L’Italia è un Paese meraviglioso ma ha la necessità di stringere relazioni commerciali sempre più approfondite con il resto del mondo per incrementare la conoscenza del Made in Italy sul palcoscenico internazionale e per far crescere l’appeal delle proprie eccellenze sui mercati esteri. A questo proposito un punto di vista privilegiato è senza dubbio quello fornito dalle istituzioni economico-commerciali italiane che, anche attraverso le proprie ramificazioni estere, possono realizzare preziose esperienze dirette in materia. Oggi la Redazione di Exportiamo.it ha il piacere di ospitare il contributo di Marco Verna, Direttore della sede di Madrid dell’Agenzia-ICE, l’ente pubblico che si occupa della promozione all’estero e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’intervista con il dott. Verna offre spunti particolarmente interessanti per comprendere quali saranno i trend futuri nelle relazioni economiche ma anche per capire meglio alcuni dei tratti socio-culturali che accomunano e/o dividono i due Paesi.

Ci descrive il mercato spagnolo? Da quali settori è trainato?

Nel 2015 le esportazioni spagnole hanno raggiunto i 250.241 milioni di euro, segnando una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. L’andamento delle importazioni, con un valore di 274.415 milioni di euro, è stato più contenuto registrando un aumento del 3,3%.
La maggior dinamicità delle vendite spagnole all’estero ha propiziato la riduzione del deficit commerciale che è passato dai 24.975 milioni di euro del 2014 agli attuali 24.174 milioni di euro ed il tasso di copertura si è incrementato di circa sei decimi (91,19% contro il 90,6% del 2014).
Con andamenti ugualmente positivi si trovano le apparecchiature e i componenti per veicoli, terza componente della graduatoria, che hanno segnato un aumento del 6,8%, attestandosi sui 17.066 milioni di euro.
Completano le prime cinque posizioni, i prodotti ortofrutticoli freschi e congelati (12.477 mln €) che sono cresciuti dell’11,8% ed i combustibili e lubrificanti che hanno subito, invece, una flessione del 31,5%, attestandosi sugli 11.475 milioni di euro.
Per quanto riguarda le importazioni, i prodotti chimici con 40.090 milioni di euro ed un incremento dell’8,2%, capeggiano la graduatoria. Seguono i combustibili e lubrificanti che hanno registrato un decremento del 29,8% passando dai 52.857 milioni di euro del 2014 agli attuali 37.100 milioni di euro.
Al terzo posto si trovano le apparecchiature e componenti per veicoli (24.438 mln €) che, insieme ai veicoli da trasporto (18.131 mln €), hanno registrato andamenti molto dinamici con crescite rispettivamente del 9,2% e del 33,6%. Seguono i prodotti di abbigliamento con 13.452 milioni di euro ed un significativo aumento del 12,9%.

L’attuale impossibilità a formare un governo quanto ha inciso e/o potrà incidere sul futuro dell’economia del Paese? Quali sono gli orizzonti di crescita della Spagna nel breve-medio termine?

È indubitabile che il momento di incertezza politica, che rappresenta una novità per la Spagna, possa avere ripercussioni sul futuro dell’economia del Paese. I risultati delle urne delle prossime consultazioni elettorali dovranno necessariamente tenere conto, tra le altre, della sfida secessionista catalana che occupa un posto rilevante nel panorama politico spagnolo.
L’incertezza del momento ha inoltre causato un rallentamento del processo di riforme strutturali avviato già da qualche tempo.
Ciononostante il ministro spagnolo dell’Economia ha recentemente fissato al 3% il tasso di crescita dell’economia spagnola nel 2016, migliorando pertanto le previsioni inviate a Bruxelles lo scorso mese di aprile (2,7%). Infatti, nonostante il periodo di incertezza politica dopo il fallimento dei contatti tra i partiti politici per formare governo, l’economia spagnola ha registrato nel periodo gennaio/marzo 2016 una crescita trimestrale dello 0,8%; in termini annuali il tasso di incremento si è attestato al 3,4%, superando di circa due punti percentuali la media dell’UE (1,5%).
Il consumo interno continua ad essere il motore della crescita; la domanda delle famiglie ha segnato un aumento dello 0,9% nei primi tre mesi dell’anno in corso, tasso che raggiunge il 3,7% in termini annuali. Il consumo pubblico ha mantenuto l’andamento espansivo, nonostante l’inadempienza dell’obiettivo di deficit nel 2015.

Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy?

