Potocco: da una piccola bottega ai mercati internazionali

Potocco: da una piccola bottega ai mercati internazionali

07 Giugno 2017 Categoria: Un'Italia da Export

La storia di Potocco è una storia di un’eccellenza italiana nel settore dell’arredo capace di conquistare i mercati esteri e di arrivare a collaborare con importanti firme del design internazionale. Ne abbiamo parlato con Antonino Potocco che ci ha raccontato come sta portando avanti il progetto iniziato dal suo bisnonno ormai quasi 100 anni fa…

Ci racconti brevemente la storia della sua azienda…

Potocco fonda le proprie radici nel 1919 quando il mio bisnonno, Domenico Potocco, aprì insieme ai figli una piccola bottega artigiana per la produzione di sedie a Manzano, provincia di Udine, nel cuore del Triangolo della Sedia. Da piccola bottega artigiana per la produzione di sedie, Potocco si è evoluta nel corso degli anni trasformandosi in una vera e propria realtà industriale, specializzata nella creazione di arredi per la casa e il contract, adatti sia agli ambienti indoor che outdoor.

Una storia di eccellenza che attraversa tutto il ‘900 italiano, in un percorso di crescita che, dalla partecipazione al primo Salone del Mobile in qualità di socio fondatore nel 1961, ha portato Potocco a collaborare con importanti firme del design internazionale e a conquistarsi una posizione di rilievo come eccellenza del Made in Italy. Attulamente guido l’azienda insieme all’aiuto delle mie figlie Alice e Marianna che rappresentano la quinta generazione della famiglia e possiamo vantare una presenza in tutto il mondo grazie a una solida e vasta rete di distributori e alla recente apertura delle divisioni Potocco USA e Potocco Asia.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Un importantissimo punto di forza della nostra azienda è da sempre la grande capacità di personalizzazione offerta al cliente. Grazie a una produzione gestita internamente e all’abilità nella lavorazione dei materiali, Potocco è in grado di realizzare su misura ogni proposta, customizzandola sulla base di specifiche richieste. Un servizio a cui dedichiamo estrema cura in ogni fase, a partire dagli schizzi preliminari del progetto, grazie alla stretta collaborazione con i designer, fino all’assistenza post-vendita, in un lavoro quotidiano che ha come obiettivo finale la soddisfazione della clientela e il raggiungimento della massima qualità.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

La presenza sui mercati internazionali è stata una scelta obbligata che si è però rivelata assolutamente vincente. In Italia la situazione infatti è piuttosto complicata. E’ una cosa di cui mi dispiaccio molto perché mi piacerebbe poter avere la possibilità di seguire un maggior numero di progetti nel nostro Paese.

All’estero siamo invece molto forti in particolare nel contract che rappresenta il 60% della nostra produzione. I nostri clienti sanno infatti che Potocco è in grado di rispondere rapidamente ad ogni richiesta di personalizzazione grazie a una produzione completamente interna. Per questo motivo seguiamo moltissimi progetti in settori anche molto diversi: dall’hospitality al corporate, dal retail al navale.

Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Per seguire direttamente i mercati esteri abbiamo sviluppato un’estesa rete di rivenditori che copre tutto il mondo. Recentemente abbiamo inaugurato a Singapore la divisione Potocco Asia che segue tutto il mercato asiatico, dall’Australia al Giappone dal Vietnam alle Filippine, mentre è del 2015 il lancio della divisione Potocco USA.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?

Tenete presente che per quanto riguarda i progetti contract, in cui noi siamo molto forti, 9 progetti su 10 sono realizzati all’estero. L’export incide infatti sul nostro fatturato per il 90%.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Un punto determinante della nostra crescita è stato sicuramente la partecipazione costante alle principali manifestazioni fieristiche in giro per il mondo. Questo ci ha dato infatti la possibilità di entrare in contatto con moltissimi addetti ai lavori del nostro settore creando una fitta rete di contatti. Sono nate in questo modo numerose collaborazioni che ci hanno permesso di consolidare il nostro ruolo nei mercati esteri.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

La scelta di creare due divisioni estere, una per il mercato americano e una per il mercato asiatico, ci permette di essere presenti direttamente sul territorio e poter così facilmente gestire le questioni burocratiche in modo efficace.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Il nostro obiettivo è sicuramente quello di proseguire nel segno dell’eredità storica ma con lo sguardo sempre rivolto ai cambiamenti del mercato cercando di rispondere alle diverse richieste della clientela con quell’attenzione alla qualità e alla cura dei dettagli intrinseca alla produzione Potocco.
E’ con questo atteggiamento che puntiamo a diffondere maggiormente il nostro brand a livello internazionale rafforzando ancora di più la nostra presenza in particolare nel mercato asiatico che sta dimostrando un grande apprezzamento delle nostre proposte.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

La mia personale ricetta per affrontare i mercati esteri è fatta di pochi ma importanti ingredienti: concretezza progettuale, alta qualità e attenzione al cliente che deve essere coinvolto in maniera attiva e supportato in tutte le fasi, dall’ideazione del progetto al servizio d’assistenza post vendita. Obiettivo primario è offrire ogni volta una ”customer experience” d’eccellenza.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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