Il Myanmar si apre al commercio internazionale

Il Myanmar si apre al commercio internazionale

06 Febbraio 2017 Categoria: Focus Paese Paese:  Myanmar

Il Myanmar è un Paese in piena evoluzione specialmente in ragione degli avvenimenti politico-economici che l’hanno visto protagonista negli ultimi anni.

Nel 2012 infatti il Paese ha finalmente deciso di aprirsi al commercio internazionale e già due anni dopo, nel 2014, l’attrazione dei capitali dall’estero ha cominciato a farsi interessante (8 miliardi di dollari).

Inoltre il Paese cresce rapidamente: il 2016 si è chiuso con un incremento della ricchezza pari all’8% e per il 2017 alcune previsioni parlano addirittura di una crescita che potrebbe arrivare a toccare il 9%.

Lo Stato asiatico rimane comunque un osservato speciale per la comunità internazionale che sta cercando di accompagnarlo verso un processo di transizione democratica decisivo per le sorti future del Paese.

Una tappa importante in questo senso è stata rappresentata dalle elezioni, vinte dal National League for Democracy (NLD) del premio Nobel Aung San Suu Kyi, che hanno portato alla formazione di un nuovo governo democratico nell’aprile del 2016.

Tutto ciò ha generato una ventata di ottimismo ed aspettative positive per i prossimi anni.

La crescente attenzione delle istituzioni italiane nei confronti del Myanmar è dimostrata dal fatto che Gentiloni, ex Ministro degli Esteri ed attuale premier italiano, è stato fra i primissimi a congratularsi personalmente con il neo Presidente eletto Htin Kyaw e la stessa San Suu Kyi, “Consigliere di Stato” e Ministro degli Affari esteri del Myanmar, in una visita di Stato che si è tenuta il 6/8 aprile 2016.

Va poi segnalato che un altro importante passo in avanti per le relazioni economiche del Paese è stato compiuto lo scorso 14 Settembre 2016 quando Barack Obama si è impegnato a rimuovere le sanzioni e ristabilire il sistema delle preferenze generalizzate (SPG) con il Myanmar.

L’importanza di quest’accordo risiede soprattutto nel fatto che da adesso in poi il Myanmar potrà usare le lettere di credito per commerciare gli con altri Stati, abbattendo così il costo delle transazioni in dollari USA, e consentendo anche agli operatori locali di evitare di dover realizzare operazioni che includano “triangolazioni” con Singapore.

Di questo e di molto altro si è parlato lo scorso 2 febbraio presso la Farnesina, a Roma, in occasione della “Country Presentation Myanmar”, a cui hanno partecipato istituzioni ed imprese birmane al fine di fornire un quadro completo delle opportunità di investimento che il Paese è in grado di offrire.

In linea generale si può dire che ci sono diverse buone ragioni per considerare attentamente le opportunità provenienti da questo Paese:

- È il secondo Paese per estensione dell’area ASEAN;

- È posto in una posizione strategica fra Cina ed India e per questo può diventare una base strategica per le produzioni dirette a tutti i Paesi dell’area;

- Conta su una popolazione giovane e piuttosto numerosa (55 milioni di abitanti);

- Ha bisogno di un forte supporto per realizzare una modernizzazione che coinvolga molti settori.

In effetti in Myanmar vi sono una pluralità di settori da tenere in forte considerazione per chi vuole realizzare un investimento nel Paese: petrolio e gas, energia, manufatturiero, transporti e comunicazioni, immobiliare, minerario ed estrattivo, alberghiero e turismo, allevamento e pesca, agricolo, zone industriali, costruzione, ed altri servizi.

In più è recente la notizia che vede in discussione la prima bozza della nuova legge sugli investimenti (Myanmar Investment Law). Questa legge redatta anche con il supporto di esperti internazionali, semplifica le procedure autorizzative e permette anche agli stranieri di disporre di terreni a lungo termine (50+50+10 anni) e di quote societarie al 100%.

Opportunità per l’Italia

Oggi il Belpaese non è certamente fra i principali Paesi partner dell’ex Birmania e ciò lo si evince leggendo i dati sull’interscambio commerciale che vedono in testa Cina (9 mld), Thailandia (4 mld), Singapore (2,5 mld) e Giappone (1mld).

L’Italia invece rimane lontanissima con un interscambio che si è fermato a 78,5 milioni di dollari nel 2015 e che si caratterizza soprattutto per un export di macchinari, cuoio e pellami ed apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Sul futuro delle relazioni bilaterali Italia-Myanmar è intervenuto anche Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo Economico, precisando che “l’Italia vuole impegnarsi non solo per aumentare l’export nel Paese ma per accompagnare il Myanmar verso un processo di ulteriore sviluppo, trasferendo tecnologie, know-how e capacità gestionali. Noi italiani infatti non siamo mai favorevoli agli investimenti mordi e fuggi ma amiamo lasciare una traccia concreta del nostro impegno nei Paesi con cui collaboriamo”.

Per quel che riguarda i settori maggiormente interessanti citiamo:

  • Agroalimentare: i prodotti alimentari tipici ed i vini italiani sono già presenti in Myanmar, anche se in quantità ed assortimento ancora ridotto. Esiste una distribuzione alimentare organizzata anche se poco sviluppata e presente quasi esclusivamente nell’area di Yangon. Gli importatori di prodotti alimentari che trattano cibo occidentale ed italiano sono pochi, la ristorazione italiana è ancora molto contenuta;
  • Infrastrutture e trasporti: sono essenziali per lo sviluppo industriale del Myanmar e necessitano di tecnologia, macchinari ed upgrade tecnologico.

Inoltre buone opportunità vi sono nel settore tessile, delle attrezzature per la lavorazione delle pelli e del cuoio, delle macchine per la lavorazione di metalli, delle attrezzature per l’imballaggio e l’imbottigliamento.

Da non sottovalutare poi il settore edile che sperimenterà sicuramente una crescita veloce sia per quanto riguarda l’edilizia civile e commerciale che per quanto riguarda l’edilizia alberghiera.

Infine merita attenzione anche un settore in cui noi italiani abbiamo molto da insegnare: quello del restauro e dello sviluppo urbano.

Il Paese asiatico sta infatti passando da una fase in cui il patrimonio artistico in cattive condizioni veniva raso al suolo e ricostruito utilizzando tecniche moderne ad una fase in cui si presta maggiore attenzione alla conservazione in linea con le stesse tecniche dell’epoca.

Infine come ha sottolineato Piero Fassino, Presidente della Camera di Commercio Italia-Myanmar, l’Italia non può farsi sfuggire l’occasione perché il Myanmar è “un Paese che dopo 55 anni di chiusura può finalmente modernizzarsi e l’Italia può supportarlo nella creazione di infrastrutture fisiche e digitali funzionali a questo sviluppo. Questa è dunque una gigantesca opportunità perché le potenzialità inespresse dall’Ex Birmania sono molte e non è escluso che il Paese possa sperimentare un periodo di crescita prolungata e sostenuta come è già avvenuto in passato in altri Paesi dell’area, come Thailandia e Corea”.

N.B. Elenco aggiornato degli approfondimenti della nostra rubrica “Focus Asean” disponibili cliccando qui e scorrendo fino alla fine dell’articolo

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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