Con il Direttore dell’Agenzia-ICE di Algeri, Giorgio Calveri, abbiamo tracciato un quadro generale dell’economia del Paese nordafricano che, per ragioni storiche e geografiche, intrattiene strettissime relazioni commerciali con la Penisola.
Quali sono le condizioni attuali e le prospettive dell’economia algerina?
L’Algeria è caratterizzata, dal punto di vista economico, dalla forte dipendenza dagli idrocarburi. Gas e petrolio contribuiscono per il 28% al PIL, per il 60% alle entrate statali e per il 95% alle esportazioni del Paese, numeri, questi, sufficienti a far capire l’impatto che ha avuto, e sta avendo, il calo dei prezzi del petrolio sull’economia nazionale e l’importanza della loro evoluzione per le sue prospettive di sviluppo. Il prezzo di equilibrio del petrolio per l’economia algerina viene stimato al di sopra dei 100 dollari al barile, livello che difficilmente sarà raggiunto a breve, nonostante si preveda un rialzo dei prezzi a partire dal 2018. A ciò va aggiunto un progressivo depauperamento delle riserve di idrocarburi del Paese, per quanto il governo abbia lanciato nuovi programmi di esplorazione e si stimi che le risorse di shale gas dell’Algeria siano tra le più significative al mondo. Tale situazione, se da un lato implica ovviamente rischi e difficoltà, in particolare sul fronte dell’equilibrio dei conti esterni e interni, dall’altro sta portando il Governo ad affrontare con più decisione l’annosa questione della diversificazione economica, dell’affrancamento dell’economia algerina dalla dipendenza da gas e petrolio.
Il documento recentemente pubblicato da Governo algerino sul “nuovo modello di crescita” pone al centro delle politica economica del Paese proprio la diversificazione dell’economia, insieme a misure volte a controllare la spesa e a limitare le importazioni. Nonostante i ritardi accumulati, esistono le condizioni per imprimere un’accelerazione a tale processo di diversificazione. Le riserve valutarie restano ingenti, benché siano passate da 178,94 miliardi di dollari alla fine del 2014 a 114,1 miliardi di dollari alla fine del 2016, il tasso di indebitamento estero è quasi nullo ed il debito pubblico interno, per quanto stia aumentando pericolosamente, è ancora a livelli sostenibili.
A ciò deve aggiungersi la stabilità politica di cui il Paese gode da lungo tempo anche se permangono, per il prossimo futuro, incertezze sugli sviluppi legati alla successione alla Presidenza della Repubblica, alla turbolenta situazione regionale ed a possibili conseguenze sul piano sociale delle riforme avviate, seppur timidamente, sul piano della tassazione e delle sovvenzioni. Il Paese dispone di forti potenzialità in numerosi settori, dall’agroindustria alle energie rinnovabili, dall’industria leggera al farmaceutico fino all’automotive. Ritengo pertanto che questa fase per molti versi complicata possa portare con sé anche notevoli opportunità. L’economia del resto ha continuato a crescere a ritmi sostenuti nel 2016 (con un aumento del PIL del 3,6% rispetto al 2015), e, sebbene nel breve termine la crescita rallenterà, già a partire dal 2018 dovrebbero vedersi gli effetti delle nuove politiche economiche, contando anche su un probabile miglioramento della congiuntura economica internazionale.
Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Algeria?
L’Italia è il primo partner commerciale dell’Algeria, primo importatore e terzo esportatore, con un interscambio complessivo di 9,41 miliardi di dollari nel 2016. La presenza del nostro Paese è tradizionalmente forte nel settore dell’energia, ma anche in quelli dei lavori pubblici e delle infrastrutture. L’industria algerina è stata storicamente equipaggiata con macchinari italiani, ed è ovviamente la meccanica la voce principale delle nostre esportazioni verso il Paese. L’Italia è leader in molti settori, dalle macchine per il confezionamento e l’imballaggio alle macchine per la trasformazione agroindustriale fino ai materiali e macchinari da costruzione. La qualità della tecnologia e dei macchinari italiani è dunque ben nota ed apprezzata in Algeria, così come lo è quella dei nostri beni di consumo, sebbene per questi ultimi il mercato resti ancora limitato considerato il basso potere di acquisto medio della popolazione.
