La posizione geografica che la pone al confine con la Russia, fa della Lettonia un hub naturale per l’esportazione di merci in un mercato enorme come quello sovietico. Scopriamo insieme le principali opportunità offerte dalla piccola repubblica baltica.
Quando parliamo del mercato lettone sappiamo che per dimensione, distanza dall’Italia e potere d’acquisto inferiore alla media UE, esso non è certo tra i più appetibili a livello globale.
Tuttavia, la Lettonia offre stabilità e sicurezza ai propri partner esteri grazie ad una crescita economica frutto delle riforme operate in seguito alla crisi finanziaria del 2008 ed ai buoni rapporti internazionali coltivati nell’ambito degli accordi di adesione alla UE, alla NATO ed al WTO.
Incentivi fiscali, oltre che zone economiche speciali, porti franchi e procedure burocratiche snelle sono i punti di forza dello stato lettone per gli investitori esteri.
Anche la forza lavoro offerta dal Paese è di ottima qualità: il sistema universitario è tra i più sviluppati d’Europa ed il numero dei laureati in proporzione alla popolazione del Paese è molto elevato. Inoltre il costo del lavoro inferiore alla media europea, le competenze possedute dai lavoratori locali (in primis la conoscenza dell’inglese e del russo di buona parte della popolazione) rende facilmente accessibile il mercato del lavoro da parte di investitori esteri.
Rapporti con l’Italia
L’interscambio fra Italia e Lettonia nel 2016 si è attestato su circa 550 milioni di euro con una netta prevalenza del nostro export (€ 427 milioni ca) rispetto alla quota di prodotti lettoni importati in Italia. Nel 2017 andamento del commercio con Riga è in crescita rispetto al 2017 e nei primi 7 mesi dell’anno entrambi i flussi commerciali sono registrati in aumento di oltre il 14%.
I rapporti tra i due Paesi sono storicamente molto buoni. Il riconoscimento internazionale del Paese, con l’ammissione alla Società delle Nazioni, è anche frutto dell’impegno politico italiano, che la sostenne con determinazione.
I lettoni, inoltre, ricordano con gratitudine, la riapertura dell’Ambasciata italiana nel 1992 avvenuta subito dopo l’indipendenza lettone, perché l’Italia fu il primo grande Paese a compiere questo passo significativo.
Attualmente risultano iscritte in Lettonia al registro delle imprese circa 300 aziende a capitale italiano (totale o misto), anche se sarebbero circa una cinquantina gli operatori italiani effettivamente operanti nel Paese. Si tratta per lo più di “microimprese” impegnate in attività di intermediazione commerciale, immobiliare, turistica, di consulenza e di ristorazione. Negli ultimi anni è stato registrato qualche caso di aziende produttive italiane che hanno “delocalizzato” la produzione nel Paese o che, come i gruppi Luxottica e Marazzi, vi hanno installato la loro centrale logistico-operativa per l’intera area nordico-baltica e per la Russia occidentale.
Settori d’opportunità
Quanto detto rappresenta un’ottima premessa per le imprese che volessero investire nell’apertura di un nuovo mercato in Lettonia. I settori dove si registrano le migliori opportunità di successo sono quelli maggiormente legati al saper fare italiano: macchinari ed attrezzature, abbigliamento, design ed enogastronomia.
Macchinari ed apparecchiature: uno dei settori produttivi in cui l’ingegno italiano è più riconosciuto ed apprezzato rappresenta anche un’ottima opportunità di export in Lettonia. Non a caso, già oggi e da parecchi anni, macchine ed apparecchiature sono in cima alle esportazioni italiane nel Paese.
Abbigliamento: subito dopo macchinari ed attrezzature, l’abbigliamento è il settore merceologico le cui esportazioni occupano il secondo posto nella composizione merceologica delle merci esportate dall’Italia in Lettonia. Design e qualità delle materie prime sono gli aspetti più apprezzati dai lettoni.
Mobili: stesso discorso vale per il settore dell’arredamento dove la qualità della manifattura italiana è all’origine della richiesta di mobili Made in Italy.
Bevande e prodotti alimentari: occupano rispettivamente il terzo ed il quarto posto nella classifica delle esportazioni italiane in Lettonia ed hanno ancora importanit margini di crescita.
Rischi
La Lettonia, in seguito alla crisi finanziaria del 2008, è riuscita a riconquistare, con grandi sacrifici (e ripagando totalmente un prestito ricevuto dal FMI) una buona stabilità finanziaria, economice e politica. Da questo punto di vista alcuni rischi di destabilizzazione sono legati ai rapporti con la Russia che come per tutti i Paesi dell’area (ex Unione Sovietica) sono caratterizzati da fasi altalenanti. A questo particolare aspetto è anche legato il lieve rischio economico esistente in Lettonia.
Le imprese locali hanno dimostrato un’ottima flessibilità riuscendo a ridurre le perdite deivate dalla diminuzione dell’export in Russia, dirottando i propri investimenti verso altri Paesi dell’area. Tuttavia, l’influenza esercitata dai russi sui Paesi dell’Est potrebbe portare ad un’inversione di tendenza.
Nel complesso, comunque, la situazione lettone pare abbastanza stabile e tranquilla anche nel medio-lungo periodo e dunque il Paese può guardare al futuro con una discreta dose di fiducia.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesco Bromo, redazione@exportiamo.it
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