Quando si parla di Cuba non bisogna fermarsi ad analizzare le opportunità offerte dal “celebre” settore turistico, che pure mantiene una rilevanza fondamentale per l’economia locale, ma è bene condiderare anche le nuove chance derivanti dalla legge sugli investimenti esteri approvata nel 2014. Ne abbiamo parlato con Mauro De Tommasi, Direttore ICE dell’Ufficio di La Havana aperto nel 2016 per supportare con maggiore efficacia le imprese italiane interessate al mercato cubano.
Come si sono evolute nel tempo le relazioni istituzionali ed economiche fra Italia e Cuba?
Le relazioni politiche ed istituzionali tra Italia e Cuba si sono fortemente intensificate negli ultimi 30 mesi e ciò è dimostrato dall’importante sequenza di visite di massimi rappresentanti del governo italiano a Cuba. Molte sono state anche le visite di istituzioni cubane in Italia fra cui spicca quella del Ministro del Commercio e degli Investimenti Esteri cubani, Rodrigo Malmierca. Questi ha inaugurato, con il Ministro dello Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda, la V Sessione annuale del Comitato Imprenditoriale Cuba Italia (CICI) - che ha avuto luogo presso la Sede Centrale dell’ICE a Roma lo scorso 19 settembre, ad ulteriore testimonianza della reciproca importanza attribuita dai due Paesi alla collaborazione economica e commerciale bilaterale. Infine l’apertura dell’Ufficio ICE a L’Avana, a partire dal 1 giugno 2016, rappresenta in un certo senso il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2014, frutto di un’intuizione dell’allora Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, convinto della necessità di rafforzare la nostra presenza in un Paese dalle importanti prospettive ed a cui l’Italia è legata da profonda amicizia.
Ci delineerebbe un quadro delle prospettive di crescita del Paese nel medio periodo?
Cuba ha avviato nel 2011, con le linee guida approvate dal VI Congresso del Partito Comunista Cubano, un processo di aggiornamento del modello economico e sociale, con l’obiettivo di giungere ad un socialismo prospero e sostenibile. In tale quadro, oltre ad una serie di misure di carattere interno, sono state adottate normative e politiche per incentivare gli investimenti stranieri. In particolare, è stata istituita una Zona di Sviluppo Speciale (ZED) in un’area adiacente al nuovo porto di Mariel, ad una quarantina di chilometri da L’Avana, ed è stata approvata una nuova legge sugli investimenti esteri, oltre ad un “portafoglio di opportunità”, giunto nel 2016 alla terza edizione, con quasi quattrocento proposte per gli investitori stranieri in vari settori dell’economia.
Il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia cubano, Ricardo Cabrisas, ha dichiarato a fine dicembre 2016 che si prevede per il 2017 una crescita del PIL del 2% nonostante l’incidenza di fattori quali una limitata disponibilità di valuta, una contrazione delle entrate dalle esportazioni, difficoltà di partner quali il Venezuela ed il permanere dell’embargo USA. Per definire questo tasso di crescita si è tenuto conto delle positive prospettive di settori strategici per l’economia cubana come quello zuccheriero ed il Food&Hospitality. Un’accelerazione del PIL è prevista negli anni successivi (fino ad un +3,5% nel 2021).
Come procede l’interscambio commerciale fra Roma e Cuba?
La bilancia commerciale bilaterale Italia-Cuba è strutturalmente in attivo per le aziende del nostro Paese. Nel periodo 2010–2015 le esportazioni italiane sono passate da 184 a 332 milioni di euro. Nel passato quinquennio, l’andamento delle importazioni italiane da Cuba è stato altalenante. La performance dell’export cubano verso il Belpaese è influenzata, prevalentemente, dalle categorie merceologiche dei prodotti alimentari e dei derivati dalla raffinazione del petrolio. I dati del 2015 (€ 22,2 mil.) hanno confermato la forte contrazione dell’import da Cuba registrato nel 2014 (€ 21,3 mil.) rispetto al massimo registrato nel 2013 (€ 70,8 mil.). L’import italiano da Cuba risulta in ulteriore peggioramento sull’intero 2016 registrando un –12% rispetto all’anno precedente (€ 19,5 mil.).
