Expatriamo negli Emirati Arabi Uniti: un’avventura ricca d’opportunità

Expatriamo negli Emirati Arabi Uniti: un’avventura ricca d’opportunità

15 Maggio 2018 Categoria: Expatriamo Paese: 

Nel 2016, secondo il Dossier statistico sull’immigrazione 2017 del centro studi Idos (curato insieme alla rivista Confronti), sono stati 1.474 gli italiani che hanno deciso di espatriare negli Emirati Arabi. Scopriamo insieme quali sono i passi fondamentali da compiere per tutti coloro che stanno pensando di trasferirsi per lavorare o fare impresa nello stato della Penisola araba.

Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono una Federazione di sette monarchie assolute e rappresentano la seconda più grande economia del Golfo, appena dietro all’Arabia Saudita.

Essi sono considerati uno degli stati più attraenti a livello globale per i potenziali expat in cerca d’opportunità in ragione di una serie di caratteristiche peculiari, fra cui spiccano tutte le attività di business/lavoro connesse con il settore Oil&Gas.

Non tutti però sanno che il Paese non è solo Dubai ed Abu Dhabi, le due destinazioni più celebri ed “inflazionate”, ma si compone di altri 5 emirati meno conosciuti - Ajman, Fujairah, Ras al-Khaimah, Sharjah e Umm al-Quwain.

Oggi il Paese, nel suo complesso, è considerato un rilevante centro economico mondiale, con un mercato del lavoro dinamico che offre buone prospettive a chi intende lavorare o investire in diversi settori (oltre a quello petrolifero) come finanza, aeronautica e turismo.

Come ottenere un visto per gli Emirati Arabi Uniti?

Per prima cosa è bene sottolineare che i cittadini italiani che abbiano intenzione di recarsi nel Paese per un periodo di tempo limitato non hanno bisogno di espletare alcun tipo di procedura perché saranno forniti di un visto della durata di 90 giorni direttamente in aeroporto all’arrivo negli EAU.

Un discorso a parte invece va fatto per le altre tipologie di visto perché ciascuno dei sette emirati ha delle regole specifiche in materia, anche se le differenze non sono sostanziali. Per questa ragione riportiamo di seguito le procedure “base” da seguire per ottenere un visto in EAU sottolineando che è comunque consigliabile verificare quale sia la procedura specifica per l’emirato prescelto, al fine di evitare qualsiasi tipo di problema. Per maggiori info è bene visitare il sito dell’Ambasciata italiana negli Emirati Arabi Uniti, cliccando qui.

In generale per ottenere un visto lavorativo in EAU è necessario prima trovare un lavoro ma la ricerca di un’occupazione può essere meno semplice di quanto si pensi dal momento che il mercato del lavoro locale è piuttosto selettivo e “premia” principalmente soggetti altamente qualificati.

Dunque se non si è già in contatto o si hanno già accordi con un datore di lavoro prima della partenza bisogna organizzarsi in modo da poter sostenere il maggior numero di colloqui di lavoro nei 90 giorni in cui si può soggiornare nel Paese senza obbligo di visto, magari avvalendosi anche delle pagine gialle locali, in cui è possibile individuare le aziende che operano nel proprio settore di competenza. Una volta ottenuta (ed accettata) un’offerta di lavoro sarà compito del datore espletare le procedure che porteranno al rilascio del visto.

Chi vuole invece recarsi in EAU per ragioni di business può optare per due differenti opzioni:

  • Il visto ad ingressi multipli che viene accordato agli imprenditori che intrattengono un rapporto commerciale con un’azienda locale. Il visto è valido per un periodo di tempo pari a 6 mesi, non è rinnovabile e la durata massima di ogni soggiorno è pari a 30 giorni;
  • Il Mission Visa che viene accordato a soggetti altamente qualificati che abbiano trovato uno sponsor locale vale a dire un’impresa degli EAU che si occupi delle spese per l’ottenimento del visto e di espletare le relative pratiche burocratiche. E’ valido 14 giorni dalla data di emissione e non è rinnovabile.

Il Paese dunque è piuttosto aperto nei confronti degli investitori esteri che guardano con interesse sia alle zone franche presenti negli EAU, aree create per favorire la promozione del commercio internazionale, sia al vantaggioso sistema fiscale emiratino caratterizzato dall’assenza di tassazione sul reddito personale e corporativo. Tuttavia si rileva la presenza di tasse municipali su proprietà, hotel o ristoranti e, a partire dal 1 gennaio 2018, è stata introdotta l’IVA al 5%.

In ogni caso, nonostante il basso livello d’imposizione fiscale, il costo della vita soprattutto nelle principali metropoli del Paese è molto elevato ed in alcuni casi addirittura superiore a quello delle principali capitali europee, soprattutto per quel che riguarda spese connesse con l’affitto/acquisto di un alloggio o per i cibi importati.

Fra gli altri elementi di criticità da considerare prima di trasferirsi nel Paese c’è il fatto che, nonostante la natura abbastanza liberale e una tendenza più occidentale degli EAU rispetto agli altri Paesi dell’area (un esempio su tutti: le donne possono guidare), la cultura locale rimane profondamente diversa da quella europea.

Da non sottovalutare infine l’aspetto meteorologico per la presenza d un clima sub-tropicale arido caratterizzato da un caldo soffocante (nei periodi estivi le temperature possono raggiungere i 50 gradi), forti escursioni termiche e tassi di umidità che, nei mesi estivi, raggiungono anche il 90%.

Nonostante tutto però gli Emirati Arabi Uniti possono essere ritenuti una meta ideale sia per chi è alla ricerca di un’occupazione, come confermato dalla presenza di numerosi residenti stranieri, sia per gli investitori esteri, dal momento che offrono un contesto essenzialmente tax-free e business-friendly.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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