Per le economie di Italia e Canada le prospettive future sono quelle di una crescente integrazione e di un avvicinamento progressivo che sarà probabilmente accelerato dalla recente (e anche un po’ sofferta) introduzione del CETA. Di questo è di molto altro abbiamo parlato con il Direttore dell’Ufficio ICE di Montreal, Pasquale Bova, che ha tenuto a sottolineare quanto il valore dell’export delle aziende italiane nel Paese nordamericano sia quasi triplicato negli ultimi 20 anni passando da 2,7 a 7,3 mld di dollari canadesi.
Qual è oggi lo stato delle relazioni economiche bilaterali fra Italia e Canada?
Lo stato delle relazioni fra i due Paesi è ottimo, sia sul fronte commerciale che su quello politico. L’Italia è da anni uno dei primi 10 fornitori del Canada. Nel 2015 era all’ottavo posto, dietro Paesi quali Stati Uniti, Messico e Cina. E questo fa capire l’importanza che ricopre il Made in Italy nell’economia canadese: nonostante l’Italia sia una realtà più piccola rispetto ad altre, è la qualità dei prodotti Made in Italy a fare spesso la differenza. Negli ultimi 20 anni sono cresciute le importazioni di prodotti italiani in Canada: si è passati da $2,7 miliardi di CAD del 1996 ai $7,3 miliardi di CAD del 2015. E finora nel 2016 la crescita rispetto all’anno scorso è del 3%. A livello politico non dimentichiamoci che, con l’introduzione del CETA, da poco firmato e fortemente voluto dal Primo Ministro Trudeau, i due blocchi commerciali, Canada-Unione Europea, e quindi anche Canada-Italia, si integreranno ancora di più sia in termini di scambi commerciali che di collaborazioni industriali.
Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Canada?
In Canada il marchio Made in Italy gode di grande prestigio, e questo non è un mistero. La sfida vera è quella di spiegare ai canadesi che la storia del Made in Italy è una storia fatta di innovazione, design ed eccellenza in tutti i campi. Bisogna essere presenti a livello di marketing e comunicazione, perché la competizione in Canada è molto forte. Non tutti i canadesi sanno, per esempio, che l’eccellenza italiana non riguarda solo il cibo, la moda, l’arredamento, ma anche il settore meccanico. Uno dei progetti del nostro ufficio qui in Canada, Machines Italia, persegue proprio questo obiettivo: spiegare all’industria canadese che i beni strumentali Made in Italy sono all’avanguardia, sia in termini di tecnologia che di design.
Quali sono le categorie merceologiche dei prodotti Made in Italy più apprezzate dalla popolazione locale?
Innanzitutto bisogna ricordare che il Canada è il 27° mercato di destinazione dell’export italiano nel mondo. Essendo un mercato prospero, ci sono ampissimi margini di crescita. Nello specifico per quanto concerne le categorie merceologiche, serve prima definire il termine “apprezzate” perché i canadesi apprezzano molto il cibo, la moda, l’arredamento e le automobili Made in Italy. Ma la principale voce di importazione dall’Italia rimane la meccanica industriale, con una quota del 24% sul totale. Ovvero, dei $7,3 miliardi di beni che il Canada ha importato dall’Italia nel 2015, ben $1,7 miliardi sono stati per macchine industriali di vario tipo e componentistica. Ma se si chiede al consumatore canadese qual è la principale voce di import dall’Italia nessuno risponderebbe “la meccanica industriale e prodotti ad alto contenuto tecnologico e di innovazione”. A seguire, le principali categorie merceologiche sono l’agroalimentare e le bevande, tra cui il vino, con una quota del 14%, i mezzi di trasporto 13%, il tessile e l’abbigliamento con il 9%. Ma ripeto, il termine “apprezzate” può essere inteso in diversi modi. Dal punto di vista statistico e dei fatti, il quadro è questo. Dal punto di vista dell’immaginario collettivo, il quadro è un altro. Ed è qui che bisogna intervenire con la comunicazione, per fare chiarezza e per informare meglio i consumatori.
Quali sono le ragioni principali che dovrebbero spingere un imprenditore italiano a scegliere il Canada per fare affari?
Le statistiche parlano chiaro: i margini di crescita per il business Made in Italy sono ampissimi anche perché il Canada gode di grande solidità e stabilità sia a livello economico che politico. E questi due mondi collaborano attivamente per il bene del Paese. Va poi sottolineato che il sistema bancario canadese è affidabile e solido, e uno dei punti a favore del Canada è certamente la prossimità al mercato statunitense. Agli imprenditori italiani che non hanno ancora scelto il Canada come mercato di sbocco chiediamo (cortesemente): what are you waiting for?
Esistono difficoltà di rilievo per chi vuole fare business in Canada?
Parliamoci chiaro: il Canada non è perfetto, ma i suoi difetti non sono tali da oscurare i suoi pregi. Vediamone alcuni: il sistema distributivo non è immediatamente comprensibile, in alcuni casi soffre di inefficienze e quindi serve una fase di adattamento al mercato. Essendo un Paese federalista, non sono sempre omogenei i sistemi distributivi nelle varie province. Un esempio è quello del vino: ogni provincia ha il suo monopolio, ed è illegale per esempio portare vino comprato in Quebec in Ontario se si superano determinate soglie, che tra l’altro sono bassissime: appena 9 litri per l’Ontario. Poi c’è il discorso geografico: il Canada è un Paese dalle dimensioni enormi, con grandi centri urbani ma molto distanti tra di loro. Ci sono ovvi ostacoli logistici. Queste sono tutte sfide da affrontare in anticipo. C’è anche la questione del bilinguismo nelle etichettature, che è obbligatorio. Poi questa fase il rapporto di cambio sfavorisce l’euro rispetto ai reali costi.
Quali sono le previsioni di crescita del Paese nel prossimo triennio?
Secondo la Banca Centrale del Canada, nel 2016 il tasso di crescita si assesterà all’1,1%, nel 2017 sarà pari al 2% e nel 2018 2,1%. Quindi la crescita del PIL canadese procederà a ritmi più contenuti rispetto al passato, ma questo è anche dovuto all’andamento della crescita economica globale, che dovrebbe aggirarsi sul 3% nell’arco del prossimo triennio. Per quanto riguarda invece le importazioni dall’Italia, gli analisti del nostro ufficio prevedono una crescita tra il 3 ed il 5% nel 2017, e una crescita in doppia cifra nel 2018. Ma molto dipenderà dal rapporto di cambio EUR-CAD, che impatta i volumi degli scambi commerciali tra i due Paesi.
Secondo la sua esperienza, quali sono le differenze più evidenti fra consumatori canadesi e consumatori italiani?
Innanzitutto, un dato di fatto è che il costo della vita è più alto in Canada che in Italia. Il consumatore canadese accetta prezzi più alti in cambio di qualità e servizi post-vendita elevati ed infatti esige un tipo di assistenza post-vendita sicuramente maggiore rispetto agli standard a cui sono abituati i consumatori italiani. Probabilmente, il consumatore italiano sa riconoscere più velocemente il prodotto di qualità, ma è anche vero che il consumatore canadese è più aperto a prodotti nuovi e diversi. Forse ciò è riconducibile al fatto che il Canada è un Paese multiculturale e multietnico e che quindi i canadesi sono più abituati sia a “vedere la diversità” sia a provare prodotti nuovi.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it
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