I dati statistici di commercio estero, relativi all’interscambio bilaterale del 2015, avevano evidenziato, al contrario, un aumento del surplus commerciale italiano frutto della brillante performance dell’export italiano (+44,4%). Questo trend era parso consolidarsi ad inizio 2016 stando ai dati ISTAT riferiti al primo trimestre 2016; nel primo trimestre dell’anno scorso si era infatti registrato un incremento del 26,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tale tendenza non ha però trovato conferma negli ultimi dati disponibili e riferiti all’intero 2016, anche per il venir meno dell’operatività SACE dal luglio scorso (cfr. infra). Dal secondo trimestre 2016 si è infatti registrato un deciso rallentamento della performance dell’export italiano verso l’isola, accentuatosi nei mesi estivi che ha portato a far registrare un -5,8% sull’intero 2016 (con un valore complessivo rilevante rispetto alla serie storica che dovrebbe permettere di mantenere la posizione relativa raggiunta nel 2015).
Quali sono le caratteristiche dei consumatori cubani?
Per le peculiarità del mercato cubano risulta complesso individuare delle caratteristiche del consumatore medio. A tal proposito pare opportuno evidenziare come, negli ultimi anni, sia andato aumentando il numero di operatori economici non statali (cuentapropistas) che ha raggiunto le 522.855 unità nel terzo trimestre 2016 e di questi circa 59.000 (11% del totale) sono impiegati nel settore ristorazione (a fronte di 1870 licenze rilasciate fino all’ottobre 2016). Il 65% dei lavoratori autonomi sono localizzati nelle province di L’Avana, Santiago de Cuba, Matanzas, Villa Clara, Camagüey e Holguín.
Questo ha avuto sicuramente un impatto sul profilo dei consumatori cubani e, soprattutto, sulle abitudini commerciali di questo piccolo segmento di popolazione che dispone di un crescente potere d’acquisto avendo disponibilità di valuta convertibile. L’emergere di attività imprenditoriali private al contempo determina, per alcuni prodotti, una domanda indiretta da parte, ad esempio, dei ristoranti privati (paladares) che sono segnalati in rapida crescita.
Qualora si volesse realizzare una partnership con un soggetto locale quali regole delle cosiddetta “Business Etiquette” sarebbe opportuno tener presenti?
Anzitutto è utile ribadire che la costituzione cubana assegna centralità al sistema socialista ed alla proprietà collettiva dei mezzi di produzione. In anni recenti, dopo gli ultimi congressi del Partito Comunista Cubano nel 2011 e 2016, la proprietà privata è entrata a far parte del sistema economico e giuridico dell’isola. L’iniziativa privata è quindi presente in alcuni settori economici, per rispondere alla crescente domanda di beni e servizi.
Sarebbe opportuno tener presente che a Cuba l’importatore è lo Stato, pur nelle sue diverse declinazioni imprenditoriali. Per esportare a Cuba è necessario quindi accreditarsi presso un elenco dei fornitori (Cartera de proveedores) di una delle strutture imprenditoriali pubbliche cubane deputate all’importazione della categoria di prodotti d’interesse. Tale registrazione, dovrebbe avvenire una volta individuato un interesse potenziale da parte cubana ad acquisire i propri prodotti in funzione del loro rapporto qualità/prezzo.
A Cuba i processi d’acquisto dall’estero non sono pubblici e spesso attraggono l’attenzione di società estere di trading che hanno già maturato una conoscenza approfondita del contesto locale. Le società di trading svolgono una funzione di intermediazione alla luce della complessità regolamentare cubana nei confronti dei fornitori internazionali.
In quanto alle opzioni per l’investimento dall’estero, ribadisco che il governo cubano negli ultimi anni ha adottato normative e politiche per incentivare gli investimenti stranieri con la promulgazione delle leggi della Zona di Sviluppo Speciale (ZED) a Mariel e la Legge 118/14 sugli investimenti esteri.
Il nuovo quadro normativo di riferimento consente gli investimenti diretti esteri, di dimensioni medio-grandi, attraverso diverse modalità operative: la creazione di impresa miste, i contratti d’associazione economica internazionale (produttivi e per i servizi), le attività con capitale al 100% di provenienza estera. Le opportunità di investimento per il settore manifatturiero italiano si possono identificare a Cuba nelle produzioni che sostituiscono le importazioni e che possono offrire nuovi servizi al crescente settore turistico ed ai settori della edilizia abitativa e dell’industria.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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