Kimap, la tecnologia Made in Italy a sostegno della disabilità

Kimap, la tecnologia Made in Italy a sostegno della disabilità

11 Aprile 2018 Categoria: Un'Italia da Export

Con Lapo Cecconi, cofounder della startup Kinoa, abbiamo parlato di Kimap, progetto che sfrutta le innovazioni tecnologiche più recenti per realizzare un dispositivo integrato di navigazione/mappatura destinato principalmente alle persone con disabilità motoria al fine di facilitarne la mobilità.

Da dove nasce l’idea di Kimap?

Prima dello sviluppo di Kimap con la nostra startup Kinoa stavamo lavorando ad un altro progetto che prevedeva un dispositivo di raccolta dati e geolocalizzazione per applicazioni in ambito sportivo. Uno dei soci di Kinoa, affetto da disabilità, ha colto le potenzialità della tecnologia che stavamo sviluppando e ha proposto di metterla al servizio di quelle persone che, costrette a muoversi con carrozzine elettriche, non avevano le informazioni necessarie per sapere dove e come spostarsi all’interno dei percorsi cittadini. È nata così Kimap, un’applicazione gratuita per smartphone in grado di mappare strade e sentieri e di suggerire tramite un navigatore il miglior tragitto in base ad accessibilità, tempo e distanza.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il nostro team è composto da me e Marco Scarselli - che siamo anche i founder – (rispettivamente CEO e CTO di Kinoa), dal CTIO e sviluppatore Tommaso Rossi e dal community manager Armando Dei; in più abbiamo altri collaboratori che seguono i singoli progetti di mappatura e la comunicazione. Per sviluppare un’idea imprenditoriale come questa ovviamente c’è bisogno di un lavoro di squadra che valorizzi tutte le competenze del team che vanno dalla programmazione dell’applicazione alla gestione del rapporto con i clienti e soprattutto un confronto costante con la community di utilizzatori.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

La prima difficoltà che incontrano molte le startup italiane è la mancanza di attenzione concreta verso questo settore da parte degli investitori privati, soprattutto in rapporto agli altri Paesi europei. In Italia manca, in termini di sostegno economico, anche il supporto per l’internazionalizzazione che rende molto complicato per una startup espandersi oltre il territorio italiano. Insomma fare impresa in Italia non è semplice ma la sfida è affascinante.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Siamo stati piacevolmente colpiti dai download della nostra applicazione in tutte le parti del mondo ma sicuramente il mercato più interessante per noi è quello europeo. E proprio nel cuore dell’Europa stiamo costruendo un’ antenna con alcuni partner ed abbiamo in programma un evento di lancio per l’apertura della sede a Bruxelles entro la fine di maggio. In prospettiva ovviamente anche il mercato cinese può offrire grandi opportunità per le sue dimensioni e la sua attenzione.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Nello sviluppo di Kimap noi non abbiamo partecipato a programmi di supporto alle startup e abbiamo creato la nostra idea imprenditoriale solo con le nostre risorse interne. Il percorso è stato lungo, abbiamo completato una prima fase a febbraio del 2018 con il deposito del brevetto, il rilascio degli aggiornamenti relativi al navigatore e la creazione dei nostri siti internet (www.kinoa.tech - ww.kimap.it) con l’elenco delle attività che possiamo proporre grazie alla tecnologia che abbiamo sviluppato: dalla navigazione indoor-outdoor e la mappatura di aree urbane alla produzione ed elaborazione dati per smart cities o per l’individuazione di itinerari turistici accessibili.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Ad un giovane che volesse intraprendere questa strada non nasconderei che ci sono sacrifici da fare e ostacoli da affrontare. Come d’altronde in molti altri settori e tipologie di impresa. Detto questo fare una startup o comunque scommettere su un proprio progetto di impresa è un’esperienza dal grande valore formativo perché permette ad un giovane di crescere e di accumulare un bagaglio di conoscenze fondamentali per il proseguo della propria esperienza lavorativa. Un ultimo consiglio è quello di costruire un team motivato, con gli stessi obiettivi e con una visione comune: un gruppo unito ha più possibilità di raggiungere risultati anche in contesti più ostici per lo sviluppo di idee imprenditoriali.

Obiettivi per il futuro…

Il nostro obiettivo principale per il futuro è quello di condividere il percorso di sviluppo e di crescita di Kimap con altre realtà al fine di potenziare la nostra struttura e contaminarci con imprese anche di grandi dimensioni. Per poter essere presenti fuori dall’Italia dobbiamo essere competitivi e quindi allearci con realtà con cui poter fare squadra. E poi, ma su questo ci stiamo già lavorando, coltivare in casa un po’ di talenti, insomma provare a costruire un piccolo vivaio di giovani con cui realizzare ulteriori progetti di innovazione sociale.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Barbieri, redazione@exportiamo.it

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