Con l’Ambasciatore romeno in Italia, George Gabriel Bologan, abbiamo parlato delle relazioni privilegiate che intercorrono fra Roma e Bucarest e delle imperdibili opportunità offerte dal business climate dello stato dell’Europa centro-orientale.
Quali sono le principali caratteristiche del mercato rumeno?
La Romania è il secondo mercato più grande dell’Europa Centrale ed il più grande dell’Europa Sud Orientale, con una crescita economica sostenuta che la posiziona al primo posto in Europa. Nel 2017, i dati Eurostat mostrano un aumento del PIL della Romania pari al 6,9% e le nostre stime sull’andamento dell’anno corrente superano il 6%, il livello più alto previsto per uno Stato membro dell’UE. Tra i più importanti punti di forza dell’economia romena vale la pena citare: l’accesso alle rotte di navigazione che collegano il Mar Nero al Mare del Nord; l’ampia disponibilità di specialisti altamente qualificati nei settori dell’IT e dell’ingegneria; elevato livello di conoscenza delle lingue straniere; una moltitudine di risorse naturali (petrolio, gas, ecc.) e vasti e fertili terreni agricoli; un enorme potenziale turistico ed una struttura industriale diversificata. Gli investitori stranieri beneficiano di una legislazione attraente, basata sull’accesso libero e non discriminatorio al mercato e sulla fornitura di incentivi e sgravi fiscali. Il regime fiscale della Romania è tra più favorevoli a livello europeo, con una tassa sui profitti del 16%, ben al di sotto della media europea del 22%. L’imposta sul reddito delle persone fisiche è scesa al 10% dal 2018 e l’IVA è stata recentemente ridotta dal 24% al 19% (per alcuni prodotti e servizi, il livello IVA è del 5%). D’altra parte, in alcune regioni del Paese, vi è una carenza di manodopera qualificata in alcuni settori, motivo per cui il governo presta sempre più attenzione alla formazione professionale. Allo stesso tempo, siamo consapevoli e stiamo lavorando per migliorare le nostre infrastrutture, in particolare quelle attinenti al settore dei trasporti, campo in cui l’expertise degli imprenditori stranieri è particolarmente utile.
Quali sono i rapporti politici e commerciali che intercorrono fra Romania e Italia?
Le relazioni bilaterali sono ad un ottimo livello sia sul piano politico che economico svolgendosi nel quadro del Partenariato strategico consolidato, giunto al decimo anno di vita. Sono lieto di sottolineare il fatto che le affinità storiche, culturali e linguistiche, così come la comunità romena in Italia e quella italiana in Romania, rappresentano veri e propri pilastri in quella che possiamo definire una relazione bilaterale privilegiata. I nostri Paesi sono anche partner all’interno dell’Unione europea ed alleati strategici nella NATO, condividendo molte sfide comuni, ma anche posizioni e soluzioni comuni in molte questioni di politica europea ed internazionale. Le relazioni economiche e commerciali possono essere considerate eccellenti, tenendo presente il fatto che l’Italia è il secondo partner commerciale della Romania, con una quota del 10,8% sul totale del commercio estero romeno. Alla fine del 2017, il valore complessivo dell’interscambio commerciale Romania-Italia ha superato i 14,6 miliardi di euro, in aumento del 7,62% rispetto al 2016, il valore più alto degli ultimi dieci anni. Inoltre, questo trend di crescita è stato confermato all’inizio di quest’anno, secondo gli ultimi dati del Ministero per l’Imprenditoria e il Commercio. La bilancia commerciale è equilibrata, rispettivamente con un valore totale delle esportazioni romene di 7,03 miliardi di euro e delle importazioni di prodotti italiani in Romania di 7,58 miliardi di euro nel 2017.
