Libano, un Paese sofisticato che apprezza i prodotti europei

Libano, un Paese sofisticato che apprezza i prodotti europei

07 Luglio 2017 Categoria: Exportiamo Incontra Paese:  Libano

La ripresa dell’economia libanese potrebbe fornire un’importante chance alle PMI italiane interessate ad espandere il proprio business e/o investire nello Stato del Vicino Oriente. Ne abbiamo parlato con Francesca Zadro, direttore di ICE Beirut, che ha indicato energia, edilizia e agroalimentare come alcuni fra i settori più interessanti su cui puntare nel prossimo futuri.

Quali sono le condizioni attuali e le prospettive dell’economia libanese?

L’economia libanese è basata prevalentemente sul terziario: il settore bancario, il turismo e il commercio che contribuiscono per oltre il 70% alla formazione del PIL. Nei prossimi tre anni il ritmo di crescita del PIL dovrebbe assestarsi su una media del 2,9%.
Le positive prospettive di sviluppo sono determinate dal miglioramento del clima politico interno che ha portato all’elezione del Presidente della Repubblica dopo quasi due anni di attesa, dalla formazione di un Governo che ha ripreso una politica attiva dopo un lungo periodo di inazione, dalla prospettiva di prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento - anch’esso bloccato dallo stallo politico degli ultimi anni.

Altri fattori positivi per la ripresa economica sono determinati dal miglioramento dei rapporti con i Paesi del Golfo che dovrebbe riportare nel Paese maggiori finanziamenti e la ripresa del turismo regionale. Il graduale miglioramento della crisi siriana allevierà il peso che in questi anni è gravato sull’economia libanese poiché il Libano è il Paese che ospita il più alto numero di rifugiati siriani rispetto alla popolazione locale. La Siria, inoltre, era il principale partner commerciale del Libano e la rotta commerciale attraverso cui le merci libanesi transitavano verso Iraq e Iran.

Il Paese si sta preparando a diventare l’hub per la ricostruzione della Siria. I punti di forza sono dati dagli storici legami imprenditoriali con la Siria e dagli sviluppi infrastrutturali che il Governo sta realizzando proprio in vista della riapertura delle rotte commerciali con la Siria. Investimenti importanti sono in corso nel nord del Paese, in particolare al porto di Tripoli, porto di acque profonde, destinato a diventare il crocevia logistico per il trasporto delle merci verso la Siria.
Infine, la politica espansiva della Banca Centrale e le sue continue misure di sostegno all’economia, assieme alla caduta dei prezzi del petrolio e all’apprezzamento del dollaro, contribuiscono allo stimolo dei consumi, rafforzando il bilancio dello Stato e migliorando la bilancia dei pagamenti.

Che tipo di consumatori sono i libanesi: quali caratteristiche ricercano in un prodotto e su che livello si attesta il loro potere d’acquisto?

Il Libano è riconosciuto come il Paese di riferimento ed in taluni casi il trend setter dell’area. I consumatori locali sono cosmopoliti (viaggiano molto per studio, piacere e affari) e sono tendenzialmente alla ricerca di prodotti di fascia alta. Inoltre i libanesi sono preparati, sofisticati ed aperti ai nuovi prodotti, soprattutto se europei. Infine sottolineo che anche i consumatori di fascia media sono disposti a spendere di più per un prodotto di marca e di qualità.

Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Libano?

L’apprezzamento per il nostro Paese è profondo ed autentico, anche grazie al contributo oramai decennale della missione di pace Unifil. Il consumo di prodotti italiani è legato al concetto di qualità e di lusso perché contribuisce a migliorare l’immagine di chi lo consuma, in un Paese in cui l’immagine conta molto.
L’Italia, come secondo partner commerciale del Libano dopo la Cina, rappresenta per gli imprenditori libanesi un punto di riferimento per l’approvvigionamento di beni strumentali e di consumo nonché di tecnologie avanzate e servizi di ingegneria di cui il Paese non dispone. L’Italia è inoltre un partner commerciale importante nei progetti di collaborazione industriale soprattutto nei settori prioritari per lo sviluppo del Paese.
Le aziende e i prodotti italiani sono noti, apprezzati e ricercati. La vicinanza geografica, il dinamismo imprenditoriale dei due Paesi, la diffusa conoscenza della lingua italiana, la similarità delle strutture aziendali e della gestione familiare contribuiscono a favorire i rapporti tra le aziende italiane e libanesi.

Quali sono i settori più promettenti in cui le aziende italiane dovrebbero investire?

Il Paese presenta alcune gravi carenze infrastrutturali, legate prioritariamente alla gestione dei rifiuti, alla gestione dell’acqua potabile e delle acque reflue e al deficit energetico. In particolare per il settore energetico, la cui carenza è stimata attorno al 23% della domanda totale con un impatto nettamente negativo su consumatori ed industria, il Governo libanese ha messo in opera una serie di azioni per affrontare la crisi anche puntando sul sostegno di tutte le iniziative pubbliche, private e individuali tese ad adottare l’utilizzo di energie rinnovabili, per raggiungere entro il 2020 il 12% dell’offerta elettrica e termica da fonti rinnovabili.

