Oggi approfondiamo la conoscenza dell’Oman, stato dell’estremo sud-est della penisola arabica posizionato fra Yemen, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
L’Oman è un Paese che conta quasi 3,5 milioni di persone (oltre il 40% sono immigrati) che risiedono però su una superficie pari a quella di Gran Bretagna ed Irlanda messe insieme. Gran parte del territorio è infatti occupato dal grande e suggestivo deserto arabico in cui è possibile vedere le dune scendere fino all’Oceano indiano.
Lo Stato è molto interessante sia per chi è attratto da un turismo di alta fascia sia per chi è alla ricerca di bellezze paesaggistiche uniche, in cui si alternano spiagge meravigliose, deserto ed imponenti montagne.
A livello politico l’Oman è considerato un solido alleato dell’Occidente e si è sempre dimostrato distante dai conflitti religiosi che infestano la regione, soprattutto grazie a Qaboos bin Said al-Said, il suo sultano che ormai governa il Paese da quasi mezzo secolo (esattamente dal 1970).
Sono in molti a ritenerlo un monarca illuminato, capace di fare il bene dei suoi cittadini specialmente se paragonato agli standard politico-amministrativi della regione.
L’Oman in effetti è uno Stato sicuro, relativamente tollerante ed aperto al commercio internazionale anche perché, a differenze di molti Paesi confinanti, non dispone di sufficienti risorse petrolifere per “dormire sonni tranquilli” ed ha quindi necessità di diversificare la propria economia.
Secondo la British Petroleum il Paese sarebbe addirittura destinato ad esaurire le proprie scorte di greggio nel 2030. Per evitare che tale eventualità si trasformi in un forte shock per tutta la popolazione il sultano ha predisposto un ambizioso piano di sviluppo economico con una durata pari ad 85 anni che mira a ridurre sensibilmente il peso del petrolio nell’economia locale riducendolo da circa il 33% a meno del 10% del PIL.
Per tutti questi motivi oggi uno degli obiettivi principali del Paese è quello di investire parte consistente delle proprie energie nell’attrazione di capitale estero che dovrebbe permettere lo sviluppo di una serie di attività non petrolifere fra cui spicca il turismo.
Certamente il Paese ha avuto la bravura di costruirsi un’immagine positiva dinanzi alla comunità internazionale che oggi lo ritiene una sorta di unicum regionale. Inoltre grazie alla sua posizione geografica vantaggiosa l’Oman potrebbe divenire nei prossimi anni uno dei più importanti snodi logistici a livello mondiale, essendo situato in una rotta marittima che unisce Africa ed Asia.
Il recente ribasso dei prezzi del petrolio ha infatti portato il governo a ad investire proprio nel potenziamento di alcune rotte commerciali dirette con i Paesi del Golfo, India e Africa orientale soprattutto attraverso i tre principali porti del Paese: Salalah, Duqm e Sohar, tutti dotati di free zone.
Queste aree offrono incentivi incredibili alle imprese che hanno voglia di investire nel Paese come la totale assenza di tassazione sull’export in caso di accordi bilaterali di libero scambio (come è ad esempio avvenuto con Stati Uniti e Singapore) ed abolizione della corporate tax per i primi 10 anni.
Si sottolinea poi che l’Oman è uno Stato giovane, con un’età media molto bassa e con grandi potenzialità di sviluppo anche se nel Paese si respira una certa agitazione per le condizioni di salute di Qaboos, da tempo malato.
Fra le altre cose che è bene tenere a mente che l’inglese è normalmente parlato in ambienti di business, ma conoscere alcune parole o frasi in arabo può rivelarsi un’arma in più per creare empatia con la controparte.
In generale le relazioni commerciali in Oman richiedono tempo, pazienza e molta flessibilità quindi per avere successo è bene mostrare calma, cordialità e capacità d’adattamento.
Rapporti con l’Italia
I rapporti fra Roma e Muscat (l’elegante capitale del Paese) sono buoni e l’interscambio fra i due Paesi si è attestato nel 2016 su circa 867 milioni di euro. La quasi totalità di tale cifra tuttavia è rappresentata dall’export italiano verso l’Oman (oltre 810 milioni) a dimostrazione del fatto che, al momento, la direzione dei flussi commerciali appare quasi univoca.
In Oman il Made in Italy è apprezzato soprattutto per quel che concerne prodotti della meccanica, forniture per interni e mezzi di trasporto. Per quel che riguarda il comparto fashion invece gli omaniti preferiscono acquistare direttamente in Italia. Un ottimo riscontro hanno invece ristoranti, pizzerie e caffetterie Made in Italy.
Infine si segnala che i cittadini omaniti amano i rapporti diretti e dunque è necessario investire una certa quantità di tempo (e se possibile è assolutamente consigliabile appoggiarsi su un partner locale) per potersi conquistare la fiducia della controparte. Attenzione però perché dopo aver superato questo primo step la strada è tutta in discesa ed è molto probabile che si riesca ad instaurare, con reciproca soddisfazione, un rapporto di lavoro stabile e duraturo.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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