Oggi pensando al Venezuela non possiamo che pensare al caos in cui è impantanato un Paese oppresso da una crisi economica profondissima e da una situazione sociale allarmante in cui si moltiplicano gli episodi di violenza e gli scontri fra un governo sempre più autoritario ed un’opposizione a cui manca però un leader autorevole.
Per queste ragioni è molto complicato dar credito alle parole del Presidente Maduro il quale ha recentemente dichiarato che “il Venezuela è in pace, sta producendo, sta lavorando, e i piccoli focolai di violenza sono stati immediatamente repressi prima che raggiungessero il loro obiettivo: riempire di violenza Caracas”.
Tuttavia la difficile situazione in cui versa il Paese non cancella la grandissima quantità di petrolio, gas naturale (in particolare off-shore) e risorse minerarie di cui il Paese dispone che potrebbero supportarlo verso un’evoluzione economica ed industriale adeguata alle sue potenzialità.
Durante la presidenza di Chávez, dal 1999 fino al 2013 (anno della sua morte), il Venezuela è tornato al centro dello scacchiere continentale, formando alleanze economico-commerciali con quasi tutti gli Stati del Sud-America, creando ed entrando in organizzazioni internazionali.
La popolazione venezuelana, formata da 30 milioni di persone, sta soffrendo moltissimo ed a testimonianza di ciò si veda la significativa contrazione del PIL locale che ha raggiunto un tasso medio del 6,7% nell’ultimo triennio, arrivando addirittura a toccare -10% nel 2016.
La visione politica di Maduro consiste sostanzialmente nella realizzazione del “socialismo del XXI secolo”, in continuità con l’idea di Chávez: un percorso di radicale trasformazione, in senso rivoluzionario e solidale che è però arginato dagli effetti della crisi politica, iniziata a partire dalla morte di Chávez. Uno degli obiettivi principali è far diventare di esclusivo controllo dello Stato la gran parte dell’apparato produttivo del Paese, soprattutto per i settori considerati strategici.
Inoltre, come è noto, i problemi maggiori del Venezuela sono legati all’altissimo tasso di criminalità diffuso sia a livello di gruppi criminali organizzati sia fra la popolazione comune.
Il mercato venezuelano
Per analizzare correttamente il mercato venezuelano è necessario prendere in considerazione anche la situazione normativa ed il primo punto da tenere a mente riguarda la “Legge organica dei prezzi giusti - LOPJ” del 2015 che rappresenta un ostacolo alla libera circolazione di beni e servizi. Essa infatti al fine di controllare la speculazione e frenare l’inflazione, stabilisce i prezzi di vendita dei beni e dei servizi regolati, specificamente per generi alimentari e articoli per l’igiene personale e, relativamente ai beni e servizi non calmierati, definisce le modalità di determinazione dei prezzi massimi di vendita sia per gli importatori che per i produttori, ed i prezzi massimi di vendita al consumatore finale.
Posando poi lo sguardo sul sistema bancario locale - costituito da 31 istituti di credito, di cui 24 di carattere privato e 7 a capitale pubblico - si nota come anche questo sia afflitto da numerose problematiche. Le 4 maggiori Banche di capitale privato del Paese sono Banesco (quota di mercato del 16,67%), BBVA Provincial (12,54%), Banco Mercantil (10,34%) e Banco Occidental de Descuento (7,25%) e rappresentano il 46,80% del mercato. Le istituzioni bancarie di proprietà statale, che includono il Banco de Venezuela, Banco Bicentenario, Banco del Tesoro, Banco Agrícola de Venezuela e BANFANB hanno invece una quota di mercato del 32,89%.
Nel complesso il sistema è caratterizzato da costi operativi elevati, scarsa efficienza e forti ingerenze del governo. Alcune banche, tra cui grandi istituti stranieri come la Santander e la BBVA, hanno subito espropri o sono state minacciate di essere nazionalizzate.
Opportunità per le aziende italiane
Il Venezuela, dunque, è un Paese, che deve ancora imboccare la via dello sviluppo. Ciò offre potenzialmente buone possibilità alle imprese italiane interessate ad espandersi in ogni settore e in particolare energia (petrolio, gas ed elettricità), infrastrutture (ferrovie, aeroporti, porti, edilizia popolare, ecc), agroalimentare e trasporti.
Alcune delle nostre realtà produttive sono già impegnate nella costruzione della rete ferroviaria e metropolitana, mentre altre hanno un ruolo di primo piano nel campo petrolifero.
Va poi tenuta in considerazione la numerosa e prospera comunità italiana che ha saputo costruirsi una posizione economica di primo piano nell’economia venezuelana a tal punto che alcune delle più importanti imprese del Venezuela appartengono a cittadini italiani o ad italo-venezuelani. Queste aziende intrattengono molto spesso ottimi e duraturi rapporti commerciali con imprese operanti nel nostro Paese.
Infine si sottolinea che la presenza di questa consistente comunità italo-venezuelana ha favorito la diffusione della cultura e del gusto italiano, un vantaggio non da poco per le nostre produzioni d’eccellenza che vogliono espandere il loro business nel controverso Paese latinoamericano.
N.B. Elenco aggiornato degli approfondimenti della nostra rubrica “Focus America Latina” disponibili cliccando qui e scorrendo fino alla fine dell’articolo
Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it
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