Woolf, il braccialetto anti-multe è Made in Italy

Woolf, il braccialetto anti-multe è Made in Italy

30 Maggio 2018 Categoria: Un'Italia da Export

Federico Tognetti, cofondatore ed amministratore delegato di Woolf, ci ha presentato il primo dispositivo al mondo dedicato alle due ruote che può essere indossato. Stiamo parlando di un braccialetto in grado di fornire al conducente importanti segnalazioni per una guida più sicura, più serena, senza distrazioni e senza multe.

Da dove nasce l’idea di Woolf?

Woolf nasce dalla nostra passione per il mondo delle moto e dalla volontà di garantire ai motociclisti strumenti per rendere più serena e piacevole l’esperienza di guida. In auto possiamo contare su numerosi dispositivi, siamo in un ambiente controllato, volevamo un prodotto specificamente concepito per la guida sulle due ruote.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il nostro team è formato dai tre soci fondatori che hanno maturato esperienze consolidate negli ambiti della strategia aziendale, delle architetture software e dell’integrazione tecnologica. A questi si aggiungono giovani risorse che apportano energie nelle aree della comunicazione, del servizio clienti, dello sviluppo software e della grafica. Infine, possiamo contare su strette collaborazioni con professionisti della creatività e del design di prodotto. Le competenze più importanti per lo sviluppo della nostra idea sono la capacità di immaginare nuove soluzioni ai problemi noti così come saper definire esperienze di utilizzo semplici e soddisfacenti.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Un limite è la scarsa conoscenza delle logiche di crowdfunding che sono state il trampolino di lancio di moltissime realtà, soprattutto negli Stati Uniti. Un’altra difficoltà sono i pesanti adempimenti burocratici a cui si è sottoposti al pari delle aziende consolidate e che male si sposano con la necessità di essere veloci e flessibili. Ulteriore limite è l’assenza di un regime fiscale davvero agevolato considerato che una start up investe quasi tutte le sue risorse nella ricerca e deve essere in grado di far fronte a possibili errori durante la ricerca di un modello di business vincente.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

I mercati maggiormente attrattivi per il nostro business sono principalmente quello europeo e americano mentre le aree più favorevoli per la ricerca di investimenti sono, secondo noi, la Svizzera e gli Stati Uniti.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità̀ ed un vantaggio competitivo per una startup?

La scelta può dipendere dallo stato di maturità professionale del team e, qualora vi siano competenze in più discipline e sufficiente esperienza, si può valutare di accorciare i tempi ed anticipare il confronto con il mercato. Un elemento positivo dei programmi di incubazione ed accelerazione è il confronto con le altre realtà impegnate nello sviluppo dei propri progetti che può portare a nuove idee ed interessanti contaminazioni.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Il consiglio migliore che possiamo dare è quello di non innamorarsi della propria idea al punto di difenderla anche a fronte di segnali negativi da parte del mercato. Serve il coraggio di portarla di fronte al potenziale target di consumatore per poi raccogliere impressioni e suggerimenti al fine di correggerla: non è infatti produttivo e consigliabile investire tempo e risorse per realizzare qualcosa che potrebbe non essere in linea con la domanda.

Obiettivi per il futuro?

Per il futuro intendiamo concentrarci su nuovi prodotti, anche mediante partnership con terze parti le cui soluzioni, opportunamente adattate, possano essere integrate all’interno della nostra piattaforma tecnologica al fine di aumentare la gamma di soluzioni per la mobilità intelligente.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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