Le relazioni economiche e politiche fra Italia e Costa Rica sono sempre state buone e negli ultimi dieci anni l’interscambio fra i due Paesi si è addirittura decuplicato, raggiungendo oggi i 350 milioni di dollari. Abbiamo avuto il piacere di parlarne con l’Ambasciatore del Costa Rica in Italia, Cristina Eguizábal Mendoza, che ha anche tracciato il profilo del consumatore locale del presente e del futuro che è giovane (il 50% dei costaricani avrà fra i 18 ed i 35 anni entro il 2050), a proprio agio con le tecnologie ed alla ricerca di prodotti di qualità.

Qual è il ruolo del Costa Rica sullo scenario internazionale?

Il Costa Rica è un membro fondatore dell’Organizzazione delle Nazione Unite e, su molti temi, ha assunto un protagonismo che va oltre le sue ridotte dimensioni geopolitiche come ad esempio il suo impegno per il disarmo, la protezione dei diritti umani, dell’ambiente e la sua ferma opposizione alla pena di morte. Il Paese fa parte di diverse organizzazioni regionali fra cui l’Organizzazione degli Stati Americani-OEA (della quale è anche Paese fondatore), la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) di cui ha avuto la Presidenza pro-Tempore nel 2014 ed è inoltre membro del Sistema d’Integrazione Centroamericana (SICA) di cui ha questo semestre la Presidenza.

Oltre ad essere membro dell’Organizzazione del Commercio Internazionale, il Paese ha sottoscritto un gran numero di trattati commerciali con Paesi e regioni del mondo: con gli Stati centroamericani (Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Panama, Repubblica Dominicana e Belize) ed attraverso accordi congiunti con Messico, Cile, Stati Uniti, Canada e Unione Europea. Nel 2014 Costa Rica ha siglato accordi bilaterali con Cina, Peru, Singapore ed Associazione Europea di Libero Scambio. Questi accordi commerciali fanno del Costa Rica una magnifica piattaforma per fare affari in tutta la regione anche perché lo Stato fornisce un accesso preferenziale ad un mercato di oltre 2,5 miliardi di persone che rappresenta il 66% del PIL mondiale.

Nel luglio 2015 l’OCSE ha accettato la candidatura del Costa Rica e ha stabilito con San José una “road map” per la sua futura ammissione, che aumenterà il suo valore strategico come polo d’attrazione degli investimenti. I principali soci economici del Costa Rica continuano ad essere gli Stati Uniti, anche se il loro peso relativo sta diminuendo nell’ultimo periodo. I rapporti tra il Costa Rica e l’Italia sono stati da sempre caratterizzati da una grande collaborazione anche perché i due Paesi trovano spesso convergenze su moltissimi temi. Il Paese centroamericano, fra le altre cose, è stato uno dei primi Paesi a riconoscere il Regno d’Italia e, dopo la Seconda Guerra Mondiale, Roma e San José hanno rapidamente ricostituito eccellenti rapporti.

Ci delineerebbe un quadro delle prospettive di crescita del Paese nel medio periodo?

Negli ultimi tre anni l’economia nazionale ha recuperato il suo dinamismo dopo la crisi mondiale del 2008. Il tasso di crescita del PIL nel 2016 è stato pari al 4,2% e per il 2017 la Banca Centrale prevede un tasso di crescita analogo oltre a ritenere che il tasso d’inflazione non supererà il 3%. La presenza nel Paese di giganti dei servizi e della tecnologia come Amazon, la divisione Ricerca di INTEL, Procter & Gamble, IBM, Hospira, Microsoft, Baxter e tantissimi altri, ha accelerato la trasformazione da un’economia rurale ad un’economia focalizzata sul terziario.

Oggi l’apporto percentuale dei macro settori economici alla formazione del PIL è così suddiviso: terziario (68,8%), agricoltura (7.7%), industria (19,6%), ed edilizia (3,9%). La bilancia commerciale ha evidenziato una progressiva riduzione del deficit pubblico dal 2014 a oggi tuttavia il grande problema continua a essere la situazione dei conti pubblici: nel 2016 la Banca Centrale ha registrato un deficit del 5,2% e ci si aspetta un aumento fino al 6,6% nel 2017.

Come procede l’interscambio commerciale fra i due Paesi e quali sono i prodotti italiani maggiormente apprezzati dalla popolazione locale?

