Il Plan Senegal Emergent (PSE), varato dal Presidente della Repubblica del Senegal S.E.M. Macky Sall, ha fissato l’ambizioso obiettivo di una crescita media del 7% per il Paese. Con il nostro approfondimento forniremo una visione a 360° di questo stato emergente, le cui prospettive economiche sono in netto miglioramento.
Il Senegal ha un territorio di circa 200.000 km2 a cavallo tra la zona desertica del Sahel a nord e quelle tropicali della Guinea Bissau a sud. Le sue frontiere sono ad ovest con l’Oceano Atlantico per ben 530 km, la Mauritania a Nord, il Mali a est, la Guinea e la Guinea Bissau a sud, mentre lo stato del Gambia è incastrato nel territorio del Senegal nel sud del Paese. Il clima è caldo tropicale con una stagione secca e una stagione umida e un periodo delle piogge generalmente da giugno/luglio a settembre.
La lingua ufficiale dello Stato è il francese e sono sei le lingue etniche parlate dalle etnie che compongono la sua popolazione, la più comune è il wolof.
La sua popolazione è di circa 14 milioni abitanti ed il suo territorio è diviso in 14 regioni; fra queste spicca Dakar, che è anche la capitale fin dal 1904 quando era ancora una colonia.
Diventato una Repubblica indipendente nel 1960, il Paese ha avuto quattro Presidenti sino ad oggi e tutti hanno regolarmente finito il loro mandato.
Economia
Il Senegal è uno dei Paesi più stabili del continente africano e la sua crescita economica è, negli ultimi anni, costante e continua. È famoso per le bellezze naturali ed è una destinazione turistica molto apprezzata per la musica, l’artigianato e le sue meravigliose spiagge. Inoltre il suo territorio rappresenta un’importante area per gli uccelli migratori che ogni inverno fanno ritorno dall’Europa e che si stanziano in massa a nord di Saint-Louis e più precisamente nel Parc National aux Oiseaux du Djoudj, una delle più importanti riserve del mondo.
Da sempre il Senegal è il Paese più occidentale del continente africano e la sua economia si basa principalmente su allevamento e agricoltura con un’importanza predominante della pesca. Il settore delle costruzioni è uno dei settori trainanti ed è al centro del PSE, piano che si basa su tre linea guida:
1. la trasformazione strutturale dell’economia;
2. la promozione del capitale umano;
3. il buon governo.
Il PSE mira anche a rinforzare il settore delle energie e delle infrastrutture, sostenere e migliorare il sistema produttivo del Paese e le condizioni generali degli abitanti, oltre al sistema finanziario per gli investimenti strategici.
Il Governo ha varato un Codice degli Investimenti e un EFE (Entreprise Franche d’Exportation) per sostenere le aziende che intendono investire in Senegal.
Il Paese fa parte di due importanti Comunità Economiche Regionali: l’UEMOA di cui fanno parte Benin, Burkina Faso, Côte d’Ivoire, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo con una moneta comune, il Franco CFA, cha ha un cambio fisso con l’Euro ed una frontiera comune. Dakar è anche parte del REC CEDEAO o ECOWAS insieme a Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo.
I settori più interessanti per gli imprenditori che vogliono investire in Senegal sono - secondo l’Apix - agricoltura e agroalimentare, turismo, prodotti ittici e acquacoltura, IT e servizi telematici, salute, educazione, energie rinnovabili e settore minerario.
Da tenere sotto controllo anche infrastrutture, costruzioni, tessile, attività collegate alla trasformazione dei prodotti agricoli e al condizionamento, conservazione e congelazione dei prodotti alimentari.
Opportunità per il Made in Italy
Svariati sono i segnali che ci fanno pensare che il Senegal sia un Paese estremamente fertile per lo sviluppo commerciale ed industriale delle nostre aziende, per fare solo qualche esempio il tema dell’ultimo G7 in Italia a Taormina, o la Regione Sardegna che ha effettuato una missione per la creazione di un progetto nei settori dell’edilizia, dell’efficientamento energetico, della pesca e dell’agroalimentare così come il G20 Africa che si è tenuto in giugno a Berlino che mettono in risalto tutte le opportunità oltre alla necessità di investimento nei Paesi africani.
Inoltre il Senegal dovrebbe rappresentare (stando alle previsioni di SACE), nel 2017, il mercato con il più alto tasso di crescita per quel che riguarda l’acquisto di prodotti Made in Italy fra tutti i Paesi del Continente nero (+7,2%). Il buon andamento di Dakar può essere spiegato in particolare in ragione della struttura diversificata della sua economia che dunque non è fortemente dipendente dall’andamento dei prezzi di materie prime energetiche e minerarie.
In generale - nell’arco del prossimo triennio - l’export di Made in Italy nel Paese africano crescerà ad un ritmo interessante che si dovrebbe avvicinare al 6,5%: in tal modo l’export annuo complessivo del Belpaese potrebbe superare i 250 milioni di euro.
Fra i prodotti italiani maggiormente richiesti in Senegal vi sono i mezzi di trasporto (previsioni 2017: +8%) ma quelli più acquistati rimangono i prodotti della meccanica, della chimica e del settore food&beverage.
Per avere successo in un Paese come il Senegal è sicuramente necessario poter contare su una struttura ben organizzata con un progetto preciso e concreto di sviluppo oltre ad una minima capacità di investimento a medio e lungo termine.
Fra i principali fattori d’attrazione degli investitori stranieri spiccano quindi posizione geografica strategica, bassi costi di produzione e di manodopera ed un quadro fiscale che offre una serie di interessanti incentivi per PMI ed investitori esteri.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Barbara de Siena, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA