Yogurtlandia, il gusto sano del Made in Italy che guarda all'Africa

Yogurtlandia, il gusto sano del Made in Italy che guarda all'Africa

10 Maggio 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Yogurtlandia è un’azienda italiana nata all’inizio degli anni ‘90 per proporre un frozen yogurt alternativo a quello americano, troppo ricco di grassi e zuccheri, e quindi poco adatto ai palati europei. Della storia della società abbiamo parlato con Alessandro Galante, amministratore della Yo.Ga. srl, una realtà dinamica diventata protagonista anche sui mercati internazionali.

Ci racconti brevemente la storia della sua azienda…

Il progetto Yogurtlandia nasce nei primi anni Novanta da un’idea di Eusebio Galante, il fondatore dell’azienda. L’idea è scaturita durante un viaggio negli Stati Uniti, un mercato in cui le yogurterie erano già molto diffuse ed il frozen yogurt era già un prodotto mainstream. Il prodotto venduto al di là dell’Atlantico, tuttavia, risultava poco adatto al gusto della clientela italiana ed è per questo motivo che si è andati alla ricerca di una ricetta più equilibrata e attenta alla qualità delle materie prime: la stessa ricetta è anche oggi, dopo 22 anni, considerata la migliore del settore.

La formula del franchising è stata la scelta vincente per proporsi sul mercato italiano, permettendo ai clienti che si sono man mano affiliati alla rete di unire la semplicità di avvio dell’attività ad una proposta innovativa che negli anni si è tenuta costantemente aggiornata con l’integrazione di nuovi prodotti (crêpes, waffles, pancakes, smoothies, frappé, bubble tea, ecc.).

Oggi Yogurtlandia è un network di yogurterie in franchising presente con un centinaio di punti vendita in Italia, in Europa e nel mondo.
Nel 2011 è nato anche il marchio “Yò for You!”, una linea di yogurterie dedicata ad un diverso target di clientela che sta raccogliendo consensi anche all’estero.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Il fattore principale del successo di Yogurtlandia è la bontà e qualità dei prodotti offerti ai nostri affiliati. L’eccellente semilavorato, ricetta esclusiva formulata appositamente per noi, è l’unico sul mercato italiano ad essere utilizzato solamente con lo yogurt fresco, dove tutti i nostri competitor utilizzano latte a lunga conservazione. Nei mercati esteri non abbiamo finora trovato un prodotto che potesse eguagliarlo.

In Italia è ormai consolidata la collaborazione con l’azienda Milkon che rifornisce i nostri negozi del rinomato yogurt a marchio Mila, proveniente dagli allevamenti dell’Alto Adige. All’estero ci impegniamo a ricercare i migliori fornitori di yogurt sul posto per garantire la qualità del nostro prodotto principe ovunque ci installiamo.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

Senza dubbio l’ingresso nei mercati esteri, in questo periodo di crisi, è voluto e desiderato per cercare un ulteriore sviluppo commerciale. La possibilità di essere presenti all’estero è stata vista, inoltre anche come una interessante opportunità di crescita non solo per il network Yogurtlandia - che espande così la sua capillarità - ma anche per la nostra stessa esperienza imprenditoriale che si sta così arricchendo di competenze e casi grazie ai quali possiamo permetterci di affacciarci su mercati anche molto particolari.

Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Per essere presenti sui mercati esteri ci siamo finora appoggiati a società in diretta collaborazione con noi che – grazie allo strumento contrattuale del Master Franchising – lavorano al nostro fianco per sviluppare le richieste di apertura che riceviamo, per assistere i clienti acquisiti, ma anche (e soprattutto) per comprendere e interpretare le esigenze dei mercati esteri da cui essi stessi provengono. Ad oggi siamo presenti in Spagna, Francia, Regno Unito, Grecia, Svizzera, Senegal, Costa d’Avorio.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul suo business?

Le attività internazionali sono per noi un settore in continua cresciuta che, ad oggi, rappresentano circa il 20% del nostro giro d’affari.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

No, fino ad ora non ci siamo appoggiati a soggetti esterni pubblici o privati. Ci avvaliamo periodicamente degli enti pubblici preposti per le nostre esportazioni (Asl, Ccia, dogane, ecc.) e abbiamo i nostri fornitori specializzati per il commercio estero (spedizionieri, doganieri, avvocati, consulenti fiscali, ecc.). Per la nostra espansione la notorietà del brand ha avuto un ruolo fondamentale nell’attrarre l’interesse degli investitori. Importantissima è anche la forza che il “prodotto italiano” di per sé può spendersi sul mercato internazionale.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Alcuni Paesi risultano più impegnativi di altri a livello di burocrazia e spesso è necessario valutare preventivamente quanto l’impegno che richiederà l’ingresso in un nuovo paese valga in termini di ritorno economico.

Fortunatamente, lo strumento del Master Franchising ci permette di delegare buona parte delle pratiche burocratiche per l’apertura dei punti vendita e per l’importazione dei nostri prodotti alla società Yogurtlandia in loco, responsabile del paese, mentre noi ci occupiamo direttamente delle spedizioni e delle pratiche per le esportazioni.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Attualmente stiamo consolidando la nostra presenza in Europa e puntiamo ad espandere la nostra presenza soprattutto fuori confine. L’Africa e il Medio Oriente sono ad oggi i teatri più interessanti per lo sviluppo di Yogurtlandia, grazie anche ad un forte interesse nel nostro prodotto. Puntiamo a certificare i nostri prodotti di modo che siano maggiormente spendibili anche in mercati che presentano esigenze particolari (es. certificazione Halal).

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Conoscere il Paese che si vuole diventi un nuovo mercato per i propri prodotti è fondamentale. Analisi e studi di mercato possono essere un valido aiuto, ma ciò che più conta è l’esperienza diretta e la presenza sul posto, pertanto consigliamo di avvalersi di collaboratori fidati ed esperti della cultura locale.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è il continuo monitoraggio e aggiornamento sulle attività dei competitor esteri che, unita alla capacità di adattare la propria proposta a contesti differenti, fornirà una marcia in più all’affermazione della propria impresa all’estero.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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