Nutribees, la startup del mangiar bene a domicilio

Nutribees, la startup del mangiar bene a domicilio

16 Maggio 2018 Categoria: Un'Italia da Export

Oggi abbiamo il piacere di ospitare un’intervista con Giovanni Menozzi, cofounder di NutriBees, startup nata con un obiettivo ben preciso: aiutare chi non ha tempo e/o capacità culinarie adeguate a mangiare sano nella frenetica vita quotidiana.

Da dove nasce l’idea di Nutribees?

L’idea di Nutribees nasce dall’esigenza di offrire un servizio che aiuti le persone che vogliono mangiare sano ma che non hanno tempo per farlo per motivi di lavoro, di pigrizia o di incapacità in cucina. Vogliamo offrire un servizio che, a differenza degli altri, sia disponibile sull’intero territorio nazionale e sia inoltre altamente personalizzabile. Infatti, una volta a settimana, spediamo a domicilio un pacco contenente i cibi necessari per portare avanti una dieta personalizzata, che studiamo con i nostri clienti sulla base delle info che ci forniscono sulle loro abitudini alimentari. Tutti i nostri piatti vengono preparati utilizzando materie prime selezionate e fresche di stagione ed usiamo un innovativo processo che, tramite abbattimento della temperatura e confezionamento in atmosfera protettiva, permette ai nostri piatti di conservarsi (a 0-4°) per più di 20 giorni come appena cucinati senza l’utilizzo di conservanti e additivi. Per consumarli sono necessari solamente 3 minuti in microonde, forno o padella antiaderente.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Noi fondatori siamo due ragazzi ex compagni di università alla Bocconi, dove ci siamo laureati circa 5 anni fa. Successivamente abbiamo avuto esperienze di lavoro in consulenza e poi come dipendenti in altri startup ma adesso, da circa un anno, stiamo lavorando a questo progetto full time. Non è forse corretto parlare di competenze, dal momento che stiamo ancora imparando, diciamo che in generale quando si tratta di startup è importante riuscire a lavorare bene in team e poi tutto il resto si impara, anche commettendo alcuni errori.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Per noi ma anche per molte altre startup il fatto che in Italia la gente si fidi ancora poco di pagare online con la carta di credito è assai penalizzante. In più in Italia c’è un eccesso di burocrazia ed infine non è semplice trovare finanziatori che supportino le giovani imprese Made in Italy.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Prima di tutto vogliamo consolidarci in Italia. Poi i mercati che vediamo più interessanti per noi sono Francia e Germania e un gradino più in basso c’è il Regno Unito. L’America invece è un mercato difficile perché ci sono già altre startup anche di questo tipo. Infine per il momento non pensiamo all’Asia anche se ci sono dei mercati molto interessanti come Singapore ed Indonesia.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Non abbiamo mai partecipato a questo tipo di programmi che, secondo me, generano un vantaggio solamente per i neolaureati o per chi ha ancora poca esperienza nel mondo del lavoro.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Sicuramente accumulare esperienze prima di lanciarsi in un progetto in proprio e poi mettere in conto che ci saranno dei giorni particolarmente complicati. L’importante è non abbattersi mai e fare attenzione al modello di business che si ha in mente.

Obiettivi per il futuro…

Per il momento consolidarci in Italia, magari chiudendo un piccolo round d’investimento, e solo successivamente iniziare a guardare ad altri Paesi europei.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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