Valentina Cerolini, Ceo e founder della startup, ci ha spiegato quali sono gli elementi che rendono Deesup un unicum nel mondo dell’arredo-design tenendo inoltre a sottolineare come nel marketplace Made in Italy sia possibile trovare solo oggetti di seconda mano selezionati e certificati.
Che cos’è Deesup?
Deesup è il marketplace dedicato all’arredamento di design firmato di seconda mano, dove gli utenti possono vendere i propri pezzi di design ed acquistare le icone sempre sognate scegliendo da una selezione di qualità di prodotti autentici e garantiti. L’idea prende forma nel 2016 quando di fronte all’esigenza di arredare casa intuisco un’opportunità di mercato inserita in un settore, quello dell’arredo e home living, che in Italia si posiziona al secondo posto per gli acquisti on-line. Decido quindi di lanciare un canale digitale per dare al design firmato una dimensione più democratica, rendendolo accessibile anche a chi ha budget più limitati portandolo così nelle case di tutti!
Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?
Siamo un team eterogeneo di 5 persone con background professionali che vanno dall’e-commerce al giornalismo, passando per il marketing e le vendite. Io seguo la strategia di Deesup e sono affiancata da Elena, che si occupa del supporto alle attività di vendita, Federica, impegnata nella comunicazione, Diletta, con focus sui canali social, e Francesca, la nostra web developer. Gli elementi che consideriamo più strategici per far crescere la nostra start-up sono il coinvolgimento sempre maggiore della nostra community di appassionati di design e l’engagement con nuovi parters del mondo dell’arredamento.
Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?
L’Italia è un Paese dove, purtroppo, prevalgono ancora dinamiche di acquisto tradizionali e l’apertura verso canali di vendita alternativi, come per esempio l’e-commerce, è diffusa in maniera limitata. Il digitale infatti ha ancora molta strada da fare se paragonato al successo che ha già ottenuto in altri Paesi europei. Ciò non significa che questi limiti non siano superabili, ci vorrà solo più tempo e alle start-up sono richiesti pazienza, perseveranza e tanta voglia di fare.
Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?
Il consiglio è quello di provarci, sempre e comunque, perchè il mercato va prima di tutto conosciuto e testato. La nostra esperienza, fino a questo punto, ci ha insegnato che solo il confronto diretto con i potenziali clienti può dare la risposta alla fatidica domanda “può funzionare questo business?”. Altro suggerimento è quello di inserirsi nel mondo start-up rivolgendosi anche ad incubatori ed acceleratori che offrono un grande aiuto, soprattutto alla fase di lancio, quando si tende a credere che ce la si può fare da soli. Noi ad esempio abbiamo avuto l’opportunità di partecipare allo start-up program UpIdea! e frequentare The Startup Training, il programma di Lean start-up organizzato dall’Univeristà Bocconi, entrambi ottimi percorsi che ci hanno fornito la guida per validare il nostro concept.
Dove operate al momento e quali gli obiettivi per il futuro?
Deesup opera attualmente in Italia: il nostro Paese è infatti il mercato pilota scelto per validare il modello di business e costruire la prima base utenti. Mentre consolidiamo la nostra presenza sul territorio nazionale, ci prepariamo comunque ad approdare all’estero dove il Made in Italy è considerato un’eccellenza indiscutibile di qualità e tradizione. Il nostro shop sarà a breve disponibile in lingua inglese, sono numerosi infatti gli utenti che dall’estero ci hanno già contattato.
Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business? Quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?
I mercati europei che consideriamo maggiormente attrattivi per l’arredamento di design firmato sono la Germania e l’Inghilterra, dove l’eccellenza del Made in Italy e le firme del design sono valorizzati più che altrove. In questi Paesi c’è inoltre uno spontaneo utilizzo del second-hand come canale alternativo per acquistare e vendere anche oggetti di un certo valore. Per quanto concerne la ricerca di investitori e finanziamenti le opportunità in Italia non mancano ma risultano ancora limitate, soprattutto se rapportate alla crescente domanda di funding delle numerose start-up.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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