Taiwan non è certamente un mercato fra i più in vista nel panorama internazionale ma, specialmente per il buon potere d’acquisto ed il forte orientamento ad acquistare brand famosi manifestato dai suoi consumatori, può certamente rappresentare una finestra di opportunità interessante per le nostre produzioni. Ne abbiamo parlato con Chiara Petrò, Direttore dell’Ufficio ICE di Taipei.

Come si sono evolute nel tempo le relazioni istituzionali fra Italia e Taiwan?

L’Italia, come del resto tutti i Paesi europei, e Taiwan non hanno relazioni diplomatiche ufficiali, nonostante ciò i rapporti con l’isola sono buoni. In Italia Taiwan ha una proprio ufficio di rappresentanza ben strutturato che si occupa di curare i rapporti con le autorità italiane nell’interesse anche dei cittadini taiwanesi che risiedono nel Belpaese. A Milano ha sede il TAITRA – Taiwan External Trade Organisation, che promuove le fiere taiwanesi e le esportazioni di prodotti taiwanesi nel mondo. A Taiwan esiste una delegazione speciale del Ministero degli Esteri ed un ufficio dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione, ovvero l’Ufficio che dirigo. Sin dal 2013 per facilitare il dialogo tra Italia e Taiwan è stato fondato il Forum italo-taiwanese di cooperazione, che si tiene ogni anno alternativamente a Roma o a Taipei. Va poi sottolineato che nel 2016 sia il governo italiano che l’amministrazione di Taiwan hanno varato una legge che permette di evitare la doppia imposizione dell’IVA, a vantaggio sia degli imprenditori italiani che taiwanesi.

Ci delineerebbe un quadro delle prospettive di crescita del Paese nel medio periodo?

Nonostante la sua piccola superficie e popolazione, Taiwan ha un proprio peso nell’economia globale grazie alla sua abilità nella produzione ed al suo export, soprattutto nei settori ad alta tecnologia. Chiunque infatti usi un dispositivo elettronico è molto probabile che usi, inconsapevolmente, un prodotto fatto o progettato almeno in parte da una società taiwanese. L’economia di Taiwan è classificata al 20esimo posto a livello mondiale per potere d’acquisto ed al 26esimo in termini nominali. Inoltre secondo di dati dell’IMF, Taiwan ottiene punteggi alti negli indicatori globali che misurano la competitività e la facilità di fare business. Negli ultimi due anni l’economia di Taiwan ha vissuto una fase di stagnazione, la crescita si è fermata ed è lentamente ripresa solo nella seconda metà del 2016. Inaspettatamente Taiwan Ratings, un partner locale della società statunitense Standards & Poor’s, ha previsto una crescita del 2% per il 2017 e del 2,5% per il 2018. Se le prospettive saranno realizzate il PIL di Taiwan supererà quello di Singapore e Hong Kong. Taiwan punta attualmente a nuove strategie energetiche ed allo sviluppo di accordi in materia di sfruttamento delle energie alternative, anche coi Paesi europei più avanzati come Germania ed Olanda. Taiwan inoltre punta sull’attrazione degli investimenti esteri e sulla collaborazione in ambito tecnologico coi Paesi vicini.

Ritiene che l’eccessiva dipendenza economica dalla Cina rappresenti un punto di debolezza di Taiwan?

Taiwan basa la propria economia sulle esportazioni, da sempre spina dorsale della sua crescita economica. Le ragioni del crollo delle esportazioni negli ultimi anni sono stati attribuiti ad una serie di fattori come: recessione mondiale, concentrazione delle merci esportate di Taiwan in determinate aree ed il troppo lento processo di integrazione economica regionale. Taiwan sta potenziando le sue strategie di espansione con un ri-targeting sui principali mercati di esportazione di Taiwan. Proprio per diversificare la sua economia e non dipendere eccessivamente dalla Cina, sin dalla fine del 2016 è stata varata la cosidetta “politica verso sud”, Southbound policy, parte cruciale della strategia economica e commerciale di Taiwan. La nuova politica Southbound è stata adottata al fine di: identificare una nuova direzione e una nuova forza trainante per una nuova fase di sviluppo economico di Taiwan, ridefinire il ruolo importante di Taiwan per lo sviluppo dell’Asia e creare valore nel futuro prossimo. Allo stesso tempo, attraverso questa politica, si spera di riallacciare il dialogo con le nazioni dell’ASEAN e Asia del Sud, così come la Nuova Zelanda e l’Australia, per stabilire una stretta cooperazione e insieme realizzare un maggiore sviluppo regionale. Difficile ad ogni modo, immaginare l’economia di Taiwan senza considerare la Cina: basti pensare ai 23 milioni di impiegati nelle aziende taiwanesi in Cina.

