I segnali incoraggianti a livello economico, il forte apprezzamento per i macchinari italiani e la facilità con cui si può costituire una società sul territorio serbo. Questi sono alcuni dei temi trattati con Giovanni Mafodda, direttore di ICE Belgrado, che ha anche parlato nel dettaglio di tutte le attività che l’Istituto nazionale per il Commercio Estero ha in programma per promuovere e sostenere l’interesse delle aziende italiane nel Paese dell’Europa dell’Est…

L’economia serba sta mostrando un certo dinamismo e, dopo esser cresciuta del 2,6% nel 2015, le previsioni parlano di un ulteriore incremento (superiore al 3%) per l’anno in corso. Da quali settori è trainata questa crescita? Pensa che essa possa consolidarsi nel medio-lungo termine?

I dati ufficiali (EIU, Ente statistico serbo) mostrano una crescita dell’economia serba nel 2015 dello 0,7 – 0,8%, mentre le previsioni per il 2016 vanno dal +2% al +2,6%. La crescita è trainata da diversi fattori. Importantissimi sono stati gli interventi di consolidamento fiscale, l’aumento e la ripresa del commercio estero (+10% l’export e +5% import serbo nei primi 5 mesi del 2016), la ricostruzione (dopo l’alluvione del 2014) di ampie porzioni del sistema idrico e dei servizi connessi, nonché la ripresa dell’edilizia. Questa, supportata dai diversi progetti anche di natura infrastrutturale, ha registrato una crescita del 15% nel primo trimestre del 2016.
Nonostante le condizioni di volatilità che caratterizzano i mercati internazionali, e che non mancheranno di incidere negativamente sulle performance di crescita, credo che la Serbia riuscirà a riagguantare livelli di crescita che le consentano di riavvicinarsi ai Paesi di questa area geografica che sono già membri dell’UE. Come risultato della politica di consolidamento fiscale, la crescita economica si è articolata anche in una crescita degli investimenti fissi e nell’incremento delle produzioni orientate all’export ed è andata a risvegliare una certa vivacità produttiva che non si osservava da tempo. Nel primo trimestre di quest’anno l’incremento del Pil è stato del 3,5% e la crescita della produzione industriale è stata superiore al 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sicuramente positivi sono poi i dati appena resi noti dall’ente nazionale statistico serbo che, oltre alla crescita del settore delle costruzioni, settore importantissimo da anni in caduta libera, evidenziano un incremento di oltre il 4% del commercio interno. L’industria ha ricominciato a risollevarsi dalla batosta delle inondazioni del maggio 2014 ad un tasso di oltre l’8%. Sono dati più che incoraggianti. Tutti segnali positivi che abbiamo riscontrato nelle costanti occasioni di dialogo quotidiano con le aziende serbe sia produttrici che distributrici. Con quelle molte, ad esempio, che continuiamo ad accompagnare alle principali fiere internazionali che si svolgono in Italia. A questo si aggiunga che i principali analisti internazionali parlano di un incremento del Pil serbo che dovrebbe avvicinarsi al 3,5% in media per il periodo 2016-2020.

L’Italia rappresenta il secondo fornitore di beni sul mercato serbo esportando soprattutto autoveicoli, prodotti del settore moda, meccanica strumentale e prodotti in metallo. Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Serbia?

Assolutamente molto positiva. Nel settore dei macchinari anche in Serbia il Made in Italy è sinonimo di ottime performance, di ottima assistenza post vendita e qualità di prodotto a prezzi ragionevoli. L’elevata capacità delle aziende italiane di settore di proporre non solo macchine ma di fatto soluzioni di miglioramento produttivo e know how è ben nota alle aziende serbe ed ha costellato di moltissimi esempi di reale collaborazione industriale la tradizione dei rapporti tra le aziende dei due Paesi.

Quali sono le tre ragioni per cui un imprenditore italiano dovrebbe scegliere la Serbia per fare affari?

1) Posizione strategica e accordi di libero scambio

La Serbia si è confermata in questi anni come Paese interessante per le aziende italiane. Si tratta di un Paese che viene scelto per la sua vicinanza come base dalla quale agire per approcciare, magari con una certa gradualità di interventi, i mercati con i quali la Serbia è legata da accordi commerciali preferenziali, in primis quelli partecipanti all’Unione doganale euroasiatica, tra questi, segnatamente la Russia. I Paesi della regione che confinano e commerciano con la Serbia costituiscono, insieme al mercato interno, un mercato regionale di oltre 90 milioni di abitanti all’interno del quale la Serbia riveste un ruolo centrale e strategico che si estende anche alla Russia, Bielorussia, Kazahstan e Turchia.