In questo contesto sono da evidenziare le opportunità per le imprese italiane date dai numerosi progetti in corso e in pipeline relativi all’efficientamento energetico (EE) e alla produzione di energia da fonti rinnovabili (RE). Merita segnalare che le opportunità per le aziende italiane sono rafforzate anche da progetti di cooperazione bilaterale. Tra gli altri si segnala l’accordo siglato lo scorso dicembre tra il Ministero dell’Ambiente italiano e la Banque du Liban per un valore pari a 5 milioni di euro destinati a progetti di EE e RE che includano almeno il 60% di tecnologia e prodotti italiani. Altro progetto in evidenza è gestito direttamente dal Lebanese Center for Energy Conservation (LCEC) e prevede lo stanziamento di 2,4 mln di euro per progetti che includano tecnologia e prodotti italiani al 100%.Un ulteriore settore in cui le aziende italiane possono investire è legato alle costruzioni (infrastrutture ed edilizia). Nel 2016 il settore ha contribuito per il 16% al PIL del Paese. Al momento sono in corso progetti per 3,4 miliardi di dollari con previsioni di crescita grazie alla ripresa degli investimenti dei Paesi del Golfo.

Infine, il Libano è definito un Paese “ad alta densità di beni culturali” e vanta 5 siti classificati come Patrimonio dell’Umanità UNESCO su un territorio di 10.452 km2. Questo importante patrimonio richiede rilevanti interventi di restauro e manutenzione, che vedono impegnati diversi organismi nazionali ed internazionali, con progetti destinati alla conservazione, valorizzazione e gestione dei siti archeologici, alla riabilitazione dei centri storici ed al miglioramento delle infrastrutture e al recupero di edifici storici.
È importante ricordare sempre che le opportunità del mercato libanese non si limitano al confine geografico del Paese ma, forti dei legami familiari e manageriali delle aziende libanesi, si estendono con facilità agli altri Paesi del Medio Oriente, dell’area del Golfo e del continente africano con i quali il Libano intrattiene rapporti commerciali molto stretti.

Ci sono particolari regole della cosiddetta Business Etiquette che è bene tenere presenti quando si ha a che fare con un soggetto locale?

I libanesi sono imprenditori cosmopoliti e plurilingue che viaggiano moltissimo e che basano la loro attività imprenditoriale su importanti reti d’affari a livello internazionale. Sono preparati e competenti. I legami familiari sono molto importanti e spesso sono l’asse portante della struttura aziendale. Nelle relazioni commerciali molto si basa sul rapporto personale di reciproca conoscenza e stima che spesso sfocia in amicizia. L’invito a visitare l’azienda in Italia e conoscere chi l’ha fondata e la gestisce è un obbligo se si vuole iniziare un rapporto d’affari basato sulla reciproca fiducia. Il libanese farà lo stesso e aprirà all’imprenditore italiano le porte della propria azienda e della propria famiglia. Infine, è bene tenere presente che gli imprenditori libanesi sono generalmente molto puntuali, precisi e professionali.

Esistono degli incentivi che possono essere sfruttati dalle nostre PMI che guardano con interesse al Libano?

Ci sono degli incentivi dati dalla Investment Development Authority of Lebanon (IDAL), ente che assiste investitori stranieri e libanesi nello stabilimento di un’attività produttiva in Libano. Gli incentivi dipendono dal tipo di investimento e variano dalla totale esenzione delle imposte sul reddito e sui dividendi per i primi 10 anni alle riduzioni dei costi fino al 50% dei permessi di costruzione e alla facilitazione nell’ottenimento dei permessi di lavoro. Ricordiamo, inoltre, che il Paese è nella cosiddetta “white list” e non ci sono restrizioni all’uscita di valuta dal Paese.

Quali sono le prossime iniziative che ICE Beirut metterà in campo a supporto delle imprese italiane?

L’attività dell’ICE si articola su due linee di attività principali: il consolidamento e il rafforzamento delle quote di mercato attuali attraverso il sostegno agli attori locali e alle aziende italiane già operanti sul mercato; l’attivazione di iniziative finalizzate all’inserimento di nuovi prodotti e nuove aziende. Le aree di intervento prioritarie della promozione commerciale sono identificate, per il prossimo triennio di attività, nei settori ambiente, edilizia, contract, design, restauro e food&beverage. La scelta riflette l’analisi delle necessità del mercato locale e della relativa domanda messa a confronto con le potenzialità e le opportunità dell’offerta italiana.

I principali strumenti utilizzati per la promozione commerciale includono la partecipazione alle fiere, l’organizzazione di workshop e incontri b2b, l’assistenza personalizzata alle aziende italiane per la ricerca di nuovi partner commerciali, la promozione della partecipazione di imprenditori libanesi alle più importanti fiere in Italia. Il lavoro è svolto in collaborazione con i rappresentanti imprenditoriali locali, le camere di commercio e il gruppo Lebitalia, le associazioni industriali e di categoria.

Le prossime iniziative riguardano la promozione del restauro con la partecipazione di una delegazione di aziende accompagnate da Assorestauro; per il settore energia è in programma la partecipazione a settembre a IBEF (International Beirut Energy Forum) con incontri b2b con aziende del settore. Per il settore food&beverage sta partire un progetto di promozione che culminerà con la settimana della cucina italiana e che prevede anche una serie di workshop di promozione del vino italiano. Infine per il prossimo anno confermiamo, inoltre, l’importante appuntamento con la collettiva italiana a Project Lebanon per i settori edilizia, contract ed energia.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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