Le principali esportazioni dal Costa Rica verso l’Italia sono rappresentante da prodotti agricoli fra i quali l’ananas è il più importante anche se esportiamo altri tipi di frutta e verdure e, naturalmente, caffè. Il 13% dell’esportazione agricola complessiva del Costa Rica verso l’UE approda in Italia e, nell’ultima decade, lo scambio commerciale tra i due Paesi si è duplicato (fino a quasi US$ 350 milioni). Dall’Italia invece importiamo farmaci, macchinari e apparecchiature, prodotti chimici, articoli di gomma e materie plastiche, apparecchiature elettriche e prodotti alimentari, specialmente olio di oliva.

La bilancia commerciale tra i due Paesi sta progressivamente raggiungendo una posizione d’equilibrio (oggi, c’è un deficit a carico del Costa Rica di appena il 10,4 milioni di dollari). Infine mi preme sottolineare che in Costa Rica sono presenti alcune grandi aziende italiane: Gualapack, ASTALDI, ENEL, Ghella, il gruppo familiare Zeta della famiglia Zingone nel settore immobiliare, Disitali rappresentante della FIAT e dell’Alfa Romeo e Alpiste azienda locale distributrice di prodotti alimentari d’origine italiana.

In quali settori in questo momento vede le maggiori opportunità commerciali per fare business in Costa Rica?

Il Costa Rica ha avuto il primo posto come High Technology Exporter di prodotti industriali dalla Banca Mondiale nel 2015. Tre settori sono particolarmente dinamici in questo momento: il settore delle tecnologie mediche, quello della meccanica di precisione e quello aerospaziale e dell’industria aeronautica (in questo comparto possiamo contare su un eccellente astronauta costaricense Franklin Chang celebre per essere il creatore della tecnologia VASIMIR utilizzata per il motore al plasma). La possibilità di accedere ad una forza lavoro giovane e con un livello professionale simile a quello europeo (con un costo però più basso) rende il Paese molto competitivo nei settori della produzione tecnologica.

Quali sono le caratteristiche dei consumatori costaricani? Ci sono degli elementi in particolare che influenzano le loro decisioni d’acquisto?

I consumatori costaricani sono generalmente giovani e educati, cosmopoliti, e rispettosi della natura. I costaricani tra li 18 e i 35 anni costituiscono già il 26% dei consumatori e saranno il 50% nel 2050. Sono quelli che le agenzie di marketing chiamano “millenials”, giovani molto ben connessi e al loro agio con le tecnologie moderne.

Secondo l’ultimo profilo del consumatore costaricano pubblicato dal giornale specializzato, El Financiero, i consumatori di oggi cercano più la qualità che i bassi prezzi. Quest’anno Euromonitor ha inserito San Jose tra le 17 città emergenti nel mondo con un mercato esigente, sviluppato e con una capacità d’acquisto crescente.

Quali sono quelle che ritiene essere le maggiori criticità per chi pensa di investire nel Paese?

Un aspetto che sarà sicuramente critico nei prossimi anni è lo sviluppo dell’infrastruttura stradale e del trasporto urbano, elementi che sono importanti per rendere ancora più efficiente il business locale. Ci tengo però ad evidenziare che negli ultimi 12 anni, secondo il Doing Business della Banca Mondiale, il tempo necessario per aprire un negozio nel Costa Rica è passato di 77 a 24 giorni: un miglioramento impressionante.

Qualora si volesse realizzare una partnership con un soggetto locale quali regole della cosiddetta “Business Etiquette” sarebbe opportuno tener presenti?

I costaricensi sono cortesi ma diretti: di solito i business meetings hanno una agenda molto specifica e puntuale. C’è una tendenza a utilizzare i mezzi tecnologici per sostituire gli incontri: per gli italiani il contatto “face-to-face” è ancora molto importante, ma in Costa Rica è perfettamente normale condurre una negoziazione complessa tramite email, piattaforme di file-sharing e videoconferenze.

Gli italiani che vogliono far affari nel Costa Rica devono sapere: la vita comincia la mattina presto e al “tico” piace fare una grande prima colazione. Dopo un buon piatto di gallo pinto (fagioli con riso) alle sette del mattino ogni italiano saprà perché il Costa Rica è il Paese più felice della terra.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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