È ben noto l’interesse delle imprese italiane nei confronti del mercato romeno, interesse confermato dal valore del capitale investito pari a 2,36 miliardi di euro e dal numero di società romene con capitale italiano (45.661 società, di cui 23.446 attive). Un altro aspetto delle relazioni economiche e commerciali è rappresentato dalla crescente iniziativa imprenditoriale dei romeni in Italia. Secondo i dati di Unioncamere e Cerved, nel 2017 si contavano oltre 24.000 società di capitali e di persone costituite da cittadini romeni e ben 49.317 imprese individuali risultavano registrate presso il Registro Italiano delle Imprese.
Quali sono le prospettive economiche del Paese per i prossimi anni?
L’economia della Romania continua ad avere ottime prospettive di crescita a tal punto che di recente sia la Banca Mondiale sia il Fondo Monetario Internazionale hanno rivisto al rialzo le stime di crescita economica per il 2018. Le previsioni rimangono ottime anche per il 2019 e per il 2020, con una crescita stimata superiore al 4%. Questi dati si riflettono anche sul tasso di disoccupazione che nel mese di aprile 2018 ha toccato il 4,6%, il minimo storico. Voglio inoltre ricordare che la Romania è un Paese candidato per aderire all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), con un dossier ben apprezzato secondo le valutazioni della stessa organizzazione e degli Stati membri. Su questo tema facciamo affidamento anche sull’importante supporto dell’Italia.
Quali sono i prodotti italiani più apprezzati dai consumatori locali e qual è la percezione del Made in Italy nel Paese?
L’Italia è conosciuta ed apprezzata in Romania per l’eccellente tradizione gastronomica e per la spiccata capacità innovativa nei settori della moda e del design. Allo stesso tempo, i dati sulle importazioni di prodotti italiani, riguardo all’anno 2017, indicano che i principali settori interessati sono: macchinari, apparecchi e attrezzature elettriche (22,3%), metalli e prodotti in metallo (16,4%), tessuti e articoli tessili (14,6%). Sono stati inoltre importati materie plastiche, gomma e articoli (7,9%), prodotti chimici (7,1%), pellame grezzo/conciato, pellicce e articoli relativi (6,8%), veicoli e attrezzature per il trasporto (5,8%), scarpe e accessori (3,4%), etc.
Quali suggerimenti darebbe agli imprenditori italiani intenzionati a investire in Romania: quali sono i settori più redditizi e quelli in maggiore espansione?
In primo luogo, ogni investimento dovrebbe essere basato su un’attenta e dettagliata ricerca di mercato, utilizzando le informazioni fornite dalle istituzioni romene in Italia: mi riferisco agli Uffici di Promozione Commerciale ed Economica presso l’Ambasciata di Romania a Roma, rispettivamente presso il Consolato Generale della Romania a Milano. D’altra parte, gli investitori italiani hanno a loro disposizione anche la rete delle istituzioni italiane in Romania con competenze in ambito economico come l’Ambasciata d’Italia a Bucarest e l’Agenzia ICE di Bucarest, oltre alle organizzazioni dei patronati, ovvero le associazioni di rappresentanza delle imprese. In termini di settori che possono presentare un maggiore interesse per gli uomini d’affari italiani citiamo: IT, che contribuisce anche allo sviluppo dell’industria 4.0; automotive, settore che rappresenta il 10% del PIL, il 50% delle esportazioni romene e coinvolge 600 fabbriche; settore aerospaziale, in cui la Romania vanta un’esperienza riconosciuta a livello internazionale. Inoltre, d’importanza strategica sono considerate anche l’industria bio, che ha ottime prospettive di sviluppo, l’industria agricola e le industrie creative.
Può fornirci alcune informazioni sulla business etiquette che è bene tenere in considerazione se si opera a Bucarest e dintorni?
Non ci sono differenze significative riguardo alla condotta negli affari: fare business a Bucarest può essere paragonabile a farlo a Roma o Milano. Ciò è la prova che le nostre radici latine comuni rendono più facile anche la nostra collaborazione da un punto di vista commerciale.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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