Un'Italia da export: intervista con Birrificio Antoniano

Un'Italia da export: intervista con Birrificio Antoniano

22 Giugno 2016 Categoria: Un'Italia da Export

Nella nostra rubrica “Un’Italia da export” abbiamo il piacere di ospitare i contributi delle eccellenze targate Made in Italy che con competenza e coraggio si affacciano sui mercati internazionali. Tra queste c’è sicuramente il Birrificio Antoniano, birrificio agricolo padovano di proprietà dei fratelli Vecchiato. L’intervista rilasciataci da Sandro Vecchiato, Amministratore Unico di Birrificio Antoniano, offre in questo senso spunti particolarmente interessanti.

1. Ci racconti la storia di Birra Antoniana…

L’idea di creare un birrificio fortemente radicato nel nostro territorio di riferimento ma con una spiccata vocazione internazionale nasce nel 2011. Dopo aver lavorato per decenni nel mercato della birre d’alta gamma io e mio fratello Michele abbiamo deciso di imbarcarci in una nuova avventura imprenditoriale per dimostrare che, anche in campo birrario, l’esperienza e la creatività italiana possono lasciare il segno. Concepiamo da sempre la birra come un grande dono della natura e, per questo, abbiamo creato un “Birrificio Agricolo” che deve produrre direttamente almeno il 51% delle materie prime di tutte le birre in gamma. Già dall’autunno 2012 abbiamo scelto 120 ettari di terreno nel Nord Italia in cui abbiamo seminato l’orzo che dona il gusto unico a tutte le nostre birre. Nel 2011 e nel 2012 abbiamo lavorato sull’elaborazione delle ricette e sulla scelta del capitale umano, le prime cotte commercializzate sono datate maggio 2013.

2. Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della Sua Azienda sul mercato attuale?

Sono tante. Sicuramente una logica glocal che coniuga forte legame territoriale con attenzione ai gusti del mercato estero, la concezione della birra come dono della natura che implica rispetto delle materie prime e dei tempi di lavorazione, attenzione estrema al packaging che deve raccontare, dalla bottiglia all’etichetta, il tocco unico del made in Italy. A questo si aggiungono alcuni “progetti speciali” del mondo Birra Antoniana che sottolineano i valori fondanti del nostro modo di “fare birra”. Ricordiamo, in particolare, le Birre dai Presidi Slow Food, Birra Antoniana La Veneta Km 0 e la nuova gamma “Panorami”.

3. Ci descriva in dettaglio questi progetti.

La nostra stessa identità ci ha avvicinato al mondo di Slow Food. Da questa vicinanza è nata una partnership importante con i Presìdi Slow Food, eccellenze italiane a rischio estinzione, che si concretizza in una linea di birre uniche, dove gli ingredienti principi sono proprio i prodotti dei presìdi come il Biancoperla, un mais perlaceo e molto delicato originario della pianura veneta centro orientale, il grano Timilia siciliano, famoso per il Pane Nero di Castelvetrano, e ancora, il grano Solina, che cresce ad altitudini elevate sull’Appennino abruzzese. Questa partnership ci permette di valorizzare queste eccellenze e i territori in cui vengono coltivate, ma anche i produttori stessi con cui stringiamo non un mero rapporto commerciale ma una vera collaborazione.
Con Birra Antoniana La Veneta Km 0, abbiamo ampliato gli orizzonti della nostra idea di “birrificio agricolo”: non solo orzo coltivato da noi, ma anche luppolo. Si tratta di una birra in cui tutte le materie prime, orzo, luppolo e acqua, sono venete. Un omaggio alla nostra terra d’origine attraverso una birra che gode della certificazione Km Zero accordataci da Coldiretti Veneto.
Infine, la nuova gamma “Panorami”, che comprende eccellenze birrarie ispirate ai valori, alla cultura e all’enogastronomia di particolari aree d’Italia. Ad oggi comprende Birra Antoniana Pasubio, una particolarissima pils in chiave italiana, che celebra il massiccio montano situato tra le province di Vicenza e Trento e che rappresenta un forte simbolo identitario e storico per tutto il Nord Italia, soprattutto alla luce del ruolo strategico giocato nel corso della Prima Guerra Mondiale, e Birra Antoniana Marechiaro, un progetto nato a quattro mani con l’Associazione Verace Pizza Napoletana dedicato a Napoli e al suo ricchissimo background valoriale. Una gamma destinata ad allargarsi per valorizzare l’incredibile ricchezza culturale, paesaggistica ed enogastronomica del nostro Belpaese.

