La Redazione di Exportiamo.it ha avuto il piacere di incontrare Gianpiero Tessitore, founder & CEO di Vegea, una startup che è riuscita a creare dei materiali completamente ecosostenibili utilizzando la vinaccia ovvero le bucce ed i semi dell’uva che si ricavano nel processo di produzione del vino. L’impresa è stata recentemente premiata al Parlamento europeo di Bruxelles nell’ambito della “European Top 50 competition”, una competizione che ogni anno seleziona le 50 migliori idee d’impresa del nuovo millennio, tra migliaia presentate da tutta Europa.
Da dove nasce l’idea di Vegea?
Sono un architetto, e lavorando per anni su progetti di arredo, mi sono scontrato con la problematica di non riuscire a trovare una valida alternativa, diffusa sul mercato, ai materiali di origine animale ed a quelli totalmente sintetici. Vegea nasce sia da un percorso professionale, che da una mia scelta etica orientata verso un profondo rispetto per gli animali e per l’ambiente.
L’industria della moda, in particolare, è uno sei settori più inquinanti al mondo, se consideriamo tutta la filiera produttiva, partendo dall’acquisizione delle materie prime, fino ad arrivare allo smaltimento dei prodotti. L’idea di approfondire ricerche ed iniziare collaborazioni specifiche è nata proprio dalla necessità di trovare soluzioni sostenibili alle problematiche che questo ed altri settori generano, venendo incontro alle esigenze dei consumatori più informati e sensibili alle tematiche ambientali.
Ho contattato quindi centri di ricerca specializzati nella sintesi di macromolecole, dove ho trovato il dott. Francesco Merlino, chimico industriale ed ora mio socio. Insieme abbiamo condotto uno studio su molteplici matrici vegetali dell’agroindustria, con l’obiettivo di creare materiali biobased da fonti vegetali rinnovabili. Questo studio, durato tre anni, ha portato ad identificare i derivati della lavorazione vitivinicola, la vinaccia (bucce e semi dell’uva che si ricavano dalla produzione del vino), come la materia prima ideale per la creazione di tessuti tecnici ecosostenibili. Così, nel 2016, abbiamo fondato VEGEA.
Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?
Capita spesso che giovani imprenditori italiani che vogliono lanciare una valida innovazione, non riescano a decollare, in quanto, nonostante la bontà del progetto, non trovano fondi di Venture Capital disposti a rischiare il proprio capitale per scommettere su nuove idee. Rispetto ad altri Paesi europei e agli Stati Uniti, in cui c’è una grande propensione ad investire in giovani imprese, il nostro Paese è ancora permeato dal seed capital, cioè da investimenti di piccola consistenza, che seppur utili per cominciare a fare impresa, non sono purtroppo sufficienti a garantire uno sviluppo economico e strutturale duraturo.
Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?
Sicuramente, i Paesi del Nord Europa, il Giappone e gli Stati Uniti, sono più sensibili alle innovazioni ed alle tematiche di sostenibilità ambientale e di animal welfare.
Abbiamo trovato in Svezia il primo finanziamento consistente, vincendo il primo premio del Global Change Award, il concorso internazionale più importante sull’innovazione circolare nel fashion business. Negli ultimi anni, la domanda di prodotti ecofrendly e animal free crescerà in tutti i Paesi del mondo. Lo scorso settembre a Milano si è svolta la prima edizione del Green Carpet Fashion Awards durante la Settimana della Moda, questo rappresenta un segnale importante per una nuova consapevolezza del settore. Sono certo che nei prossimi anni gli investimenti, collaborazioni e richieste di Vegea aumenteranno esponenzialmente in tutti i continenti.
Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?
Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera vantaggi legati allo sviluppo di un network aziendale, utile ai fini dell’implementazione della filiera in cui si opera, velocizzando e migliorando la comunicazione con i fornitori e con i clienti finali.
Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?
Vegea è un progetto incentrato sul Made in Italy, con forti connessioni con le più grandi eccellenze del nostro paese: vino, artigianato, arredamento, design e moda. Questo rende il nostro Paese, quello davvero ideale per lo sviluppo della nostra innovazione. Startupper con progetti a cui mancano forti sinergie col mondo del Made in Italy, potrebbero trovare in Italia maggiori difficoltà rispetto a noi.
Obiettivi per il futuro…
Ad oggi stiamo continuamente ricevendo molte richieste per delle collaborazioni da tutto il mondo. Nel 2018 abbiamo l’obiettivo di creare partnership sia con una cantine vinicole di pregio, per la fornitura della materia prima e lo sviluppo delle attività di marketing, che con brand internazionali di diversi settori (moda, arredo ed automotive) con i quali definiremo le modalità ed i tempi per il lancio di Vegea sul mercato.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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