Yocabè, la startup che aiuta i brand di moda a vendere online

Yocabè, la startup che aiuta i brand di moda a vendere online

10 Luglio 2019 Categoria: Un'Italia da Export

Con Andrea Mariotti, co-founder e responsabile Brand Partnership di Yocabè, abbiamo parlato della startup che ha appena chiuso un round di finanziamento da 600.000 euro e sta rivoluzionando il mondo della distribuzione del fashion online. Attraverso una piattaforma intelligente Yocabè aiuta i brand di moda a vendere di più e meglio sui principali marketplace online.

Da dove nasce l’idea di Yocabè?

Yocabè nasce dall’idea di portare innovazione in un settore altamente tradizionale come quello del fashion. Questo settore è legato a logiche produttive e distributive che non si sono evolute alla stessa velocità con cui si sono sviluppate le abitudini di acquisto dei consumatori. In Italia in particolare, si nota un certo paradosso, da un lato un numero elevatissimo di eccellenze stimate a livello globale, dall’altro logiche distributive che non essendosi ammodernate, non permettono di servire la domanda globale per queste eccellenze. Yocabè nasce con l’idea di replicare il processo di trasformazione digitale che le Online Travel Agency hanno portato nel mondo del turismo, applicandolo al mondo Fashion e del Retail.

Da chi è composto il team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Al momento il team è composto da 15 persone e l’obbiettivo è di espanderci ulteriormente grazie al round di investimento che abbiamo appena concluso. Le competenze sono variegate e tutte vitali per YOCABE’, se devo segnalare le più cruciali per la realizzazione del nostro progetto direi:

- Creazione di contenuti digitali efficaci (multi-lingua e multi-canale).

- Logistica, laddove la gestione multi-magazzino diventa l’elemento fondamentale per lo sviluppo internazionale.

- Gestione dei prezzi, grazie a un algoritmo proprietario siamo in grado di determinare il miglior prezzo di vendita per ciascun canale, tenendo in considerazione le marginalità attese e la competizione.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Parlando del mondo B2B, che ci riguarda da vicino devo riconoscere che la diffidenza è molto diffusa ma questo è comprensibile. Se dovessi identificare la maggiore difficoltà per una startup punterei sulla lungaggine dei processi decisionali all’interno delle grandi aziende. Una startup ha bisogno di tempi rapidi per testare il servizio e adattarlo alle necessità del mercato, spesso capita che aziende molto promettenti falliscano nell’attesa di una risposta da parte di un big player.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori?

Ovunque ci sia domanda di acquisto online di prodotti italiani di alta qualità, vediamo una grande opportunità per YOCABE’. Nel 2019 abbiamo iniziato le attività di vendita sul mercato degli USA e nei prossimi mesi puntiamo ad integrare anche la Cina e il mercato asiatico.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un vantaggio competitivo per una startup?

La nostra esperienza all’interno di PiCampus è stata molto importante per la definizione finale dell’attuale modello di business. Ci ha permesso di ricevere un feedback dall’esterno molto approfondito e di mettere in discussione alcune certezze che ci distraevano dal giusto percorso.

Quale consiglio dareste ai giovani Startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per validare il più possibile la realizzabilità dell’idea che hanno in mente. Solo dopo un attento processo di validazione, consiglio di buttarsi a capofitto nel progetto. Non esiste differenza nel farlo in Italia o in un altro Paese.

Obiettivi per il futuro?

Raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2020 e continuare l’espansione, diventando un punto di riferimento per il Made in Italy in tutto il mondo.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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