La recente visita del titolare degli esteri italiano a Doha ha confermato l’intensificarsi delle relazioni fra l’Italia ed il Qatar nonostante il piccolo stato si trovi al centro di delicati e complessi equilibri regionali.
Il Qatar è uno stato piccolissimo ma che possiede un peso specifico assai importante nell’area mediorientale anche in ragione delle strette relazioni che intrattiene con Teheran dalle quali è scaturita, la scorsa estate, una crisi che sancì la chiusura delle frontiere di Arabia Saudita, Egitto, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti.
Dando uno sguardo ad alcuni dei principali indicatori macroeconomici del Paese si nota che la performance di Doha nel 2017 ha certamente risentito di questa situazione: il PIL nazionale è cresciuto “solo” del 2,5%, quello pro capite è sceso sensibilmente da 127.300 a 124.900 dollari mentre la produzione industriale ha lasciato per strada ben sette punti percentuali.
Tuttavia, nonostante la situazione politico-diplomatica di Doha rimanga complessa, il Paese rimane un’ottima meta per gli investitori stranieri perché in grado di offrire una serie di vantaggi assolutamente non indifferenti.
Fra le prime cose che saltano all’occhio leggendo il rapporto della Banca Mondiale “Doing Business 2018” relativo al piccolo emirato si nota immediatamente che il Paese si posiziona al primo posto su scala globale per la facilità di pagamento delle imposte, al 19esimo per semplicità nella gestione dei permessi di costruzione ed al 26esimo per la variabile “Registering Property”.
Fra i principali vantaggi di investire nel Paese troviamo un basso livello di tassazione con una flat tax su redditi d’impresa al 10% ma d’altro canto, in diversi settori, si riscontra ancora una notevole mancanza di trasparenza specialmente in tema di appalti pubblici: per questo rimane molto importante avere rapporti diretti con la famiglia dello sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, al governo del Paese dal 2013.
Va comunque ricordato che l’elemento più importante dell’economia locale è il settore Oil&Gas dal momento che Doha controlla quasi il 15% delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale. Nonostante ciò si è reso evidente, negli ultimi anni, uno sforzo sincero da parte del piccolo emirato di procedere verso un processo di diversificazione della propria economia che ha già coinvolto il settore manifatturiero e quello dei servizi finanziari e che, dal momento che il Paese di occuperà dell’organizzazione dei mondiali di calcio nel 2022, potrebbe rapidamente estendersi ad altri settori.
Effettivamente sono stati già avviati numerosi grandi progetti infrastrutturali per i mondiali del 2022 (le aziende italiane si sono aggiudicate alcune importanti commesse) e per la realizzazione della Qatar National Vision 2030, un piano di sviluppo nazionale lanciato nel 2008 al fine di trasformare il Paese in un’economia avanzata capace di portare avanti un’idea di sviluppo sostenibile. Fra le altre opportunità da tener d’occhio si segnalano quelle connesse con il comparto turistico, medicale e logistico.
Inoltre le aziende straniere interessate al piccolo mercato qatarino devono essere consapevoli che la maggior parte degli acquisti relativi ai beni consumo si realizzano all’interno di grandi mall e dunque è da considerarsi assolutamente fondamentale riuscire ad entrare in questi circuiti per poter far acquisire ai propri prodotti un certo grado di visibilità.
Comunque interfacciarsi con una cultura così differente può essere un problema e per questo è bene ricordare che la religione islamica influenza in modo dirimente gli usi ed i costumi della popolazione locale e dunque anche la sfera del business che, in ogni caso, deve essere condotto con pazienza e mostrando una buona attitudine all’ascolto nei confronti del proprio interlocutore.
Infine si segnala come, sebbene l’arabo rappresenti la lingua ufficiale del Paese, l’inglese sia ampiamente diffuso soprattutto fra la classe imprenditoriale.
Rapporti con l’Italia
I rapporti economici fra Roma e Doha sono discreti con un saldo storicamente a favore del piccolo emirato (in questo senso il 2016, anno in cui l’export italiano è stato superiore all’import di prodotti dal Qatar, ha rappresentato un’eccezione) ma che con il passare degli anni si è comunque parzialmente riequilibrato.
I dati definitivi dell’interscambio fra i due Paese per il 2017 non sono ancora disponibili ma da quelli relativi ai primi 11 mesi dell’anno si evidenzia come si sia verificato un aumento per entrambi i flussi con una netta prevalenza dell’incremento dell’import italiano (+25,3%) rispetto all’export di prodotti Made in Italy (+2,7%).
L’interscambio acquisito fino a novembre 2017 sfiora i due miliardi di euro e secondo SACE l’export italiano dovrebbe crescere, da qui al 2020, di oltre il 3,5%. I prodotti italiani maggiormente richiesti in Qatar sono: macchinari, prodotti intermedi per le costruzioni, apparecchiature elettriche ed elettroniche, abbigliamento, calzature e pelletteria, gioielleria, arredamento, automotive, navale, agroalimentare e bevande, prodotti chimici e medicali.
Nell’ottica di un ulteriore rafforzamento delle relazioni fra il Belpaese ed il Qatar rientra inoltre la recente visita a Doha (1 marzo 2018) del ministro degli Esteri uscente Angelino Alfano che ha incontrato i vertici del governo qatariota al fine di approfondire una partnership definita “forte e vitale”. Fra i settori in cui si è riscontrata la maggiore volontà di fare dei passi in avanti spicca il design anche perché secondo il ministro “la domanda di design italiano nel Golfo è in costante crescita e supera i 20 miliardi l’anno”.
Inoltre a ribadire la centralità che Italia e Qatar assegnano ai reciproci rapporti, specialmente in ambito economico, è giunto, il 19 febbraio scorso, il lancio della compagnia aerea Air Italy, nuovo nome di Meridiana, secondo vettore italiano partecipato al 49 per cento da Qatar Airways, compagnia di bandiera di Doha.
E’ poi da sottolineare come il Qatar abbia importanti interessi in Italia poiché titolare di: numerose proprietà immobiliari di lusso, della maison Valentino (dal 2012) e una parte di Inalca, società del gruppo Cremonini, leader nel settore alimentare italiano.
Infine si segnala che la cooperazione tra Italia e Qatar non trascura il settore della difesa: lo scorso agosto infatti è stato sottoscritto un accordo per la fornitura di sette unità navali realizzate in Italia per un valore complessivo di 5 miliardi di dollari.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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