Oranfrizer: l'arancia siciliana che non teme la Brexit

Oranfrizer: l'arancia siciliana che non teme la Brexit

19 Aprile 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Dalla Sicilia alla conquista del mondo: questo è il percorso di Oranfrizer, azienda attiva da oltre 50 anni che, con un’offerta ampia e di altissima qualità ha prima raggiunto i mercati nordeuropei ed ora punta ad espandersi ulteriormente su quelli asiatici. Ne abbiamo parlato con il CEO della società, Nello Alba, che ha rivelato come, nonostante l’annunciata Brexit, per Oranfrizer le prospettive economiche in Regno Unito rimangano assolutamente positive.

Ci racconti brevemente la storia della sua azienda…

L’azienda è stata fondata nel 1962 dal Cavaliere Giuseppe Alba, mio padre. Il nostro core business sono sempre stati gli agrumi, soprattutto l’arancia rossa. Inizialmente fornivamo solo i mercati ortofrutticoli del Centro-Nord Italia. Poi nel 1968 la prima svolta importante, abbiamo intuito le potenzialità della GDO, e abbiamo sviluppato questo canale. La scelta è stata vincente. Con una crescita moderata e costante, Oranfrizer è diventata leader in Sicilia nel settore agrumi e ha ampliato la sua offerta con frutti e ortaggi. Nel 1995 abbiamo avviato la produzione dei succhi, lanciando una linea di spremute fresche. Oggi grazie alle spremute possiamo esportare 365 giorni l’anno il succo delle nostre arance rosse di Sicilia in qualsiasi parte del mondo. Nel 2015 abbiamo investito 3 milioni di euro per innovare ben 160 ettari di agrumeti, abbiamo messo a dimora nuove varietà, 18 diverse cultivar su 6 diversi portainnesti, più due tipologie di melograni. Attualmente, il Gruppo Oranfrizer, raggiunge 39 milioni di euro di fatturato, occupa circa 370 dipendenti ed attiva un indotto di oltre 400 addetti. Coltiviamo il nostro impegno e il nostro futuro in Sicilia, lo sviluppiamo sui mercati in Italia e all’estero.

Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?

Tra gli elementi più importanti c’è sicuramente l’incontro con la grande distribuzione, Coop per noi è stata fonte di stimoli positivi, con molto impegno siamo migliorati, siamo cresciuti molto. E poi c’è l’aggregazione, lavoriamo per rafforzare la nostra organizzazione di produttori, li motiviamo a fare bene, coltiviamo sinergie, coordiniamo ogni fase della filiera per raggiungere insieme ottimi risultati. La qualità viene controllata da avanzate tecnologie, ma si coltiva prima di tutto in campo. Abbiamo puntato sull’innovazione con investimenti volti a migliorare i processi di lavorazione, attivando nuovi percorsi di comunicazione e di educazione alimentare. Agiamo in co-marketing e proponiamo di valorizzazione l’ortofrutta direttamente sulle superfici di vendita, ad un passo dal prodotto, lo facciamo con i nostri clienti in Italia e all’estero. E poi siamo glocal, siamo radicati in Sicilia dove inizia e finisce l’intera filiera di produzione di Oranfrizer, ma puntiamo all’internazionalizzazione, concretizziamo obiettivi nel nostro continente e abbiamo portato, spesso da pionieri, le arance rosse e le spremute anche oltre i confini d’Europa.

In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?

La crisi è una condizione che Oranfrizer conosce e supera per natura e per carattere, i passi e i risultati ottenuti dall’azienda in momenti di crisi hanno spesso rappresentato delle inversioni di tendenza. Sul mercato nazionale abbiamo avuto una crescita progressiva e quindi Oranfrizer si è aperta ai mercati esteri non tanto per necessità ma più per il fatto che , grazie agli investimenti degli ultimi quindici anni, abbiamo ottenuto nuove varietà da distribuire in Italia e all’estero. L’azienda sui mercati esteri propone agrumi “made in Italy” con un’offerta più ampia e di altissima qualità, distribuiamo con le arance rosse Tarocco e Moro anche mandarini, limoni e arance bionde, tutte di origine siciliana. E le spremute di agrumi 100% permettono all’azienda di essere presente sui mercati di tutto il mondo tutto l’anno. Oltre ad offrire prodotti unici, come l’arancia rossa di Sicilia (sia fresca che spremuta) con l’Indicazione Geografica Protetta riconosciuta dall’Unione Europea, possiamo garantire ai retailers un ventaglio di agrumi, frutti e ortaggi più ampio e differenziato, mantenendo salda l’attenzione sulla qualità e sulla provenienza. Per la grande distribuzione estera questo fa la differenza.

In quali mercati siete oggi presenti?

Siamo presenti nei mercati del Nord Europa, oltre a quello italiano, soprattutto con gli agrumi. Con le spremute di agrumi arriviamo anche in Asia e Usa.

Nel vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Una delle partnership più importanti di Oranfrizer è quella con il CSO, il Centro Servizi Ortofrutticoli. Siamo una delle importanti realtà produttive italiane coinvolte dal CSO nel promuovere le eccellenze del made in Italy nel mondo con il supporto di fondi europei. I progetti che realizziamo consentono ad un frutto esclusivo come l’arancia rossa di salpare oltre i confini del nostro continente con azioni di mirate a favorirne l’esportazione in Giappone, Hong Kong, Cina e Stati Uniti. Il CSO svolge un importante ruolo di supporto anche con gli istituti competenti dei Paesi Terzi, opera per l’apertura di nuovi mercati e per il raggiungimento di accordi su nuovi protocolli di esportazione.

Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Per l’esportazione di frutta in questo momento ci concentriamo in Europa, perché i tempi di transito dall’Italia a Paesi terzi sono troppo lunghi. In Giappone abbiamo esportato arance rosse dal 2006 al 2010 rispettando protocolli molto complessi. Nel 2010 abbiamo iniziato a distribuire agrumi e spremute in Nord Europa nelle Coop scandinave ed oggi, in questo scenario, la nostra presenza più importante è sicuramente in Norvegia. Negli ultimi 5 anni abbiamo ampliato e consolidato le relazioni commerciali con le più importanti catene della GDO nel Regno Unito e, nonostante l’annunciata Brexit, non abbiamo subito degli effetti negativi sui nostri rapporti e sulle prospettive economiche in questi importanti mercati.

Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Nel Regno Unito c’è una grossa domanda di arance rosse, anche di nuove varietà di soft citrus pigmentate. Puntiamo a soddisfare le esigenze di questa fetta di mercato puntando sul nostro know how e disponendo di volumi di agrumi che ci consentono di mantenere alta e stabile la qualità nel tempo. Con le spremute sicuramente guardiamo all’Asia dove per altro siamo già presenti, esportiamo da vent’anni in Giappone e nello scenario asiatico i nostri prodotti si vendono anche ad Hong Kong e, di recente, anche in Indonesia. La Cina è il nostro prossimo obiettivo.

Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Esportare solo e solamente qualità, e soprattutto evidenziare il valore della Sicilia.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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