Le riforme degli ultimi anni hanno provocato un’espansione economica molto interessante e stanno pian piano cancellando gli stereotipi nei confronti di un Paese che sta compiendo una trasformazione impressionante.
L’Albania è uno dei Paesi geograficamente più vicini all’Italia tanto che dalla Puglia, nelle belle giornate di sole, si possono ammirare nitidamente le montagne albanesi.
Tale vicinanza unita all’indubbia differenza nel livello di sviluppo fra Roma e Tirana ha portato, nel corso del tempo, decine di migliaia di albanesi a trasferirsi nel Belpaese in cerca di una vita e di un futuro migliore, tanto che oggi si contano oltre mezzo milione di albanesi residenti in Italia.
Oggi però si assiste ad un fenomeno nuovo con un incremento del flusso degli italiani in entrata in Albania: secondo i dati del governo albanese infatti oggi sono oltre 19mila i nostri connazionali presenti in Albania con un permesso di lavoro o di studio.
Il tutto è spiegabile anche in base al fatto che il Paese la repubblica balcanica ha inaugurato una stagione di riforme assai proficua che la stanno rendendo sempre più interessante agli occhi di investitori ed imprenditori.
L’attuale premier, Edi Rama, ha dato una forte scossa al Paese implementando una serie di importanti riforme che hanno contribuito a formare un modello di sviluppo sostenibile, anche e soprattutto grazie ad una politica economica di consolidamento fiscale che sta avvicinando sensibilmente il Paese agli standard richiesti per l’adesione all’Unione Europea.
Fra le riforme più importanti spicca quella della giustizia perché è intervenuta su uno dei sistemi giudiziari più corrotti e inefficaci in Europa anche al fine di agevolare l’avvento di capitali dall’estero.
Visto di lavoro
Per richiedere un visto di lavoro per l’Albania è necessario rivolgersi ad una delle sedi diplomatiche albanesi in Italia presentando i seguenti documenti:
1) Passaporto valido almeno per i tre mesi successivi alla data di scadenza del visto richiesto;
2) Fotocopia del passaporto;
3) Modulo di richiesta del visto;
4) Due foto formato tessera;
5) Assicurazione sanitaria;
6) Certificato penale emesso nei 30 giorni precedenti la richiesta del visto;
7) Lettera d’invito di un’impresa o di un’istituzione albanese;
8) Contratto di lavoro firmato dall’impresa o dell’istituzione che si trova in Albania;
9) Permesso di lavoro rilasciato dalle autorità albanesi.
L’ambientamento in Albania poi non dovrebbe rappresentare un grosso ostacolo per i cittadini italiani perché agli albanesi piace molto ‘vivere all’italiana’ e provano simpatia ed ammirazione nei confronti del Belpaese.
L’Albania inoltre è anche una meta gettonata fra i pensionati italiani, attratti da una tassazione favorevole (flat tax sui redditi pari al 10%) e da un clima piacevole, molto simile al nostro.
Anche il costo della vita è relativamente basso rispetto all’Italia ma il discorso non vale per tutti i beni, specialmente se si prendono in considerazione i prodotti d’importazione.
Bisogna però fare molta attenzione perché anche gli stipendi albanesi sono sensibilmente più bassi rispetto a quelli italiani (lo stipendio medio si aggira intorno ai 300 euromensili) e gli affitti per gli appartamenti residenziali a Tirana – che rimane il vero fulcro economico e sociale del Paese – vanno da 200 fino a 1000 euro al mese, a seconda della zona.
Non sorprende quindi che, a Tirana e dintorni, siano già presenti diverse aziende italiane (circa 600 unità) attratte da una serie di fattori fra cui emerge una burocrazia snella che permette di aprire, senza troppe difficoltà, un’impresa in un solo giorno.
I prezzi per l’affitto di uno stabile a fini commerciali variano dai 5 ai 25 euro al metro quadro mentre per l’acquisto di terreni edificabili il prezzo varia da 250 a 1500 euro al metro quadro.
Tra l’altro solo sei mesi fa è stato approvato il primo piano regolatore della storia di Tirana, un piano di riconquista del paesaggio che punta a triplicare le superfici verdi e costruire anelli ciclabili e pedonali da qui al 2030. Il Piano, chiamato “Tirana 2030”, è stato progettato da Stefano Boeri Architetti in collaborazione con gli studi Unlab e Ind e dunque porta una firma tutta italiana.
Infine si rileva che oggi gli italiani che sbarcano in Albania alla ricerca di opportunità di lavoro sono prevalentemente uomini, di età compresa tra i 25 e i 50 anni.
Dal momento che le aziende locali cercano soprattutto lavoratori specializzati ed il livello di specializzazione della forza lavoro albanese è ancora basso in diversi settori per i cittadini italiani maggiormente qualificati l’Albania potrebbe offrire opportunità professionali assai significative.
Del resto, come recita un detto locale, “L’Albania non si può fare (solo) con gli albanesi”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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