4. Per quanto concerne il percorso di espansione verso l’estero, in quali mercati è presente oggi il brand Birra Antoniana?

Birra Antonaina è oggi presente in diversi mercati europei, quali Austria, Germania mentre per quanto concerne l’extra Europa il nostro maggior mercato è la Cina, Korea del Sud, unitamente ad altri mercati del sud est asiatico, in corso di attivazione quali Hong Kong, Giappone.

5. Quali sono state le modalità di ingresso nei mercati internazionali?

Una prima fase ha visto partecipare i nostri responsabili alle principali manifestazioni internazionali di settore, prima da visitatori per poter studiare a fondo il mercato e successivamente da espositori. Una volta individuate le aziende con cui collaborare e i country managers adatti, un affiancamento sul campo quotidiano ha consentito l’inserimento delle birre nei punti vendita in linea con la nostra filosofia.

6. Riguardo il Bellavita Expo di Chicago, come valutate, a distanza di pochi giorni, la vostra partecipazione all’evento?

In tre parole direi: interessante, stimolante, illuminante. Un ottimo insight nella complessa realtà del mercato, per comprenderne a fondo meccanismi ed esigenze e compiere quindi scelte maggiormente efficaci per l’impostazione della distribuzione. Aspetto cruciale è rappresentato dalle normative in tema di alcolici che variano da stato a stato è che regolano l’immissione di questi prodotti e le relazioni che si instaurano con i distributori locali.

7. I mercati oltre confine sono, per molti aspetti, completamente diversi dal mercato italiano e ciò spesso costringe l’azienda a stravolgere le proprie scelte strategiche. Come viene affrontata tale problematica dal Birrificio Antoniano?

Le conoscenze e le competenze acquisite durante i primi anni di analisi e scouting ci hanno permesso di analizzare gusti e abitudini delle popolazioni e di individuare conseguentemente i prodotti con maggior potenziale di risposta. Oltre e prima della birra, c’è la storia che porta con sé, e con Birra Antoniana abbiamo un’autentica bella storia da raccontare.

8. Nel Vostro percorso di espansione all’estero siete stati supportati da strutture pubbliche e/o da società di consulenza private?

Ci avvaliamo di collaboratori che conoscono bene i territorio di riferimento e in alcune occasioni collaboriamo con ICE (ad esempio in occasione di manifestazione fieristiche).

9. Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

La principale difficolta è rappresentata dalle normative in materia di documentazione di corredo alla merce, che varia da Paese a Paese, a volte anche all’interno della comunità Europea. Il secondo nodo cruciale è rappresentato dall’etichettatura, che ancora una volta deve ottemperare alle richieste doganali specifiche (tra le più complesse, la cinese e quella degli stati Uniti).

10. Quali sono i vostri piani futuri di sviluppo?Avete già in mente altri mercati da conquistare?

I nostri focus per questo 2016 saranno il mercato USA, la crescita del mercato cinese e il Regno Unito.

11. Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?

Recarsi nei territori di riferimento, analizzare la distribuzione del prodotto che si desidera esportare ed i relativi prezzi nella filiera; avere chiaro il Target price di riferimento per capire se il prodotto più trovare spazio.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Gabriele Bray, redazione@exportiamo.it

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