La pizza è senza dubbio uno degli alimenti che meglio rappresenta la tradizione culinaria del Belpaese e Roncadin è una delle eccellenze Made in Italy capace di esportarla in moltissimi mercati. Con Dario Roncadin, amministratore delegato dell’azienda, abbiamo parlato del successo e degli obiettivi futuri dell’azienda, soprattutto in termine di espansione sui mercati internazionali.
Se dovesse scegliere un aggettivo rappresentativo di Roncadin quale sceglierebbe e perché?
Alla luce di quanto successo a partire dal 22 settembre scorso, quando un incendio ha distrutto quattro delle nostre linee di produzione, e siamo riusciti in soli quattro giorni a ripartire con le due restanti (più nuove e performanti) grazie a uno sforzo congiunto di tutta l’azienda – a partire dai lavoratori che sono stati disponibili a lavorare su nuovi turni per coprire le 24 ore 7 giorni su 7 – potremmo senz’altro dire che l’aggettivo che ci rappresenta è “resilienti”. Abbiamo reagito dimostrando a clienti e stakeholder che, anche di fronte a un accadimento molto grave, siamo capaci di gestire la crisi, ritrovare l’operatività in tempi record e garantire gli ordini e la qualità. E abbiamo già messo in campo azioni e investimenti per ritornare a una situazione “normale” in tempi brevi.
Su quali mercati opera principalmente l’azienda e con quali modalità?
Roncadin ha una quota export che incide per il 68% sul fatturato. I mercati più importanti per noi sono Italia, Germania, Austria, Gran Bretagna, Nord Europa, Stati Uniti ed Australia. L’export di Roncadin è destinato soprattutto alle private label.
In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità?
Roncadin è da sempre orientata soprattutto all’export, in quanto il prodotto surgelato gode di una maggiore diffusione in Paesi in cui c’è una cultura gastronomica più orientata a tempi più brevi di preparazione, dove spesso si sceglie di “scaldare” più che di “realizzare” qualcosa a partire da semplici materie prime. Inoltre i cibi surgelati nei paesi del Nord Europa e negli Usa si sono diffusi prima e hanno superato prima le barriere culturali che si stanno superando solo in questi ultimi anni in Italia e nei paesi del Mediterraneo.
Nella sua esperienza qual è stato il mercato più problematico e quello con maggiori margini di successo?
Sicuramente i mercati che hanno il maggior potenziale nel breve termine sono gli USA e il Canada, dove il prodotto italiano rappresenta una garanzia di gusto e alta qualità. Studiare l’arena competitiva e individuare un preciso posizionamento strategico è fondamentale, ma le potenzialità di un mercato così vasto e dinamico sono davvero interessanti. Altro mercato importante è quello cinese, anche se indubbiamente molto più complicato: ci si scontra con maggiori barriere all’entrata e normative molto più frammentate.
Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero?
Quando si affronta la burocrazia, soprattutto all’estero, è necessario affidarsi alla consulenza di esperti, che conoscono molto bene il mercato di riferimento: non basta infatti saper operare in un determinato Paese, è necessario saperlo fare nello specifico settore, che può avere dinamiche molto diverse e normative peculiari, soprattutto nel campo alimentare. Infine, coinvolgere i clienti nelle varie fasi dell’espletamento delle procedure può contribuire a facilitare e velocizzare i processi.
Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?
Roncadin intende posizionarsi all’estero come produttore premium e come partner strategico insieme al quale puntare su innovazione e qualità. Per il futuro stiamo puntando ai grandi mercati attenti al Made in Italy: Asia e Stati Uniti, anche attraverso il nostro brand.
Ritiene che l’internazionalizzazione di cui oggi si parla tanto sia un’esigenza imprescindibile per tutte le imprese italiane?
Più che una esigenza, riteniamo che sia una straordinaria occasione di crescita: il prodotto alimentare italiano sta vivendo una fase estremamente positiva ed è un peccato non cogliere appieno tutte le opportunità.
Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?
Individuare le fiere più importanti del settore di riferimento e fare una approfondita visita può aiutare molto per capire tendenze, opportunità di sviluppo e potenziale del mercato. Il passo successivo è preparare un’offerta competitiva in linea ed avvalersi delle sinergie che possono essere messe in campo dalle Agenzie italiane all’estero.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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