Nell’intervista con Elisa Gera Krull, pronipote del fondatore Hermann Krull e Presidente di Acca Kappa, si è parlato della storia di un’impresa familiare, divenuta realtà industriale: un marchio storico nella creazione di profumi, spazzole professionali e prodotti per la cura e il benessere del corpo.
Ci racconti brevemente la storia della sua azienda…
Acca Kappa è nata nel 1869 da un’idea di Hermann Krull, mio bisnonno: le sue iniziali hanno dato il nome all’azienda. La storia di Acca Kappa è indissolubilmente legata alla storia della nostra famiglia, ma anche la storia con la esse maiuscola che ha lasciato un segno profondo: basti dire che nel corso degli anni la nostra fabbrica è stata espropriata e riacquistata ben due volte. La produzione di spazzole è il nostro core business: negli ultimi anni abbiamo sviluppato linee di profumi, prodotti per la cura e il benessere del corpo. Siamo un’azienda artigianale che ha saputo diventare realtà industriale.
Quali sono gli elementi e le condizioni che ne hanno decretato il successo sul mercato attuale?
Credo che la forza di Acca Kappa sia quella di aver creduto nel valore del Made in Italy, nella qualità e nel rispetto di quella che è la nostra identità: siamo un brand di nicchia, non abbiamo ceduto a compromessi e nel panorama nazionale siamo uno dei pochi, se non l’unico, a non essere stato cannibalizzato dalle multinazionali. Se da una parte ci troviamo a competere con i big del mondo beauty, dall’altra ci distinguiamo per il nostro legame con l’italianità che soprattutto all’estero mantiene un grande appeal.
In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità?
Internazionalizzare il nostro business è stata una scelta ed un’opportunità, non una necessità. Accettare nuove sfide fa parte del dna di Acca Kappa: oggi aree come l’Asia offrono grandi opportunità per chi come noi produce Made in Italy ed investire in quella direzione è stato un percorso direi quasi naturale. La nostra strategia commerciale si è sviluppata ad Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Malesia, Thailandia e da poche settimane abbiamo aperto il nostro primo flagship store a Tokyo.
Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?
Le fiere sono state il principale strumento per far conoscere il nostro marchio all’estero. Acca Kappa è presente ai più importanti appuntamenti fieristici del settore beauty che negli anni si sono rivelati fondamentali non solo come vetrina per presentare novità e curare rapporti con i partner ma anche per sviluppare politiche commerciali, acquisire nuovi clienti e creare una fitta rete di relazioni.
Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?
Ad oggi l’export vale circa il 60% del fatturato ma i numeri sono in continua crescita. Nel 2017 il nostro fatturato è arrivato a toccare quota 7,5 milioni di euro, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente.
Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?
Non intratteniamo rapporti diretti con la burocrazia estera poiché il nostro contatto avviene con i vari distributori che fanno da tramite. Questa mediazione è preziosa perché agevola e semplifica il nostro lavoro.
Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?
Il nostro obiettivo futuro è quello di crescere e far conoscere il valore dei nostri prodotti anche nei mercati in cui non siamo presenti. In particolare India e Cina rappresentano le nostre prossima sfide.
Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?
Il consiglio che posso dare agli imprenditori italiani è quello di investire nella qualità: il Made in Italy è un brand fortissimo su cui dobbiamo puntare. La ricerca e lo sviluppo fanno parte del nostro dna, è su questo che possiamo competere, non sul prezzo. I prodotti low cost non rappresentano a mio parere la strategia vincente.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA