Oggi la Redazione di Exportiamo.it ha il piacere di ospitare il contributo di Antonio Ventresca, Direttore della sede di Vienna dell’Agenzia-ICE, l’ente pubblico che si occupa della promozione all’estero e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’intervista con il dott. Ventresca offre spunti particolarmente interessanti per comprendere quali saranno i trend futuri nelle relazioni economiche Italia-Austria ma anche per capire meglio alcuni caratteristici del consumatore austriaco…
1. Il mercato austriaco è il quarto in termini di PIL pro capite all’interno dell’UE anche se ha dimensioni piuttosto ridotte. Da quali settori è trainato?
L’economia austriaca è trainata dal settore dei servizi, che contribuisce per 70% al PIL. Primeggiano il commercio, il settore bancario e quello assicurativo. Il turismo, che nel 2015 ha raggiunto la notevole quota di 135 milioni di pernottamenti, è una delle colonne della produzione di ricchezza del Paese, che, comunque, rimane anche una realtà con una forte tradizione export. I macchinari ed i mezzi di trasporto sono le produzioni più importanti del settore manifatturiero ed incidono per il 40% sul totale dell’export austriaco. Inoltre è interessante rilevare che sono sempre più numerose le aziende che si specializzano nella produzione di prodotti di nicchia e di altissima qualità, diventando spesso leader a livello globale.
2. L’Italia si trova al secondo posto, dopo la Germania, per quanto riguarda gli IDE sul territorio austriaco mentre gli investimenti dell’Austria nel Belpaese tardano a decollare. Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Austria?
Il discorso sugli investimenti diretti non può essere semplificato troppo. Gli investimenti italiani in Austria hanno conosciuto un’impennata negli scorsi anni in virtù di singole operazioni (vedi Unicredit, Danieli ecc.), ma di regola sono sempre abbastanza limitati. Il costo del lavoro elevato e la complessità del mercato austriaco hanno un effetto scoraggiante. Per quanto riguarda i flussi di investimento austriaci in Italia, essi sono molto fitti e molte società austriache operano già da tempo in Italia.
L’apprezzamento degli austriaci nei confronti del made in Italy è indiscutibile specialmente nei comparti moda e design. Inoltre l’Italia è la meta turistica preferita dai cittadini austriaci (1,8 milioni di viaggi nel 2015 che rappresentano oltre il 20% del totale). Nonostante ciò c’è ancora molto da lavorare, e l’ICE-Agenzia lo sta facendo in maniera mirata e con determinazione, per sconfiggere i luoghi comuni e presentare il nostro sistema produttivo nella sua completezza.
3. Le elezioni austriache dello scorso maggio avevano incoronato, per poco più di 30.000 voti, l’ambientalista Van Der Bellen come il nono Presidente della Repubblica d’Austria. Tuttavia la Corte Costituzionale ha recentemente stabilito che le elezioni furono irregolari ordinando di ripeterle. Pensa che un eventuale esito diverso delle nuove elezioni potrebbe avere conseguenze sull’interscambio commerciale fra i due Paesi?
Credo che i recenti avvenimenti non incidano sui rapporti tra i due Paesi, che sono ottimi e cordiali. L’Italia è il primo partner commerciale dell’Austria dopo la Germania e l’interscambio fra i due Paesi – quasi 17 miliardi di euro – è intenso e non sembra risentire di fattori politici.
4. Quali sono le tre ragioni per cui un imprenditore italiano dovrebbe scegliere l’Austria per fare affari?
Vienna è da qualche anno una sorta di hub per i mercati limitrofi e quindi un’azienda che avesse interessi anche per es. in Slovacchia, Ungheria o Slovenia, potrebbe avere notevoli vantaggi nel disporre di una centrale operativa a Vienna, dove si trova con facilità personale specializzato multilingue. Anche l’Alta Austria potrebbe essere assai attrattiva in virtù del suo notevole livello di industrializzazione ed il suo stretto legame con aziende della Baviera; analogamente il Tirolo potrebbe essere interessante per la vicinanza geografica e come regione di passaggio fra l’Italia e la Germania.
5. Quali sono i casi successo più eclatanti di PMI italiane sul territorio austriaco?
Mi fa piacere citare un’azione condotta negli ultimi anni dal nostro ufficio con la Regione Emilia-Romagna, a favore delle eccellenze alimentari regionali, nella GDO austriaca. Attraverso un progetto pluriennale, condividendo strumenti operativi e obiettivi, è stata fatta un’azione di penetrazione e formazione a tutto raggio sui prodotti in una catena di primo livello, azione che ancora oggi produce benefici per le nostre aziende. Questo è solo un esempio positivo per dire che il successo, in Austria, si raggiunge con un piano strutturato, personalizzando i prodotti per il mercato, fidelizzando i partner commerciali, “spiegando” il prodotto o il servizio e dando prova di affidabilità. Il partner austriaco è caratterizzato da una tendenziale fedeltà al fornitore e quindi un intervento ben studiato può sicuramente portare frutti interessanti nel lungo periodo.
6. Ci descrive il consumatore tipo austriaco?
Il consumatore austriaco non è particolarmente incline al cambiamento, dedica molta attenzione al prodotto e alla sua provenienza, ma nello stesso momento è particolarmente attento al rapporto qualità-prezzo. Ultimamente sta aumentando la predilezione per prodotti regionali e che offrono soluzioni per scelte alimentari particolari, mentre un altro fattore che sempre più influenza l’acquisto è l’etica nella produzione.
7. Infine una curiosità: secondo la sua esperienza, perché molti italiani che si trasferiscono all’estero scelgono Paesi come Germania, Inghilterra e Svizzera mentre l’Austria spesso non figura fra le primissime mete nonostante i numerosi vantaggi che essa offre fra cui stipendi alti, bassa disoccupazione ed infrastrutture efficienti?
In Austria esiste una forte immigrazione da tutti i Paesi del vecchio impero austriaco e da tanti altri paesi dell’est europeo, ma va detto che i livelli salariali di Germania e Svizzera sono più elevati di quelli austriaci e pertanto, forse, più attrattivi. Tuttavia, pur non avendo dati per una corretta comparazione, noto che sta aumentando il flusso di giovani laureati, soprattutto ricercatori, che arrivano in Austria, dove la comunità italiana è abbastanza folta anche grazie alla presenza di numerosi organismi internazionali.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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