I rapporti fra Italia e Egitto sono più stretti di quanto si possa pensare e le nostre esportazioni verso Il Cairo coprono un ampio spettro merceologico. In particolare i nostri prodotti industriali sono destinati essenzialmente alle industrie e circa il 30% del nostro export nel Paese è legato ad attrezzature e macchinari. Ne abbiamo parlato con Massimiliano P. Sponzilli, Direttore di ICE Cairo, che ha ricordato i grandi progetti infrastrutturali lanciati dal governo egiziano che presentano opportunità notevoli per le nostre PMI nei più svariati settori, dalle costruzioni alle forniture di sanitari, dai complementi di arredo ai marmi e alle piastrelle.
Quali sono le prospettive di sviluppo dell’economia egiziana?
L’Egitto ha da sempre costituito uno straordinario polo di attrazione grazie all’immensa concentrazione di cultura, di storia, di archeologia, di stili di vita. Senza voler ricorrere all’abusato esempio di Cleopatra e Giulio Cesare e Marco Antonio, si può significativamente ricordare il flusso di emigrazione anche qualificata che dall’Italia si è diretta per decenni verso l’Egitto, fenomeno che contribuisce a spiegare il radicamento della comunità di affari italiana nel Paese e la stima e l’apprezzamento di cui gode. Tuttavia, gli accadimenti successivi alle sollevazioni cominciate nel 2011 - noti come primavera araba – hanno determinato una brusca e severa diminuzione dei flussi turistici con almeno due immediate conseguenze considerevoli: la prima di ordine sociale, causata dalla perdita di molti, troppi posti di lavoro; la seconda di ordine più squisitamente economico, dettata dal rallentamento degli introiti da turismo in valuta pregiata. Le autorità del Paese stanno cercando di far fronte a tali obiettive ed importanti difficoltà mediante il lancio di una serie di grandi progetti principalmente infrastrutturali, capaci di assicurare un coerente sviluppo del Paese e al tempo stesso creare nuove opportunità di lavoro.
A quanto ammonta l’interscambio commerciale Italia-Egitto e quali sono le categorie merceologiche made in Italy maggiormente apprezzate dalla popolazione locale?
L’Italia è tradizionalmente un partner commerciale privilegiato ed affidabile dell’Egitto, per molti anni ne è stato il primo partner europeo. Nel 2015 l’interscambio totale, pari a circa 5 miliardi di euro, è stato costituito per 2,95 miliardi di euro da nostre esportazioni, che hanno segnato un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente, e per 1,98 miliardi di euro da importazioni italiane dall’Egitto, con un decremento del 17% sul 2014. Lo stesso trend si registra nell’anno in corso che, nei primi otto mesi, vede esportazioni italiane per euro 1,99 miliardi (+5% sul medesimo periodo dell’anno precedente) e importazioni italiane dall’Egitto per 1,05 miliardi di euro (-26% rispetto ai primi otto mesi del 2015).
In particolare, oltre il 30% del nostro export verso l’Egitto è costituito da macchine industriali, particolarmente apprezzate sul mercato sia per affidabilità sia per duttilità: viene premiata la tradizionale capacità italiana di rispondere ad esigenze specifiche del committente. Di rilievo sono anche le nostre esportazioni di motori e generatori (96 milioni nei primi otto mesi 2016), nonché di auto (53 milioni) e di prodotti alimentari freschi (50 milioni).
Per quanto attiene alle nostre importazioni dall’Egitto, va innanzitutto rilevato che oltre il 40% è costituito da prodotti petroliferi grezzi o lavorati. Di rilievo sono i nostri acquisti di filati tessili e abbigliamento che assieme superano i 121 milioni di euro nei primi otto mesi del 2016. Anche i metalli (137 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno) e i prodotti chimici (110 milioni di euro) rappresentano voci importanti del nostro import dall’Egitto. Va, infine, sottolineata il flusso crescente di importazioni di frutta e ortaggi (97 milioni di euro nel periodo gennaio – agosto 2016), pur se va sottolineato che in taluni casi l’Italia è solo il punto di approdo per prodotti destinati ad altri mercati dell’Europa centrale.
