei milioni di persone e senza sbocchi sul mare, aspira a diventare il leader della regione e a competere alla pari con i suoi “ingombranti” vicini, in particolare Argentina e Brasile.
Il Paese sudamericano, infatti, gode oggi di un’economia in continua crescita, e soprattutto di una fase di stabilità politica, raggiunta grazie ad un Governo di stampo progressista.
Il 22 aprile dello scorso anno è stato eletto presidente Mario Abdo Benitez, che nonostante sia figlio di Mario Abdo Benitez (segretario privato di Stroessner, il dittatore del Paraguay dal 1954 fino al 1989) è considerato, dagli analisti locali, tra i riformisti del suo movimento.
Entrato in carica il 15 agosto del 2018 con un mandato di cinque anni, Abdo Benitez è succeduto a Horacio Cartes. Entrambi sono membri dell’ANR-PC (Asociación Nacional Republicana-Partido Colorado), il partito che ha sempre guidato il Paese, anche negli anni della dittatura, con la sola eccezione della presidenza di Fernando Lugo, vincitore nel 2008.
Con gli strumenti legislativi già introdotti dal precedente governo Cartes (legge di responsabilità fiscale, legge per le associazioni pubblico-private, legge sulla trasparenza dei dati pubblici), l’attuale governo dovrà continuare sulla strada delle riforme. Le opere pubbliche presentano ancora un tasso di esecuzione basso, anche se negli ultimi mesi si sta cercando di recuperare i ritardi nel lancio delle necessarie gare e si stanno portando a licitazione circa 1,5 miliardi di dollari di progetti.
C’è ancora molto da fare anche sul piano della lotta alla corruzione, in particolare per quanto riguarda il narcotraffico le sue connessioni con la classe politica, e quello della povertà: circa il 10% della popolazione paraguaiana vive in povertà estrema, mentre oltre il 20% vive al di sotto della soglia di povertà.
Va poi ricordato che stiamo parlando di un Paese ancora molto dipendente dal proprio comparto agricolo dominato da ricchissimi latifondisti che sfruttano la forza lavoro dei poveri contadini da generazioni.Una delle altre principali ragioni delle diseguaglianze presenti nel Paese, risiede nell’assenza di una riforma agraria che dovrebbe almeno parzialmente redistribuire i terreni considerando che il 2% dei proprietari detiene ancora oggi l’85% dei terreni coltivabili. Ma alla piena attuazione della riforma agraria manca ancora un attendibile censimento dei terreni, sul quale il governo attuale dovrà assolutamente iniziare a lavorare.
Ciononostante il Paese vanta un’economia vivace, con una bassissima inflazione, con un Pil in crescita da quindici anni e che oggi viaggia tra il 5 e il 6%, in controtendenza rispetto alle economie di altri Paesi sudamericani. Inoltre, è un Paese estremamente giovane con il 70% della popolazione inferiore ai 35 anni di età.
Il modello economico del Paese è ancora basato da un lato su agricoltura e allevamento, con esportazione di prodotti agricoli non lavorati (soprattutto soia e carne), e dall’altro sul commercio di “riesportazione” anche se si sta avviando con decisione la trasformazione verso un’economia maggiormente industrializzata e strutturata, con la costruzione di impianti di trasformazione delle materie prime, che rendono possibile l’esportazione, sia pur ridotta, di prodotti non tradizionali come tessuti, pellami, legname e a prodotti chimici e farmaceutici. Tra l’altro, in loco è possibile l’apertura di maquila, cioè fabbriche di prodotti destinati all’esportazione, in cui anche gli investitori internazionali possono beneficiare delle opportunità fiscali offerte dalle Zone franche.
La pressione fiscale in generale è molto bassa nel Paese: l’imposta sulle società è del 10% ed anche l’IVA per la maggior parte dei beni e dei servizi è pari al 10% o meno. Inoltre, il Paraguay offre benefici fiscali eccezionali: non si paga nessuna imposta se l’attività si trova fuori dai confini del Paraguay.
Sono tante inoltre le start up che ospita grazie alla politica di accoglienza verso gli stranieri e che lo rendono un luogo ideale per gli investimenti: infatti, l’utile sul capitale investito è pari al 20/22%.
Il Paese sudamericano è anche il primo esportatore mondiale di energia elettrica: si trova nel bel mezzo di una delle maggiori conche idrografiche di acqua dolce al mondo e soprattutto divide col Brasile la centrale d’Itaipú, che è in pratica la maggiore diga idroelettrica della Terra.
Il Paraguay gode anche di una posizione geograficamente strategica, che facilita i commerci con le varie realtà latinoamericane. Se è vero infatti che non ha accesso al mare, il fiume Paraguay offre comunque un interessantissimo sbocco sull’Oceano Atlantico e grazie al sapiente sfruttamento delle idrovie il Paese sudamericano è uno dei campioni della logistica in tutta l’area.
Grazie proprio alla sua posizione geografica al centro dell’America Latina e all’appartenenza al Mercosur, soprattutto dopo la firma dello storico accordo di libero scambio tra l’UE ed il blocco latinoamericano, di cui fanno parte anche Brasile, Argentina ed Urugay, il Paraguay costituisce un “hub” industriale e logistico di primissimo interesse per le imprese interessate a fare business in questo mercato che complessivamente conta oltre 300 milioni di consumatori.
Rapporti con l’Italia
I vantaggi offerti dal Paraguay, insomma, sono numerosi, e diversi Italiani infatti hanno deciso di trasferirvisi: secondo una statistica dell’Anagrafe Degli Italiani Residenti all’estero (AIRE) del 2016 i connazionali che risiedono in Paraguay sono circa 10.000.
Anche i rapporti economico-commerciali tra Italia e Paraguay sono in crescita: lo scorso 25 giugno il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha incontrato alla Farnesina il Ministro degli Affari Esteri del Paraguay, Luis Alberto Castiglioni. Si tratta del terzo incontro fra i due Ministri (uno dei quali si è tenuto in Paraguay nel febbraio scorso) che stanno attivamente lavorando insieme per intensificare la collaborazione bilaterale e per imprimere un salto di qualità alle relazioni fra Italia e America Latina. In particolare, sono state discusse le possibilità di investimento per le imprese italiane in Paraguay, specie nel settore delle infrastrutture dei collegamenti per il trasporto merci combinato, ferroviario e per via fluviale e poi, marittima; opere di notevole importanza per tutti gli Stati dell’area centrale del Sud America.
Tra i settori più interessanti per le nostre imprese, oltre a quello delle infrastrutture, si segnalano anche quelli delle costruzioni e della produzione di manufatti destinati soprattutto al mercato latinoamericano (brasiliano in particolare), ma anche energia e ambiente, trattamento rifiuti, agroindustria, meccanica, tecnologia e innovazione, difesa e sicurezza.
Le opportunità non mancano: adesso sta alle PMI italiane saperle cogliere!
Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
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