Con Marco Buoso, founder della startup di Monza, abbiamo parlato della rivoluzionaria app nata per tutelare il Made in Italy sui mercati internazionali grazie all’utilizzo innovativo della realtà aumentata.
Da dove nasce l’idea di Realia?
Nel Novembre 2012 durante una missione lavorativa tra Cina e Australia, vivevo in un appartamento e per questo avevo la necessità di fare la spesa e cucinare. Ciò che mi colpì fu il fatto che al supermercato era davvero difficile trovare prodotti italiani autentici: tra prodotti “private label” ed altri con etichette poco chiare non si era mai sicuri di cosa si stesse acquistando. Ciò che invece non mancava era il fenomeno dell’Italian Sounding, con decine di prodotti imitazioni dei prodotti italiani. Capii subito che tale fenomeno costituiva un ostacolo per i consumatori che volevano acquistare il vero Made in Italy, anche perché nessun consumatore ha troppo tempo e voglia di indagare sull’origine e l’effettiva autenticità del prodotto che vorrebbe acquistare. Inoltre al di fuori dei circa 50 top brand italiani, il resto dei prodotti esportati dalle nostre PMI non sono famosi all’estero e di conseguenza c’è il rischio che tali prodotti possano facilmente essere confusi con altri non autentici e non italiani (ma che magari lo sembrano). Anche i marchi Made in Italy più blasonati d’altro canto devono superare la sfida di poter comunicare attivamente con il consumatore per motivarlo nella scelta dei propri prodotti rispetto alle imitazioni, anche perché la vendita dei prodotti Italian Sounding genera una concorrenza sleale ed una diminuzione di fatturato e ROI sulle operazioni di export e internazionalizzazione intraprese dalle aziende italiane che esportano.
Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?
Siamo nove persone tra soci e collaboratori. Le competenze indispensabili sono: lungimiranza e sicuramente le abilità tecniche d’avanguardia per lo sviluppo del nostro prodotto che deve sempre rimanere “at the cutting edge”, per essere attrattivo per i consumatori e di conseguenza per le aziende italiane. Basti pensare che in 18 mesi abbiamo lanciato 3 importanti aggiornamenti, l’ultimo ci permette di acquisire i dati relativi alla Blockchain e di riconoscere i veri prodotti italiani inseriti a sistema semplicemente dalla confezione ed offrendo all’utilizzatore contenuti in Realtà Aumentata molto coinvolgenti.
Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?
Seguiamo molto il mondo delle startup e in linea generale credo che ultimamente si tenda a valutare una startup italiana con troppo rigore “nord-europeo” dimenticandosi che siamo un Paese di “fantasisti” in cui non sempre si riescono ad esprimere tutte le potenzialità di un progetto all’interno di un foglio excel.
Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business?
Pensiamo che per il nostro servizio i paesi più interessanti siano quelli con il più alto tasso di persone amanti del “Made in Italy”. La Cina è molto vasta ed ha una popolazione davvero molto numerosa, i prodotti Italiani laggiù, soprattutto quelli “high-end” sono molto amati e richiesti indipendentemente dal settore merceologico. Così come il Giappone, i giapponesi sono un popolo che ama molto l’Italia e tutto ciò che è Italiano. Infine USA, UK, Germania, Francia, Canada sono sicuramente mercati “storici” e consolidati dove i nostri prodotti sono sempre molto apprezzati e ahimè anche molto molto imitati. Proprio per la loro storicità sono i mercati dove l’Italian Sounding si è sviluppato di più e di conseguenza, le imprese che vi esportano prodotti finiti nei settori agroalimentari e beni di consumo, devono tutelarli e promuoverli contro la concorrenza sleale generata da queste imitazioni. Realia permette alle aziende italiane di rendere i loro prodotti istantaneamente distinguibili rispetto ai prodotti Italian Sounding e in aggiunta comunica al potenziale cliente tutte le peculiarità di quel determinato prodotto fornendo delle motivazioni per essere scelto.
Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?
Sicuramente, durante il processo di sviluppo di un’idea avere punti di vista esterni di persone esperte è di fondamentale importanza per non commettere errori e guadagnare tempo. Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia? Si potrebbe scrivere un libro sull’argomento… sicuramente di guadagnarsi, con la conoscenza, il diritto di poter essere degli innovatori in quel determinato settore.
Obiettivi per il futuro…
Realia è già il sistema di riferimento utilizzato da oltre 100.000 consumatori esteri (Cina inclusa) per discriminare se un prodotto che sembra Made in Italy lo è realmente. Ora la più grande sfida è conquistarsi la fiducia di tutte le imprese italiane che esportano prodotti finiti nei settori agroalimentare e beni di consumo (circa 120.000). Da settembre 2018 già più di 50 ci hanno scelto, tra cui anche grandi ed importanti aziende.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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