Quali sono i settori più promettenti in cui le aziende italiane dovrebbero investire?
I settori tradizionali delle nostre esportazioni in Algeria - macchinari per l’industria agroalimentare e macchinari e materiali da costruzione - restano sicuramente quelli che offrono ancora le migliori opportunità. Secondo solo a quello degli idrocarburi, il settore dell’agroindustria è uno di quelli su cui il Paese punta maggiormente, mentre, nonostante il rallentamento dovuto alla difficile congiuntura economica, molti progetti nel campo delle costruzioni e delle infrastrutture sono tuttora in piedi. Ma, come dicevo, la nuova situazione in cui si trova il Paese ed in particolare il processo di diversificazione economica in corso, aprono prospettive interessanti in alcuni nuovi settori. Penso in particolare alle energie rinnovabili, al centro di un importante programma governativo che mira a raggiungere entro il 2030 una produzione di 22.000 MW di elettricità da fonti rinnovabili, in particolare dal solare fotovoltaico, all’automotive, anch’esso interessato da importanti interventi che stanno portando a una domanda crescente nell’ambito della subfornitura, ai macchinari per l’industria leggera, ai servizi turistici.
Esistono degli incentivi che possono essere sfruttati dalle nostre PMI che guardano con interesse al mercato algerino?
Esistono nel Paese interessanti incentivi per operazioni di investimento e partenariato industriale. Ed è proprio su questo tipo di operazioni che le nostre imprese dovranno concentrarsi per mantenere ed ampliare le posizioni acquisite sul mercato. Come accennavo prima, il Paese ha avviato una politica di sostegno alla produzione interna che si traduce tra l’altro misure in restrittive per le importazioni, attuate tramite la messa in atto di contingentamenti con quote e licenze di importazione applicate a diversi prodotti. A tali provvedimenti si affianca tuttavia un rafforzamento degli incentivi volti ad attrarre gli investimenti esteri, e, in questo quadro, i partenariati produttivi assumeranno sempre di più un’importanza strategica. Il nuovo codice degli investimenti, entrato in vigore nell’agosto scorso, prevede una serie di facilitazioni, soprattutto di carattere fiscale, modulate per settore e aree geografiche. Non sembra tuttavia al momento prospettarsi una cancellazione della regola del 51%-49% sulla proprietà delle società operanti in Algeria. Sebbene il nuovo codice degli investimenti non la contempli direttamente, essa è infatti tuttora prevista a livello di legge finanziaria.
Quali sono le prossime iniziative che ICE Algeri metterà in campo a supporto delle imprese italiane?
La strategia futura dell’ICE in Algeria si svilupperà secondo due direttrici: da un lato, verranno confermate le principali attività tradizionali, in particolare con riguardo alla partecipazione alle più importanti manifestazioni fieristiche nei settori della agroindustria e dell’edilizia; dall’altro, sarà importante avviare interventi innovativi che permettano di cogliere le opportunità e di minimizzare i rischi legati alla fase economica attraversata dal Paese. Una rinnovata attenzione dovrà pertanto essere riservata ai settori, che citavo prima, considerati prioritari nel quadro del processo di diversificazione dell’economia, e per i quali si prevede un significativo sviluppo nel prossimo futuro.
L’Ufficio ICE di Algeri ha quest’anno in cantiere 13 iniziative promozionali, che stanno tutte riscontrando forte interesse da parte del mondo imprenditoriale italiano e algerino, mentre l’attività di assistenza specializzata continua a riguardare un gran numero di aziende che vengono accompagnate dal nostro Ufficio con azioni, per citare solo le più ricorrenti, che vanno dalla ricerca di partner all’organizzazione di incontri bilaterali, dall’organizzazione di eventi promozionali e di comunicazione specifici all’assistenza nella partecipazione a gare d’appalto. Ciò dimostra che, nonostante la difficile congiuntura, l’Algeria continua ad essere un Paese con cui abbiamo un rapporto privilegiato, la cui economia presenta forti caratteri di complementarietà con quella italiana, e che offre sicuramente importanti possibilità di collaborazione sul piano economico e commerciale
Lo sforzo comune di aziende ed istituzioni è fondamentale per cogliere le opportunità che offre un mercato importante e complesso come quello algerino, soprattutto in un momento di forte trasformazione economica come quello attuale.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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