Imperial: il fast fashion Made in Italy marcia verso oriente

Imperial: il fast fashion Made in Italy marcia verso oriente

18 Ottobre 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Con Adriano Aere, Presidente e Fondatore del Gruppo Imperial, abbiamo parlato della storia di Imperial - azienda emiliana attiva da 40 anni sul mercato che è riuscita a triplicare il suo fatturato dal 2010 al 2016 grazie al grande successo riscontrato oltreconfine.

Ci racconti brevemente la storia di Imperial Fashion, un marchio ormai ampiamente conosciuto a livello nazionale ed internazionale

Io e mia moglie, Emilia Giberti, abbiamo fondato Imperial SpA nel 1978 e oggi la nostra azienda è la più rappresentativa azienda italiana di fast fashion con produzione interamente made in Italy a chilometro zero. Sostenuta da una crescita a doppia cifra nel corso degli ultimi anni, oggi Imperial SpA, che annovera uno staff di oltre 200 addetti, produce circa dieci milioni di capi e distribuisce in tutto il mondo, con centri di distribuzione dedicati in numerosi Paesi tra i quali Francia, Spagna, Portogallo, Canada, Germania, Olanda, Danimarca, Cipro e Hong Kong. Attraverso i brand Imperial Fashion e Please, marchi di proprietà del gruppo, Imperial SpA è presente sia nel canale retail, dove conta oggi un centinaio di punti vendita, che nel canale multimarca con oltre 1500 clienti worldwide. Imperial SpA, forte della sua espansione, nel 2014 ha rilevato il marchio di moda femminile Dixie per coprire una fascia di mercato più ampia, agevolando così una sempre maggiore penetrazione nei mercati esteri.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il vostro successo?

Le parole chiave del nostro successo sono sicuramente Made in Italy ed internazionalizzazione. Ad oggi il commercio con l’estero vale circa il 50% del fatturato e questo successo è dovuto al fatto che realizziamo capi per tutti i nostri brand esclusivamente in Italia con la nostra qualità e stile. Il nostro processo produttivo si basa sulla“quick strategy”: 8-10 giorni è il tempo che intercorre fra l’ideazione e la messa in vendita dei capi. Questa incredibile efficienza produttiva, resa possibile dalla vicinanza di tutti i nostri partner, rigorosamente italiani e dalla gestione ottimizzata di tutti i processi aziendali, consente ai lanci settimanali dei prodotti di essere sempre perfettamente in linea con le richieste e le evoluzioni del mercato.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

In realtà gli anni di crisi per noi sono stati una grande opportunità! Abbiamo sempre realizzato una buona parte del nostro business con l’estero in quanto il nostro prodotto coniuga da sempre qualità e un value for money eccellente. Il turnover del nostro Gruppo è passato dai 67 milioni di Euro del 2010 a quasi 210 milioni di Euro nel 2016.

In quali mercati siete oggi presenti?

Se la Germania e i Paesi del Nord Europa si confermano per il Gruppo Imperial una parte fondamentale del business, segnando crescite importanti, i Paesi dell’Ex Unione Sovietica e la Francia, dove l’azienda ha una filiale dedicata, hanno realizzato nel 2016 performance di tutto rispetto. In particolare, proprio quest’ultima ha registrato nel 2016 un giro di affari pari a 15 milioni di Euro e nel primo semestre 2017 ha segnato un + 35%. Il Paese d’Oltralpe si sta dimostrando molto ricettivo verso le collezioni del Gruppo il quale ha recentemente siglato un accordo distributivo con Galeries Lafayette per il marchio femminile Please. Europa ma non solo. I piani di sviluppo di Imperial s.p.a proseguono anche in Asia dove distribuiamo a Singapore, Giappone, Indonesia e Hong Kong dove l’azienda ha un centro di distribuzione.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Per evitare di trovarsi in una situazione di impasse con i mercati esteri, ci affidiamo ad importanti studi legali internazionali sia nella gestione di pratiche burocratiche sia nella tutela dei nostri marchi. Proprio in merito a questo ultimo punto, negli anni abbiamo affrontato numerose cause per la contraffazione dei nostri brand che, grazie al supporto dei nostri avvocati, abbiamo vinto a livello nazionale ed internazionale.

A ulteriore protezione dei nostri marchi e dei diritti di proprietà intellettuale, abbiamo infine registrato in Cina il marchio Imperial. L’affermazione della Cina come potenza economica ha suscitato nelle imprese italiane un grande interesse per le opportunità di business che un mercato così vasto può offrire. Per tradizione, noi cerchiamo sempre di guardare al futuro e non lasciarci sfuggire ogni possibilità che ci permetta di crescere. Per tale motivo, data la complessità di una realtà come quella cinese, abbiamo ritenuto indispensabile valorizzare e tutelare al meglio le nostre risorse.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Per il 2017 stiamo constatando un trend di crescita positivo frutto anche degli sforzi compiuti in precedenza. Uno dei nostri obiettivi principali rimane l’espansione all’estero ed in particolare quest’anno guarderemo con grande interesse al Medio Oriente ed alle sue potenzialità per la crescita del nostro business.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Nonostante l’attuale congiuntura economica, l’Italia è ricca di potenzialità date dalla sua storia, dai suoi valori e dalla sua vocazione ad espandersi sempre oltre confine. Come imprenditore voglio raccomandare a tutti i colleghi e a tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada di non fermarsi mai perché solo guardando oltre si possono ottenere risultati.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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