Oggi abbiamo il piacere di ospitare l’intervista con Matteo Sinigaglia, CEO di Replay, celebre brand italiano che dal 1981 produce abbigliamento denim e smart casualwear presente in oltre 50 diversi Paesi.
Se dovesse scegliere un aggettivo rappresentativo di Replay quale sceglierebbe e perché?
Per raccontare il brand Replay ne sceglierei almeno due: qualitativo e innovativo.
Su quali mercati opera principalmente l’azienda e con quali modalità?
Replay oggi è presente in tutti i mercati europei, in Medio Oriente, in Asia, in America Latina e in Africa per un totale di oltre 50 Paesi. La rete distributiva wholesale conta 3.000 punti vendita, cui si affiancano circa 200 negozi retail. L’export rappresenta l’85% del volume d’affari complessivo.
In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità?
Il brand Replay ha un approccio internazionale già da molto tempo per cui possiamo affermare con certezza che la ricerca del successo sui mercati internazionali fa parte di una strategia consolidata e non è una conseguenza obbligata dalla crisi subita dal mercato domestico.
Nella sua esperienza qual è stato il mercato più problematico e quello con maggiori margini di successo?
Per quanto riguarda la nostra esperienza i mercati che per noi hanno un peso maggiore sono certamente quelli europei ed in particolare del nord Europa. Più recentemente, inoltre, abbiamo avviato un progetto di sviluppo in Sud America che ci sta dando grandi soddisfazioni.
Se non si conoscono le modalità per accedere ad un mercato estero è facile cadere in trappole da parte di operatori locali?
Quando si parla di mercati e Paesi con radici culturali molto diverse dalla nostra, sicuramente è difficile gestirli senza il supporto di un partner locale. Proprio per questo Replay, già da alcuni anni, sta definendo partnership importanti per la gestione di aree molto lontane sia in termini geografici che culturali.
Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero?
Ovviamente dipende dai mercati ma, certamente, noi italiani siamo abituati a gestire anche pratiche complesse.
Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?
Un importante focus da parte del brand è certamente la Greater China che, forte anche della joint venture siglata con Belle International in concomitanza con l’ingresso della società nell’assetto societario di Fashion Box con il 30% delle quote azionarie, prevede l’apertura entro il 2022 di 150 monomarca partendo dapprima con le città tier1 per poi proseguire anche con quelle tier2. Il progetto di espansione di Replay non si ferma alla Cina ma abbraccia anche il Brasile dove, a seguito di un importante accordo distributivo siglato nel 2016, è già stata concretizzata una prima importante apertura di un flagship a San Paolo, in Avenida Oscar Freire.
Un ulteriore piano di sviluppo è infine previsto per l’Ucraina, Paese in cui il brand ha appena inaugurato uno store di 125mq a Kiev presso il centro commerciale SKY MALL e prevede una seconda apertura entro la fine dell’anno presso l’Ocean Plaza Mall e ben 7 nuove aperture nei prossimi 4 anni, rese possibili grazie ad un accordo di distribuzione siglato con il gruppo MD Fashion, retailer leader nel segmento denim e fashion. L’Ucraina, infatti, segue il progetto di sviluppo perseguito dall’azienda in tutta l’area dell’Est Europa, in costante crescita grazie alla solida e lungimirante strategia di sviluppo messa in atto.
Ritiene che l’internazionalizzazione di cui oggi si parla tanto sia un’esigenza imprescindibile per tutte le imprese italiane?
Io credo che l’internazionalizzazione sia una leva fondamentale per un brand premium che si rivolge ad un target specifico per poter raggiungere dimensioni importanti.
Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?
Non credo esista una ricetta unica applicabile a tutti i business model. Sicuramente un’analisi attenta dei mercati a cui ci si vuole rivolgere e la ricerca di partner affidabili e strutturati sono ottime premesse per un ingresso consistente e duraturo sui mercati d’interesse.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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