La Polonia, dopo l’ingresso nell’UE, ha avuto una crescita economica costante rimanendo l’unico Paese comunitario a non essere mai entrato in recessione dall’inizio della crisi.
Varsavia ha infatti beneficiato di circa 85 miliardi di euro di fondi europei per il periodo 2007-2013 (utilizzati per circa il 97%) e, per il periodo 2014-2020, è stato confermato lo stanziamento di ulteriori 82,5 miliardi. Nel 2016 il PIL si è attestato al 3,6% e per il 2017 l’OCSE stima una crescita ancora maggiore che dovrebbe attestarsi intorno al 3,7%.
Le previsioni positive sono dovute principalmente alla forte domanda interna sostenuta dal buon andamento del mercato del lavoro e dall’aumento del reddito disponibile reale delle famiglie.
Situazione politica
Il partito di maggioranza in Polonia, dal 2015, è Diritto e Giustizia (Pis), un partito di estrema destra di cui una dei maggiori esponenti è Beata Szydło, la prima ministra polacca. Diritto e Giustizia ha vinto le elezioni grazie all’appoggio di un elettorato composto soprattutto da persone anziane, molto religiose e poco istruite ed ha ottenuto la maggioranza dei seggi in Parlamento grazie al premio di maggioranza, battendo i partiti di centrodestra che sostenevano il precedente governo.
Sin dai primi giorni di mandato, il governo capitanato dalla Szydło, ha dato prova della propria linea politica incentrata sul controllo e l’accentramento del potere.
Alcune delle riforme emanate ne sono prova lampante. L’esempio più significativo è la nuova legge sui mezzi di informazione, approvata il 7 Gennaio 2016, la quale prevede che sia il ministero del Tesoro, quindi il governo, a nominare direttamente i dirigenti della tv e della radio pubblica, che prima erano scelti invece da uno speciale consiglio.
Il malcontento del popolo polacco negli ultimi mesi è notevolmente cresciuto, sfociando nella manifestazione di inizio maggio a Varsavia.
Migliaia di persone, 50mila secondo le autorità, hanno protestato nel centro di Varsavia alla manifestazione indetta dalla principale forza di opposizione polacca (il partito liberale Piattaforma civica) contro il governo nazionalista rivedicando un Paese “libero ed europeo”. “Protestiamo perché il governo vuole allontanarci dall’Europa ma i polacchi sono totalmente europei; protestiamo perché questo governo non rispetta i valori europei, i trattati europei e le libertà personali”, ha dichiarato il presidente del Comitato di Difesa della democrazia (Kod), Mateusz Kijowski.
Economia
Il settore trainante dell’economia nazionale, in termini di indotto generato, è il terziario, il quale pesa circa il 59% dell’economia nazionale. Il comparto industriale si suddivide principalmente nei seguenti settori: industria pesante (carbone, acciaio, ferro), chimica, elettronica, automobilistica e navale.
La Polonia, inoltre è il più grande produttore ed esportatore di mele, lamponi e mirtilli. Il Paese è diventato uno dei principali fornitori di frutta e verdura in Europa espandendosi fortemente anche sui mercati d’oltremare. In particolare la melicoltura rappresenta quasi l’80% dell’intera produzione della frutta.
L’Italia si conferma come quarto partner commerciale della Polonia e sesto principale Paese investitore, con la presenza di grandi aziende ma anche numerose piccole e medie imprese, che trovano in Polonia condizioni di sviluppo vantaggiose (manodopera qualificata, mercato interno di notevoli dimensioni, possibilità di proiezione verso gli altri mercati dell’Europa centro-orientale).
In generale i Paesi UE restano i partner privilegiati della Polonia ed accolgono circa l’80% dell’export Made in Poland.
Il Made in Italy in Polonia
Il trend al rialzo dei salari reali, la formazione di una consistente classe media e la presenza, seppur contenuta, di una classe medio-alta e una sostenuta domanda interna, hanno formato uno scenario favorevole per la richiesta di beni di consumo Made in Italy, in particolare in due settori: arredo e sistema persona (abbigliamento in genere, calzature, gioielleria).
Le esportazioni italiane verso la Polonia, nel corso del tempo, sono costantemente aumentate. Da destinazione “cenerentola” per il nostro export, Varsavia è diventata ora l’undicesimo mercato di sbocco (€ 9,3 miliardi con una quota del 5,3% sull’import totale), con una forte crescita negli ultimi anni in particolare nel settore dei macchinari.
Il settore nel quale le aziende italiane stanno trovando maggiori possibilità di investimento è senza dubbio l’edilizia. A testimonianza di quanto detto, è possibile prendere in esame il progetto, “Italy & Poland Building Together”, missione promossa a Varsavia dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), in collaborazione con Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Ministero dello Sviluppo economico, Ambasciata d’Italia, Agenzia Ice e Oice.
Gerardo Biancofiore, presidente dell’Ance, sottolinea: “La Polonia è la nazione dell’Unione Europea che ha speso meglio i fondi messi a disposizione nel settennio 2007-2013. E’ uno dei motivi per cui abbiamo posto il Paese al centro delle nostre attenzioni. La rilevanza che il governo polacco intende riservare allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto è un altro elemento importante, considerata la qualità e il know how delle nostre aziende in questo settore”.
Investire in Polonia rimane un ottimo affare per le aziende italiane sia da un punto di vista fiscale (l’imposta sul reddito delle imprese è al 19%) sia per i numerosi incentivi disponibili.
Infatti, per stimolare gli investimenti nelle ZES (Zone Politiche Speciali), lo Stato e le amministrazioni mettono a disposizione i seguenti incentivi:
- esenzione dalla tassa sul reddito;
- sgravi per le imposte sugli immobili;
- sgravi per le tasse sui mezzi di trasporto;
- sgravi per i dazi doganali;
- incentivi non fiscali per l’assunzione di nuovo personale;
- incentivi non fiscali relativi alle procedure di investimento.
La crescita dell’economia polacca può quindi costituire una ottima chance anche per le imprese italiane che possono fare affari a Varsavia e dintorni sia direttamente (con la costituzione di società di diritto polacco) che indirettamente (fornendo impianti, tecnologie e servizi o eseguendo opere finanziate da fondi UE).
Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it
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