2)Incentivi e vantaggi finanziari, fiscali e di territorio

Anche se sono stati formalmente ridotti dalle recenti norme che regolamentano il settore, vi sono significativi incentivi fiscali e vantaggi finanziari e territoriali. Oltre a quelli del Governo, esistono diversi incentivi offerti dalle municipalità che concorrono tra loro favorendo partnership di collaborazione industriale. Da segnalare la creazione di numerose Free Zones, con regimi fiscali agevolati.

3) Facile costituzione di società

Sono stati ulteriormente ridotti gli oneri per la costituzione societaria, ed anche i tempi risultano significativamente diminuiti. Nel corso del 2015 è stata approvata la riforma dei permessi di costruzione (ora si possono ottenere licenze in pochi giorni ed in via telematica) ed è stata approvata la nuova legge sugli investimenti. L’atteggiamento delle istituzioni verso gli investitori stranieri è molto positivo e proattivo. Tra l’altro la Serbia ha ormai definitivamente avviato il proprio percorso per entrare nell’Unione Europea e per questo motivo è spinta sempre più ad applicare norme e leggi compatibili con quelle europee. Si tratta di un terreno che naturalmente offrirà per ancora molto tempo un ampio ambito di collaborazione tecnica ed economica con le molte eccellenze italiane che rappresentano un benchmark assoluto in molti settori, come quello della sicurezza alimentare, solo per limitarsi ad un solo esempio.

Quali sono i casi di successo più eclatanti di PMI italiane sul territorio serbo?

L’investimento diretto è stato scelto da oltre 500 aziende italiane come modalità di collaborazione economica principale con la Serbia. Molti gli esempi nel settore manifatturiero, segnatamente: automotive ed indotto relativo, calzaturiero, abbigliamento, arredamento, agricolo.

Quali attività ICE ha in programma per promuovere e sostenere l’interesse delle aziende italiane sul mercato serbo?

Accanto ai servizi di assistenza ed informazione che forniamo alle aziende in ambito consulenziale, le iniziative di natura promozionale a favore del Made in Italy sono in continuo aumento. Per il quarto trimestre di quest’anno continueremo ad assicurare alle aziende una attività di informazione molto dettagliata che si articola in quattro newsletter a cadenza bisettimanale per i settori: energia, ambiente, infrastrutture trasporti ed agribusiness
Continuerà, poi, la pubblicazione di una iniziativa editoriale diretta ad oltre 20.000 aziende serbe dal titolo “Italia Paese Partner “che viene realizzata e diffusa in accordo con il principale portale web di notizie economiche serbo, e-Kapija che contribuisce a tenere alta l’attenzione delle aziende serbe su settori produttivi italiani e sulle opportunità di collaborazione.
Procederemo con l’attività di un Desk di monitoraggio di finanziamenti e gare relative alla Serbia anche di organismi internazionali per facilitare le aziende italiane interessate a partecipare a procedure di gara bandite in Serbia. Realizzeremo a Belgrado ad Ottobre, in collaborazione con l’associazione dei costruttori edili italiani, ANCE, e con OICE che associa le organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica, una Presentazione delle capacità delle aziende italiane della filiera delle infrastrutture a novembre avvieremo l’attività di un nuovo Desk Innovazione il cui intervento sarà finalizzato alla internazionalizzazione dei centri di innovazione italiani nell’area balcanica.


Da Novembre 2016 a Febbraio 2017 promuoveremo la qualità dei vini del sud-Italia in Serbia, nell’ambito del programma “Export Sud” a sostegno delle Regioni della Convergenza, mediante la realizzazione di varie iniziative tra le quali: incontri tra aziende italiane e operatori economici provenienti dalla regione balcanica, l’organizzazione di una serie di degustazioni tecniche guidate da enologi italiani, azioni presso la distribuzione specializzata, la grande distribuzione e la ristorazione serbe, nonché un piano di comunicazione sulla stampa e sui siti specializzati serbi. Tra Novembre e Dicembre è poi prevista la realizzazione in accordo con Assomac, l’associazione dei calzaturieri italiani, di Corsi di Formazione Tecnica che verranno realizzati in Serbia, sulle tecnologie del settore calzaturiero e conciario , in collaborazione con l’associazione dei produttori serbi di calzature. A Novembre saremo parte di un programma ICE – MISE di formazione rivolto alle imprese cooperative con specifico riferimento alla presentazione delle opportunità sul mercato serbo nel settore della gestione dei servizi delle public utilities. Continueremo poi ad organizzare missioni di aziende serbe alle principali fiere internazionali che si terranno in autunno in Italia, tra queste: Cersaie, Marmomacc, Salone nautico di Genova, Eima, Cibus Tec, Xylexpo e Salone del Restauro di Firenze.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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