Expatriamo in Germania: lavorare e fare business nella prima economia d'Europa

Expatriamo in Germania: lavorare e fare business nella prima economia d'Europa

16 Maggio 2017 Categoria: Expatriamo Paese:  Germania

Una delle economie più sane d’Europa, un mercato attrattivo sia per chi è alla cerca lavoro che possibilità d’investimento al di fuori dei confini nazionali, la Germania racchiude possibilità ed opportunità che scopriremo insieme all’interno di questo nuovo capitolo di Expatriamo.

Cominciamo evidenziando che il tasso di disoccupazione della Germania, secondo i dati di Eurostat di febbraio 2017, è il secondo più basso dell’Unione Europea (dopo quello della Repubblica Ceca), anche se permangono disparità sostanziali a livello regionale con l’Est del Paese che “corre” meno velocemente rispetto all’Ovest. In ogni caso le opportunità da cogliere in terra tedesca sono molteplici ed all’interno di questo articolo ne affronteremo alcune tra le più succulente.

Inoltre è un dato di fatto che tra Italia e Germania gli scambi commerciali siano una assai sviluppati e questo trend non accenna a diminuire, come riportato nella breve intervista che qualche tempo fa ci ha rilasciato Susanne Marianne Wasum-Rainer, Ambasciatore tedesco in Italia, di cui vi riproponiamo un breve passaggio:

“Ci sono pochi Paesi con cui la Germania intrattiene legami così stretti come con l’Italia, in ambito storico, culturale e last but not least anche economico. Nell’ultimo anno, l’interscambio commerciale fra i nostri due Paesi ha raggiunto un ulteriore valore record. Contrariamente alla tendenza al rallentamento degli scambi internazionali siamo certi che anche quest’anno continuerà a crescere. Questo è dovuto soprattutto all’aumento delle esportazioni dalla Germania verso i Paesi esteri extraeuropei e di conseguenza al maggior fabbisogno di prodotti dell’indotto italiano”.

Lavorare in Germania

Stando a quanto riporta un sondaggio realizzato dall’Ifo Institut di Dresda, la mancanza di personale qualificato è la principale preoccupazione degli imprenditori tedeschi ancora di più della crisi dell’euro e del protezionismo globale in aumento. In più un calcolo riportato dall’ente tedesco per il mercato del lavoro e la ricerca professionale (Iab) mostra che sarebbe necessaria l’introduzione di 400 mila impiegati l’anno per mantenere costante la forza lavoro necessaria alle imprese tedesche a lungo termine.

Per questa ragione, nel 2012, le istituzioni tedesche hanno introdotto un piano d’incentivazione dell’immigrazione di personale qualificato. Inoltre l’Agenzia Federale per il Lavoro (Bundesagentur für Arbeit) tramite il servizio per il collocamento da e verso l’estero ricerca costantemente personale specializzato. Gli interessati possono visionare il sito www.make-it-in-germany.it, nato dalla collaborazione con il Ministero del Lavoro e Affari sociali e quello dell’Economia.

Queste le figure professionali più richieste:

  • Ingegneri dell’autoveicolo;
  • Assistenti agli anziani insegnanti;
  • Tecnici ferroviari e macchinisti;
  • Settore sanitario (la Germania ha gravi carenze di dottori, infermieri, fisioterapisti e farmacisti);
  • Specialisti del settore IT.

Contesto fiscale e tributario

Al fine di fornire ad aspiranti expat una visione d’insieme completa, nel corso di questo paragrafo presenteremo le principali aliquote ed imposte presenti all’interno del sistema tedesco. Cercheremo così di chiarire se e quanto conviene il trasferimento in Germania ad un eventuale lavoratore italiano, o la scelta di delocalizzare l’azienda ad un imprenditore.

Tasse al consumo

L’imposta sul valore aggiunto (IVA), chiamata Umsatzsteuer (USt) o Mehrwertsteuer (MwSt) è del 19%. Su alimenti, trasporti pubblici, libri e ai giornali ed altri prodotti di consumo e servizi quotidiani si applica un’aliquota ridotta del 7%. Generalmente non vi è tassazione su forniture all’interno dell’UE, su esportazioni verso Paesi extra UE e sul trasporto di merci da e per Paesi extra UE.

Imposte sulle società

L’aliquota standard è del 15% ma, tenendo conto della tassa professionale, l’aliquota effettiva si aggira sul 30-33%.

Aliquota d’imposta per i gruppi di società straniere

Qui il dato è particolarmente interessante: non esiste alcuna distinzione tra le società locali e società straniere. Tutte le imprese sono soggette, a livello municipale, all’imposta comunale che ha un’aliquota del 3,5%, mentre l’imposta sulle società è fissata al 29,8%. Nelle società a nome collettivo i soci sono tassati per il 15% dei loro redditi, per ogni reddito annuale superiore a 7.664 euro.

Previdenza

L’assicurazione pensionistica tedesca è tipo contributivo: ciò significa che l’importo ricevuto per la pensione dipende da quanto si è versato nel corso della vita lavorativa. La reversibilità della pensione in caso di decesso del proprio partner è totale. I lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici sono esenti dall’assicurazione pensionistica obbligatoria.

Gli espatriati che hanno lavorato (anche solo pochi anni) in Germania possono essere ammessi a rivendicare i loro diritti pensionistici una volta ritornati al loro Paese d’origine, se sono cittadini dell’UE.

Inoltre, i residenti in Germania con origini estere, hanno i requisiti anche per entrare a far parte dei regimi pensionistici privati, che sono molto utilizzati dai cittadini tedeschi. I contributi privati possono essere pagati anche se si decide di tornare al proprio Paese d’origine.  

Un ultimo punto da analizzare riguarda l’assicurazione sanitaria, obbligatoria per tutti coloro che decidono di vivere in Germania; essa può essere di carattere pubblico o privato, non esistono imposizioni a riguardo.

In conclusione le informazioni fornite possono rappresentare un punto di partenza importante per tutti gli italiani (imprenditori e non) che hanno intenzione di vivere e lavorare in Germania, Paese che - come abbiamo visto - presenta una serie di vantaggi non di poco conto sia per chi vuole fare business sia per chi, semplicemente, non riesce a trovare un’occupazione che lo soddisfi nella Penisola.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it

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