Come procede l’interscambio commerciale fra Roma e Taipei e quali sono i prodotti italiani maggiormente apprezzati dalla popolazione locale?

La presenza dei prodotti italiani, pur registrando interesse da parte dei consumatori, resta limitata, ciononostante il mercato adora il “made in Italy”, specialmente se si tratta di brand famosi in Italia. La diffusione dei brand italiani è stata favorita dalla forza trainante del lusso e della moda e per i prodotti alimentari dall’iniziativa di importatori locali che hanno saputo trovare nicchie di mercato in crescita, come è accaduto per caffè, olio d’oliva e cioccolato. Purtroppo la mancanza di campagne pubblicitarie o di comunicazione lascia del nostro Paese una immagine stereotipata, la sfida maggiore è l’informazione capillare e costante sulla nostra offerta. Il mio ufficio si sta impegnando con tutte le sue forze in questo senso, oltre ad essere al fianco degli imprenditori italiani che trovano in noi una presenza affidabile e preparata. Di recente abbiamo lanciato un nuovo sito in cinese e inglese www.italyintaiwan.com, con lo scopo di accentrare tutte le attività organizzate sull’Italia a Taiwan. L’interscambio di Taiwan con Italia ha totalizzato 3,68 miliardi di US$ nel 2015, e circa 3,23 miliardi di US$, in aumento del 10%, fino all’ottobre 2016. I principali prodotti importati dall’Italia, oltre a macchinari e macchine, sono beni di consumo come la pelletteria, gioielleria, cosmetici e prodotti farmaceutici. Il vino resta sempre un prodotto apprezzato, cosi come l’olio d’oliva e il cioccolato, anche se va ricordato che le importazioni di prodotti alimentari sono sottoposte a molte barriere commerciali e tariffarie. L’export italiano ha registrato una concreta crescita anche quest’anno.

Quali sono le caratteristiche dei consumatori taiwanesi? Ci sono degli elementi in particolare che influenzano le loro decisioni d’acquisto?

I consumatori taiwanesi sono in genere molto propensi agli acquisti ed il loro comportamento verso la spesa ed il consumo è molto diverso da quello a cui noi consumatori occidentali siamo abituati. Sicuramente i social media, ed in primo luogo FB ed Instagram, influenzano notevolmente gli acquisti dei giovani consumatori, sia che si tratti di scegliere un ristorante o un capo di abbigliamento. I taiwanesi comprano in base alla notorietà dei marchi proposti sulla base della loro possibilità economica. I consumatori più abbienti si indirizzano verso marchi notoriamente lussuosi mentre il consumatore medio si indirizza su marchi che si sono conquistati notorietà tramite i social media. In genere forte è la predilezione per i prodotti giapponesi: che si tratti di scegliere un ristorante, nuovi cibi, una nuova moda, il Giappone attrae sempre i taiwanesi. Fra i prodotti europei i più amati sono sicuramente i prodotti francesi per quanto riguarda vino e cosmetica mentre se si tratta di scegliere prodotti di tecnologici quali automobili, mobili per cucina e simili, che non siano di produzione giapponese o coerana, la scelta si dirige sempre sui prodotti tedeschi.

Qualora si volesse realizzare una partnership con un soggetto locale quali regole della cosiddetta “Business Etiquette” sarebbe opportuno tener presenti?

La cosidetta Business Etiquette locale si basa sempre su una forma di fiducia legata alla conoscenza reciproca ed al rispetto. Da notare che a Taiwan la lingua veicolare è il cinese mandarino e NON l’inglese, per questo è buona norma essere accompagnati da un interprete negli incontri di lavoro. E’ sempre meglio incontare di persona i propri interlocutori, in genere sono gli anziani a prendere le decisioni, sono loro in genere gli alti dirigenti da includere sempre nelle riunioni importanti. La troppa sincerità e il chiaro consenso o dissenso non sono apprezzati, è sempre meglio alludere ma non dire chiaramente e nemmeno aspettarsi che loro lo facciano. Naturalmente la regola fondamentale è anche quella di avere tutti i nuovi prodotti e marchi registrati e brevettati PRIMA di presentarli a Taiwan. Si consiglia infine di tradurre per iscritto sempre tutti i documenti e di portare un regalo, una pratica comune nel mondo degli affari. Una buona scelta sono oggetti, magari con il logo della società. I doni vanno ricevuti con entrambe le mani e non aperti in presenza di chi li fa. Si puo regalare cibo ma non forbici, coltelli, orologi.

Per maggiori info contattare l’Ufficio ICE a Taipei.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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