A quale fascia di popolazione interessano le nostre produzioni e in quali aree del paese si trovano?
Come rilevato, le nostre esportazioni verso l’Egitto coprono un ampio spettro merceologico. I nostri prodotti industriali sono destinati essenzialmente alle industrie. A tale proposito va ricordato il rapporto generalmente molto buono che lega l’Italia agli ambienti produttivi del Paese e l’apprezzamento generale di cui godono le nostre macchine industriali, stante la qualità delle stesse e la capacità di rispondere alle differenti esigenze produttive. I nostri beni di consumo, che pure cominciano a diffondersi e radicarsi sul mercato, raggiungono principalmente i segmenti più attenti all’andamento del mercato internazionale e con maggiore capacità di spesa.
Dal punto di vista geografico, occorre rilevare la “centralità” del Cairo nella realtà egiziana. E’ intorno alla capitale che si svolgono le principali attività economiche del Paese. Salvo particolari situazioni, ad esempio il “distretto del mobile” di Damietta oppure la produzione tessile concentrata nel Delta del Nilo, è al Cairo che sono condensate la maggior parte delle attività economiche e industriali dell’Egitto. Il medesimo discorso può esser applicato ai beni di consumo, visto che risiedono principalmente nella capitale le classi più agiate, disposte a preferire i prodotti di consumo importati.
In quali settori in questo momento vede le maggiori opportunità commerciali per fare business per le nostre PMI?
L’economia egiziana è caratterizzata da talune priorità che rispondono sia alle direttrici governative sia alle necessità stesse del mercato. Un ruolo di assoluto rilievo lo riveste certamente l’ampio settore dell’energia, nelle varie fasi, dalla produzione alla distribuzione e al consumo. Si aprono, quindi, consistenti spazi per quelle nostre PMI in grado di rispondere alla domanda importante in tale settore. Vanno, inoltre, ricordati i grandi progetti infrastrutturali lanciati dal governo egiziano che presentano opportunità notevoli per forniture nei più svariati settori, dalle costruzioni alle forniture di sanitari, dai complementi di arredo ai marmi e alle piastrelle.
Un argomento di estremo interesse a favore di una più attiva ed articolata presenza sul mercato egiziano risiede nella rete di accordi di libero scambio stipulati dall’Egitto con quasi trenta Paesi africani (principalmente nel nord e nell’est del continente) e mediorientali. Tale rete di accordi enfatizza il ruolo di “hub” che l’Egitto indubbiamente gioca, grazie a anche alla posizione geografica e al fondamentale ruolo del Canale di Suez.
Quali sono quelle che ritiene essere le maggiori criticità per chi pensa di investire nel Paese?
Nonostante le indubbie opportunità offerte dal Paese restano, tuttavia, alcuni aspetti che dovranno esser positivamente affrontati dalle Autorità egiziane, in primis la certezza e la terziarietà del quadro normativo, una giustizia più celere ed efficiente, un ambiente economico più favorevole per le imprese, siano esse locali o internazionali.
Ci descrive il consumatore tipo egiziano: da quali elementi sono influenzate le sue decisioni di acquisto?
Anche in questo caso è necessario distinguere tra i prodotti industriali e i beni di consumo. Nel primo caso, menzionato il generale apprezzamento per le tecnologie italiane, va ricordata la leadership italiana in settori merceologici importanti dell’economia egiziana quali, ad esempio, la concia ed i prodotti in pelle, oppure la lavorazione del legno o le macchine agricole. In tali casi risulta fondamentale l’esperienza positiva maturata con macchine italiane e la certezza che l’acquisizione di tale tecnologia permetterà all’azienda egiziana un processo produttivo in grado di posizionare il prodotto finale anche sul mercato internazionale.
Nel caso, invece, dei beni di consumo un ruolo decisivo è giocato dalla qualità del prodotto ed anche e sempre più dalla capacità del prodotto scelto di rispondere a esigenze “edonistiche” che vanno diffondendosi in segmenti di mercato di più alta capacità di spesa e di maggiore apertura alla “cultura” internazionale.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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