La Giordania è un Paese immerso in un contesto geografico, quello mediorientale, complicato e che ha dovuto fare i conti, negli ultimi anni, con un deterioramento delle proprie performance economiche. Nonostante ciò ad Amman e dintorni le opportunità commerciali non mancano…
Oggi, in termini assoluti, la situazione dell’economia giordana non è certamente rosea soprattutto se si fa riferimento a due importanti indicatori come il tasso di disoccupazione (16,5%), in aumento di oltre un punto percentuale rispetto allo scorso anno, e al fatto che circa il 15% della popolazione nazionale continua a vivere al di sotto della soglia di povertà.
In ogni caso il PIL, nell’ultimo triennio, pur avendo subito dei rallentamenti, ha continuato a crescere ad un ritmo più che dignitoso (2,3% nel 2017; 2% nel 2016; 2,4% nel 2015).
Il governo (ricordiamo che il potere esecutivo nel Paese è detenuto da Abd Allah II dal momento che la Giordania è una monarchia costituzionale) tuttavia è ben consapevole della situazione ed intende porre in essere importanti progetti infrastrutturali per agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro.
Inoltre, parallelamente, le istituzioni giordane hanno tutta l’intenzione di attuare il cosiddetto Jordan 2025, un piano di sviluppo economico della durata di 10 anni varato nel maggio 2015, predisposto in partnership con il settore privato e che comprende oltre 400 linee di intervento e che coinvolge governo, settore privato ed organizzazioni della società civile.
Il governo ha inoltre presentato la nuova Legge n. 31/2014 sul Partenariato Pubblico-Privato, che mira ad incoraggiare la partecipazione del settore privato nei grandi progetti infrastrutturali e sta intensificando i propri sforzi per sostenere le PMI, che costituiscono il 98% del tessuto economico del Paese, anche attraverso il miglioramento dell’accesso al credito.
Per queste ragioni si prevede che, nel prossimo futuro, l’economia giordana possa contare su buone prospettive di sviluppo anche e soprattutto a patto che si riesca a trovare una soluzione al crescente ingresso di profughi siriani nel Paese.
Inoltre la fragile economia giordana, che si fonda sul settore finanziario e su quello turistico foraggiati dagli investimenti stranieri, sembra essere entrata in rotta di collisione con quella saudita per la questione del riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele proposta dal presidente statunitense Donald Trump.
Abd Allah II infatti, da un lato, non può avallare questa richiesta perché oltre il 60% dei suoi sudditi è di origine palestinese ma dall’altra le rappresaglie economiche di Riad potrebbero rivelarsi fatali per un Paese già fortemente funestato dalla crisi economica causata proprio dal conflitto siriano e dall’instabilità nella regione.
Rapporti con l’Italia
L’Italia può esibire una bilancia commerciale in surplus nei confronti della Giordania anche se nei primi nove mesi del 2017 l’export di prodotti italiani verso il Paese è sceso del 14,5%.
Gli spazi di business più interessanti per le imprese italiane si localizzano soprattutto nel comparto delle tecnologie con particolare riferimento a quelle agricole e a quelle relative alle energie rinnovabili.
Molto richiesti dalla popolazione locale sono poi i beni di consumo italiani, prodotti per i quali il Belpaese rappresenta un leader indiscusso specialmente nei settori oro e gioielleria, tessile-abbigliamento, calzature e pelletteria di alta gamma, prodotti alimentari di qualità, ceramica, marmi pregiati, mobili ed arredamento.
In generale si può senza dubbio affermare che il Made in Italy conservi un grande fascino sui consumatori locali di classe medio-alta e se ne ha una immediata conferma anche solo passeggiando presso le poche strade pedonali, nei grandi centri commerciali di Amman. In questi luoghi si rintraccia infatti una diffusa presenza di brand italiani di gioielleria, elettrodomestici, articoli per la casa oltre alla sempre più frequente all’apertura di eleganti ristoranti italiani che trovano posto nei più esclusivi quartieri della capitale.
In conclusione è bene segnalare che la Giordania è membro del WTO ed ha siglato numerosi accordi multilaterali e bilaterali mirati alla liberalizzazione del commercio e riserva lo stesso trattamento agli investitori locali ed esteri, oltre ad assicurare a questi ultimi una serie di garanzie e facilitazioni.
Dunque probabilmente il migliore modo per approcciare al mercato giordano è quello di affidarsi ad un partner locale serio ed affidabile, elemento che appare indispensabile per strutturare una presenza stabile nel Paese.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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