Per quanto forse la percezione permanga ancora offuscata dagli anni di recessione, la Spagna non ha mai smesso di essere uno dei nostri primissimi partner commerciali ed assorbe un volume di esportazioni che è largamente superiore a quello verso Paesi emergenti, comunemente avvertiti come più promettenti. Ma a differenza di questi, la Spagna non è esposta ad improvvise variazioni negative dovute a sanzioni, a gravi crisi politiche interne, o ad oscillazioni del tasso di cambio, tutti fattori che hanno condizionato pesantemente i nostri flussi di export verso alcuni Paesi emergenti. La Spagna è un mercato maturo ma è anche un mercato sicuro. Ed essendo un mercato di consumatori a noi molto affini per cultura e costumi, è anche un naturale sbocco per le nostre produzioni alimentari, quelle verso cui aspirano, disponendo peraltro del necessario potere di acquisto, gli spagnoli. E la sua prossimità linguistica e geografica, unita alla forte propensione all’importazione nelle fasi di crescita economica, ne fanno il terreno ideale per quell’ampliamento della nostra base di imprese esportatrici.

Perché un imprenditore italiano dovrebbe scegliere la Spagna per fare affari?

I recenti dati sulla performance dell’economia spagnola mostrano il consolidamento della ripresa economica. In tale contesto di ripresa economica, i principali organismi internazionali hanno rivisto al rialzo le previsioni di crescita. Per il FMI, l’economia spagnola si dimostra molto dinamica (+3,1% nel 2015 e +2,5% nel 2016), registrando un punto di crescita del PIL in più rispetto al resto delle economie avanzate e crescendo praticamente il doppio rispetto all’Eurozona.
A parte il suo mercato interno, in ripresa, la Spagna offre una posizione privilegiata come porta di accesso al mercato europeo, America Latina e Nord Africa. Le comunicazioni sono favorite da infrastrutture ultramoderne. La Spagna possiede infatti due dei maggiori aeroporti d’Europa (Madrid e Barcellona). Inoltre è: 3º paese in Europa per trasporto aereo dei passeggeri, 1º paese in Europa per lunghezza autostrade, 1º paese in Europa e 3º al mondo per lunghezza linee ferroviarie ad Alta Velocità.
Italia e Spagna, per prossimità geografica, culturale, linguistica e di orientamento dei consumi intrattengono da sempre relazioni economico-commerciali di rilievo. In base ai dati ISTAT, l’interscambio totale nel 2014 ha superato i 34 miliardi di Euro, (+4,2% rispetto al 2013), e raggiunto i 36 miliardi di Euro nel 2015 (+1% rispetto al 2014); nell’anno appena trascorso l’Italia si è confermata al 4° posto nel ranking dei fornitori dell’import spagnolo, e al 3° posto nel ranking dei clienti dell’export spagnolo.

Quali sono i punti di forza del sistema paese spagnolo e quali i casi di successo di aziende italiane sul territorio iberico?

La Spagna si presenta come uno dei mercati europei più attraenti, con 46 milioni di potenziali consumatori ed un apporto supplementare di 60 milioni di turisti che visitano il paese ogni anno. Occupa, secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il 13º posto nel ranking delle economie mondiali per volume di PIL ed il quinto a livello europeo.
Va segnalato, inoltre, che l’economia spagnola offre interessanti opportunità per sviluppare affari internazionali, come viene dimostrato dai flussi di investimento ricevuti e realizzati dal paese. Gli ultimi dati UNCTAD collocano la Spagna al dodicesimo posto tra i principali paesi ricettori di capitali esteri; il paese mantiene la stessa posizione nella graduatoria dei principali investitori.
La Spagna rappresenta inoltre un’importantissima porta di accesso verso il mercato latinoamericano. La collaborazione e le sinergie tra le imprese dei nostri due paesi sono sempre più frequenti e costituiscono un indubbio valore aggiunto per progetti di investimento in Sud America.


L’Italia negli ultimi anni è riuscita ad ottenere posizioni strategiche importanti nell’economia spagnola (Endesa, la principale società elettrica, è di proprietà dell’Enel, Mediaset detiene una posizione preponderante nell’ambito della televisione privata) . Più in generale, recenti casi di successo di aziende italiane in Spagna sono rappresentati da IVECO che opera in Spagna con due impianti produttivi (ubicati a Valladolid e Madrid) e ha recentemente attivato un importante piano di investimenti in Spagna che, fino al 2016, prevede un totale di 500 milioni di euro e la creazione di 1.200 posti di lavoro. Ma anche Ansaldobreda che, a seguito del contratto con Metro Madrid, realizza la manutenzione integrale del parco di 52 veicoli S9000 in circolazione su due linee metropolitane di Metro di Madrid.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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