In Argentina siamo abituati all’improvvisazione, una virtù nel tango. A differenza di economie stabili come l’Europa e il Nord America, abbiamo alle spalle crisi che ci hanno abituato a sopravvivere. (Roberto Herrera, ballerino e coreografo)
In effetti se l’Argentina fosse un uomo sarebbe di quelli che hanno vissuto più vite in una sola.
È sembrata morire e risorgere più volte e l’ultima volta ha quasi rischiato di trascinare con sé mezzo mondo. I tristemente noti “tango bond” l’hanno letteralmente portata al fallimento ed hanno fatto sentire i loro effetti anche in Italia.
La storia finanziaria Argentina è stata un continuo alternarsi di periodi di crisi profonda a periodi (brevi, tanto da sembrare illusori) di ripresa, tra svalutazioni ed oscillazioni monetarie da montagne russe, ruberie delle varie dittature alternatesi al potere, politiche fiscali scellerate, livelli di corruzione elevatissimi, mercato nero ed assunzioni nel pubblico impiego indiscriminate.
E, puntualmente, sull’orlo del baratro un nuovo governo interveniva a salvare la situazione.
Questa in breve è stata anche la storia degli ultimi tre Presidenti della Repubblica alternatisi al potere: i due Kirchner (Nestor, il marito che ha ristrutturato il debito pubblico, rinegoziando i prestiti con il FMI e salvando il paese dal fallimento; Cristina, la moglie, sotto la cui presidenza l’Argentina dichiara nuovamente il default) e Mauricio Macri, politico di ispirazione più liberista che ha avviato faticose riforme, a cominciare dalla liberalizzazione del cambio del peso argentino.
Tra le riforme introdotte dall’esecutivo Macrì vi sono:
- l’eliminazione del “cambio fisso”;
- la cancellazione dei dazi alle esportazioni delle principali commodities e la contemporanea riduzione dei dazi sulla soia che, negli ultimi anni, ha contribuito in maniera decisiva alla crescita economica del Paese;
- l’eliminazione delle imposte sulle esportazioni industriali;
- la rimozione dei meccanismi di autorizzazioni previe alle importazioni e l’alleggerimento delle restrizioni alle importazioni;
- la programmazione dell’aumento graduale delle tariffe elettriche e del gas;
- la rimodulazione del sistema di monitoraggio dei prezzi.
In questo modo il Governo punta a contenere per il 2016 l’aumento dei prezzi, prodotto dalla passata politica monetaria espansiva ed in particolar modo al frequente ricorso a creazione di nuova moneta.
Opportunità per l’Italia
I rapporti con l’Italia sono storicamente molto buoni, testimonianza di ciò vi sono ben due visite ufficiali di esponenti del governo italiano nel 2016: la prima dell’ormai ex premier Matteo Renzi e la seconda del Ministro della Cultura Dario Franceschini.
Sempre nel 2016 si è svolta una “Missione di Sistema” guidata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico che ha visto la partecipazione di un altissimo numero di imprese, banche, istituti finanziari, SACE, SIMEST e Università che ha portato alla firma di ben 4 accordi.
Il saldo dell’interscambio tra i due Paesi è favorevole all’Italia le cui esportazioni verso l’Argentina sono leggermente cresciute lo scorso anno.
L’Italia esporta in Argentina macchine, apparecchi e materiale elettrico, prodotti chimici, materiale da trasporto e metalli comuni, importando soprattutto prodotti alimentari.
Il mercato interno, poi, ha un potenziale molto interessante per i prodotti di largo consumo.
Cosa vendere
Macchinari ed apparecchiature: l’Argentina ha forte necessità di macchine utensili soprattutto per il settore tessile, agroalimentare, per il confezionamento e l’imballaggio e per la concia: l’expertise italiana in tali settori è riconosciuta ed apprezzata.
Automotive: è un settore con buone prospettive di crescita sia per i prodotti finiti (autoveicoli, rimorchi e semirimorchi), sia per la componentistica.
Apparecchiature elettriche: negli ultimi anni l’Argentina ha puntato molto sullo sviluppo di un’industria locale per sostituire le importazioni con prodotti interni: ne ha beneficiato l’industria degli elettrodomestici che necessita però di parti e componenti.
Mezzi di trasporto: l’industria navale argentina è di ottima qualità e produce imbarcazioni da diporto destinate anche al mercato estero.L’Italia può fornire accessori, apparecchi per l’illuminazione, equipaggiamento ed arredo interno, molto apprezzato per il design, la qualità e l’affidabilità.
Ambiente: la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e smaltimento) sono uno dei settori che necessitano di una forte innovazione tecnologica. Servono quindi macchinari, tecnologie e soluzioni avanzate per la gestione della filiera e la produzione di energia dal recupero dei rifiuti.
In Argentina quindi le opportunità non mancano e la vicinanza culturale fra i due popoli (moltissimi argentini hanno un antenato o un parente italiano) può certamente rappresentare anche in ambito commerciale quel quid in più capace di fare la differenza!
Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesco Bromo, redazione@exportiamo.it
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