Un'Italia da Export: intervista con Appetitoso

Un'Italia da Export: intervista con Appetitoso

05 Aprile 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Un’app che vuole rivoluzionare il modo di scegliere i ristoranti consigliando quelli che preparano i migliori piatti, proprio come potrebbe fare una persona del posto che sa suggerire dove andare a mangiare. Questa è essenzialmente la mission di Appetitoso, una startup nata con l’intenzione di valorizzare il territorio attraverso la promozione del buon cibo. Ne abbiamo parlato con il CEO della società, Gianni Barlacchi, che ci ha svelato come nei progetti futuri della startup vi sia anche l’espansione sui mercati internazionali.

Da dove nasce l’idea di Appetitoso?

Appetitoso nasce in Toscana dalla passione per le buone mangiate di quattro professionisti con una buona idea: costruire un motore basato sui piatti più che sui ristoranti, in grado di segnalare le scelte top per ogni diversa pietanza. Creare una persona del posto virtuale che sa sempre trovare per te i migliori posti che cucinano il piatto che hai
in mente.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il team è la vera ricetta segreta del progetto. Inizialmente era composto da soli ingegneri, successivamente sono state inserite nuove figure rispettivamente per: Marketing, Business e Graphic design. Ognuno di essi, con il proprio background di lavoro, ha dato all’attività la propria esperienza e messo a disposizione il proprio know-how per farla crescere rapidamente.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Le principali difficoltà che abbiamo riscontrato sono quelle legate all’individuazione del modello di business. Quando si sviluppano idee il cui scopo principale è fornire un servizio utile e gratuito ai propri utenti risulta sempre difficile capire poi come andare a fare ricavi. Oltretutto, come ben sappiamo, il mondo delle app è saturo di applicazioni food e quindi anche emergere inizialmente è sempre più difficile. Rimane il fatto che è necessario far capire quanto in realtà Appetitoso sia differenti dalle altre
per originalità e idea.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Il nostro mercato potrebbe essere molto ampio. Dalla persona del luogo che ama trovare nuovi posti dove mangiare al turista che fa un weekend in una città sconosciuta senza conoscere minimamente il piatto tipico del posto. Il turismo (ma non solo) potrebbe essere un mercato molto interessante per il progetto Appetitoso. Ovviamente non si possono “attaccare” tanti mercati, e tramite varie ricerche di mercato e analisi degli utenti stiamo definendo strada facendo il migliore per il nostro prodotto.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Spesso e volentieri acceleratori e incubatori sono un business per chi li possiede. Di conseguenza spesso vengono privilegiate idee che possono portare un guadagnano abbastanza sicuro in breve tempo. In questo senso nella nostra esperienza non sono stati molto di aiuto. L’utilità di questi percorsi è però senza dubbio quella di mettere un gruppo di “ragazzi” che poco o niente sanno su come fare impresa, nei giusti binari fornendo connessioni e supervisione. Quindi direi si, ma dipende da cosa si sta facendo.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Di creare un team giusto e validare la propria idea attraverso tanti passaggi. Avere riscontro da parte di persone esterne alla propria cerchia e creare un team valido e pronto ad ogni evenienza. Stabilire i ruoli con capacità diverse per far fronte a progetti futuri più interessanti possibili. Essere onesti con se stessi e prima di nascondere il fallimento dietro ai clichè che in Italia non si può fare business o che non ci sono possibilità, assicurarsi di aver fatto tutti gli step giusti. L’italia è un ottimo punto di partenza, ma non deve essere di arrivo.

Obiettivi per il futuro…

Siamo convinti che la nostra idea possa essere applicata a livello nazionale e successivamente mondiale: ci piace sognare in grande perché passo dopo passo abbiamo fatto un salto di qualità notevole. E non è nostra intenzione fermarci qui, ma crederci ancora di più. A fine giornata ognuno di noi deve mangiare…perchè non farlo con gusto!

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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