L’America Latina è un continente magnifico traboccante di storia, fascino e dotato di bellezze naturali incredibili ma nonostante ciò lo sviluppo dei Paesi appartenenti a quest’area, per una serie di ragioni, ha sempre proceduto a singhiozzi faticando a spiccare il volo.
Quando si parla di Paesi latini non ci si riferisce alla sola connotazione linguistica che li accomuna (in questi Paesi si parlano infatti lingue neolatine: francese, portoghese e spagnolo) ma si tengono in considerazione anche una serie di altre caratteristiche - culturali, etniche, storiche, sociali - che assumono una certa rilevanza.
Questi Paesi costituiscono una potenziale miniera d’oro per le produzioni italiane e per questo la Redazione di Exportiamo.it ha deciso di analizzare le due principali associazioni politico-economiche operanti in quest’area – il Mercosur e l’Alleanza del Pacifico – e di intraprendere un viaggio che ci porterà ad approfondire le caratteristiche dei singoli Stati latinoamericani.
Mercosur
Il Mercosur è il mercato comune dell’America meridionale, istituito ormai 25 anni fa (1991) attraverso il Trattato di Asuncion firmato da Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela. Già quattro anni più tardi, nel 1995, furono aboliti i dazi doganali tra i quattro Paesi membri ed istituita una tariffa comune verso Paesi terzi ma, nonostante ciò, esistono ancora oggi forti ostacoli protezionistici tra i vari stati.
I membri effettivi sono cinque: Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela ma ne fanno parte - in qualità di Stati associati - anche Bolivia (il processo di adesione è ancora in corso), Cile, Perù, Colombia, Guyana, Suriname ed Ecuador. Infine si segnala che il Messico e la Nuova Zelanda figurano al momento come Stati osservatori.
Per quanto sia nata come organizzazione economico-commerciale, il Mercosur può essere considerato a tutti gli effetti l’espressione di un blocco politico che si colloca, nello scenario mondiale, come un interlocutore importantissimo dell’area.
L’organizzazione si pone come obiettivo la crescita dei mercati nazionali dei Paesi aderenti favorendo la nascita di un mercato unico che sostenga e stimoli lo sviluppo economico e la giustizia sociale.
Le iniziative intraprese per integrare le economie dei Paesi fondatori riguardano: l’approvazione della libera circolazione dei beni, dei servizi e dei fattori di produzione, l’adozione di una tariffa doganale esterna unica (Aec) e di una politica commerciale comune, il coordinamento delle politiche macroeconomiche e settoriali, l’armonizzazione delle legislazioni statali su questioni di interesse generale e l’accrescimento del potere negoziale del blocco Mercosur nei confronti di attori esterni.
Il Mercosur è un mercato che conta quasi 300 milioni di persone ma nel quale il peso economico e demografico dei Paesi membri è largamente sbilanciato in favore di Brasile (205 milioni di abitanti – oltre il 70% del PIL complessivo) ed Argentina (44 milioni – circa il 20% del PIL totale).
Alleanza del Pacifico
Ma la vera svolta per tutta l’area sudamericana può nascere solo da un accordo fra Mercosur ed Alleanza del Pacifico – l’accordo che dal 2012 lega quattro Paesi (Perù, Cile, Colombia e Messico) e circa 220 milioni di abitanti – che ha l’obiettivo di creare un mercato comune simile a quello dell’UE, garantendo la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone per favorire la crescita, lo sviluppo e la competitività dei suoi membri.
Un accordo fra le due organizzazioni aprirebbe di fatto all’opportunità di poter creare un’area di libero scambio che unisca finalmente costa atlantica e costa pacifica dell’America meridionale.
Il blocco unito riunirebbe oltre mezzo miliardo di consumatori, rappresenterebbe circa il 90% del PIL latinoamericano e si proporrebbe come un indiscusso protagonista sullo scacchiere internazionale.
Le opportunità per il Made in Italy
Agli sviluppi di questa situazione guardano, con occhio interessato, diversi Paesi fra cui l’Italia, che attualmente figura fra gli oltre 40 Stati osservatori dell’Alleanza.
L’America Latina è infatti un’area in rapida crescita e per questa ragione ha bisogno di sviluppare numerose partnership che supportino, ad esempio, la costruzione di grandi infrastrutture. Processi in cui le imprese italiane potrebbero essere certamente coinvolte come è già avvenuto in occasione dell’ampliamento del Canale di Panama.
La riduzione o il totale azzeramento dei dazi (in parte già avvenuto grazie alla stipula di accordi bilaterali tra Unione Europea e alcuni Paesi membri dei due blocchi dell’America latina) rappresenterebbe dunque la definitiva apertura di un nuovo ed enorme mercato per l’espansione commerciale del Made in Italy.
Secondo ICE-Agenzia, nel 2017 le esportazioni italiane in America Latina cresceranno a livelli più alti rispetto alla media mondiale ad un ritmo pari al +8% rispetto al 2016. Il Brasile si confermerà il destinatario del 50% dell’export tricolore nell’area per un valore complessivo che dovrebbe superare i 10 miliardi di euro.
A livello settoriale buone performance dovrebbero registrarsi nei beni di investimento (chimica, meccanica, metallurgia, comparto energetico e trasporti) e nei beni di consumo (su tutti agroalimentare, tessile e abbigliamento).
Nel suo complesso l’area mostra ad oggi segnali positivi di ripresa nonostante permangano una serie di elementi di criticità come debolezza delle infrastrutture, l’eccessiva burocrazia politica, l’alto tasso di disoccupazione e la bassa produttività.
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Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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