Non tutti sanno che il Presidente degli Stati Uniti, ogni 90 giorni, ha il compito di certificare che l’Iran rispetti l’accordo sul nucleare firmato il 14 luglio 2015. Ma lo scorso 13 ottobre Donald Trump non solo non ha confermato l’accordo ma ha addirittura chiesto al congresso di approvare nuove sanzioni contro il regime iraniano.
Il tycoon statunitense ritiene infatti che l’accordo firmato da Obama con Teheran sia molto negativo per gli interessi americani perché l’Iran continua a portare avanti il proprio programma missilistico.
Il presidente USA crede che l’Iran, oltre a supportare Bashar al-Assad in Siria e Hezbollah in Libano, aiuti anche altri gruppi terroristici presenti nella regione, con particolare riferimento all’ISIS.
La reazione iraniana non si è fatta attendere ed è arrivata per bocca di Rouhani, Presidente della Repubblica e Zarif, Ministro degli Affari Esteri, che dopo le dichiarazioni di Trump hanno annunciato che non hanno più nessuna intenzione di rinegoziare l’accordo.
Nel frattempo anche Khamenei, Guida Suprema del Paese, ci ha tenuto a dire la sua: “Non strapperemo l’accordo prima che lo faccia l’altra parte ma se loro lo strappano, noi lo faremo a brandelli”. Il massimo esponente nazionale del clero sciita ha poi aggiunto: “Ringraziamo Donald Trump perché ha mostrato il vero volto degli Stati Uniti a tutto il mondo”.
La decisione di Trump è stata sostenuta da Arabia Saudita ed Israele, storici alleati americani nella regione mediorientale, ma ha suscitato anche le preoccupazioni dei capi di stato europei. In particolare Germania, Francia, Regno Unito e Russia hanno dichiarato che l’Iran ha rispettato l’accordo e stanno tentando di convincere il presidente ed il segretario di Stato statunitensi ad annullare le nuove sanzioni.
Per saper di più sulle conseguenze di queste eventuali nuove sanzioni contro Teheran e dei rapporti economici che legano l’Iran ed i paesi europei abbiamo fatto qualche domanda ad Ahmad Pourfallah, Presidente della camera di commercio italo-iraniana.
Quale è la sua opinione sul discorso di Trump?
Noi iraniani non siamo sorpresi dalla nuova strategia Usa sull’accordo nucleare con l’Iran perché Trump, nel corso della sua campagna elettorale, aveva già annunciato la sua volontà di combattere Teheran. Secondo me il discorso di Trump non era basato sulla realtà dei fatti: era solo un slogan. Praticamente Trump facendo riferimento allo storicamente complicato rapporto fra Usa e Iran non ha fatto altro che ribadire concetti già espressi in passato. Siamo ormai abituati alle sanzioni americane ma, fortunatamente, i burrascosi rapporti con gli Stati Uniti Trump sono bilanciati dalle ottime relazioni che intratteniamo con molti Paesi europei.
Secondo Lei quale sarà la decisione del Congresso americano?
Manca ancora diverso tempo alla decisone finale però immaginiamo che le cose possano risolversi per il meglio.
Il discorso di Trump ha avuto effetto negativo sui rapporti economici fra Iran e paesi europei?
I Paesi europei stanno negoziando per aprire una banca dell’UE in Iran e questo dimostra che l’Europa vuole decisamente continuare a collaborare con l’Iran. Dunque le parole di Trump hanno certamente contribuito a rallentare le relazioni di business fra Teheran ed il resto del mondo ma in maniera piuttosto modesta.
Come vede il rapporto commerciale fra Iran e Italia nel prossimo futuro?
L’Italia non c’entra nulla con questa questione ma piuttosto, per rendere più efficienti le relazioni economiche con l’Italia, è necessario risolvere il problema del pagamento SWIFT e dei trasferimenti internazionali. Le imprese italiane sono interessate al mercato iraniano e a novembre la camera di commercio iraniana ha organizzato un viaggio a Roma al fine di attrarre capitali d’investimento italiani nel Paese. I rapporti fra Roma e Teheran rimangono dunque ottimi e ciò è confermato dalle statistiche dal momento che l’interscambio fra Iran e Italia ad ottobre è aumentato fino a 15% rispetto al mese scorso. Nei primi tre mesi del 2017 Iran e Italia hanno fatto affari per 1,2 miliardi di euro di cui 800 milioni euro rappresentano l’export iraniano in Italia ed il resto, cioè 400 milioni euro, sono invece l’export italiano in Iran. Infine è bene ricordare che l’Italia rimane, fra i Paesi europei, il primo partner commerciale dell’Iran seguito da Germania e Francia. E l’auspicio è quello di approfondire ulteriormente questa preziosa partnership a prescindere dagli sviluppi della situazione con gli Stati Uniti.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it
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