L’Italia è un Paese meraviglioso ma ha la necessità di stringere relazioni commerciali sempre più approfondite con il resto del mondo per incrementare la conoscenza del Made in Italy sul palcoscenico internazionale e per far crescere l’appeal delle proprie eccellenze sui mercati esteri. A questo proposito un punto di vista privilegiato è senza dubbio quello fornito dalle delegazioni diplomatiche internazionali che possono vantare preziose esperienze dirette in materia.
Oggi la Redazione di Exportiamo.it ha il piacere di ospitare il contributo di Yevgen Perelygin, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario d’Ucraina nella Repubblica Italiana.
L’intervista con l’Ambasciata ucraina offre spunti particolarmente interessanti per comprendere quali saranno i trend futuri nelle relazioni economiche, e dunque nell’interscambio commerciale italo-ucraino.
1. Come sono cambiate le relazione economiche bilaterali tra i due Paesi?
Negli ultimi dieci anni, il commercio tra l’Ucraina e l’Italia è aumentato costantemente, raggiungendo 5 miliardi di dollari americani nel 2011 e ciò senza includere il commercio di servizi. Dopo il 2015 l’Italia è diventata il partner numero uno in Europa per gli esportatori ucraini: il totale delle esportazioni ucraine verso l’Italia supera la somma delle forniture totali verso Germania e Francia. E in termini di investimenti diretti esteri l’Italia è tra i dieci maggiori investitori nella nostra economia.
Tuttavia, oggi il volume degli scambi è diminuito di quasi la metà e la prima causa di tale calo è l’aggressione russa in Ucraina. Nel corso degli ultimi due anni la Federazione Russa ha annesso illegalmente la Crimea, ha sostenuto il separatismo armato in Ucraina orientale, la parte industriale più sviluppata del paese, con finanziamenti, armi pesanti e forze armate ed ha portato nel suo territorio otto grandi stabilimenti industriali dell’Ucraina. Questo non poteva non riflettersi sui più importanti indicatori economici in termini di produzione industriale e, di conseguenza, ciò ha portato ad una riduzione delle esportazioni ucraine e delle importazioni dall’Italia. Se nell’anno 2013 il totale dell’export italiano in Ucraina era pari a 1,871 miliardi di euro, il risultato dell’anno 2015 è stato solo 904 milioni. L’aggressione russa in Ucraina è costata quasi 1 miliardo di euro ai produttori italiani. Piccole e medie imprese, soprattutto quelle della parte settentrionale d’Italia, hanno perso i contratti per la fornitura dei loro prodotti nelle regioni distrutte dai militari russi e, in generale, in Ucraina. Hanno sofferto innanzitutto i produttori Made in Italy appartenenti alle celebri 4A dell’eccellenza italiana (abbigliamento-calzature, arredo, apparecchi-macchine, alimentari-vini). Tuttavia, oggi esiste ancora un grande spazio di opportunità per rinnovare e ristabilire i rapporti commerciali e la cooperazione economica. L’obiettivo minimo deve essere quello di raggiungere almeno i volumi di scambio commerciale registrati nel 2011.
2. Qual è la percezione dell’Italia e del Made in Italy in Ucraina?
L’Italia per gli ucraini, come anche per il resto del mondo, è un Paese dal ricco patrimonio culturale. È la culla del mondo moderno e della filosofia umanistica, un museo a cielo aperto, un paese in cui si intrecciano straordinariamente storia e modernità, classico ed avanguardia. Non c’è da stupirsi che ogni anno circa 150 mila dei ucraini visitino l’Italia. Inoltre, in Italia abitano molti ucraini: la comunità ucraina è la quarta più grande tra tutte le comunità straniere in Italia. Quindi, in generale, l’immagine dell’Italia in Ucraina è positiva. Questo vale anche per le merci marcate Made in Italy. Il solo fatto che il prodotto sia fabbricato in Italia è già un segno di qualità per il consumatore ucraino. E questo riguarda tutta la gamma delle merci presentate sul mercato ucraino: dal cibo all’abbigliamento fino alle calzature ed alle attrezzature industriali. Inoltre, le merci industriali di produzione italiana godono sul mercato ucraino di una buona reputazione in quanto offrono elevati standard di qualità ad un prezzo relativamente competitivo.
3. Quali sono, ad oggi, le opportunità che l’Ucraina offre alle aziende italiane?
È possibile elencare le varie opportunità che l’Ucraina può offrire al business straniero. Ma forse la notizia più importante e più significativa degli ultimi tempi è che dal 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore un importante accordo sulla costituzione di una FTA (Free Trade Area) che prevede la commercializzazione esentasse del 70,9% delle merci provenienti dall’UE sul territorio ucraino.
I dazi all’importazione medi per i beni europei sono diminuiti al 2,7% (prima dell’entrata in vigore dell’area di libero scambio il tasso medio era 4,86%). Per i gruppi di merci 1-24 (agricoltura e alimentazione) il dazio medio è pari al 7,48%; per i prodotti dell’industria il dazio medio è il 1,12%.
Ad esempio oggi il dazio all’importazione pari allo 0% è fissato per prodotti come lavatrici, macchine per lavorazione di vari materiali solidi, attrezzature di stampa, stufe non elettriche per cucinare, abbigliamento ed accessori, determinati tipi di pelle, plastica e gomma, prodotti di chimica agricola, cosmetici, pasta di grano duro, tabacco, etc..
In seguito l’Ucraina ridurrà ulteriormente i dazi all’importazione ed in tre anni i dazi saranno ridotti a zero su articoli come albumina, polieteri, borse in pelle, caldaie, forni industriali, riscaldatori elettrici, etc..
Nei prossimi 5 anni saranno ridotti i dazi all’importazione di caffè, vino, attrezzature industriali per imballaggio, trattori e altri beni.
4. Quali sono le difficoltà principali che si riscontrano per chi vuole fare affari in Ucraina?
Forse tra le principali difficoltà riscontrate dai partner stranieri c’è la mancanza di comprensione delle peculiarità del mercato ucraino e del contesto socio-culturale ucraino. Un esempio lampante che supporta questa tesi è il desiderio dei produttori italiani di olio d’oliva di entrare nel mercato ucraino, nonostante la tradizione e la cultura. Da secoli l’Ucraina produce l’olio di girasole e sostituirlo con l’olio d’oliva non è né possibile né opportuno. Pertanto, un importante prerequisito per un ingresso efficiente sul mercato ucraino sta nello studiare la sua particolarità. In questa fase l’Ambasciata e le relative istituzioni presenti sul nostro territorio prestano l’assistenza ed il sostegno necessari alle PMI italiane. Per quanto riguarda gli investitori, il massimo sostegno si può ottenere quando si lavora all’interno di progetti di iniziativa regionale, i quali vengono realizzati sotto il patrocinio delle autorità regionali.
5. Quale sarà il trend economico futuro del Paese?
La contrazione del PIL nel 2015 è stato pari al 10%. Ma, secondo le stime della Banca Nazionale dell’Ucraina nel 2016 si prevede una crescita del PIL del 1%. Questa previsione è stata confermata dalla Banca Mondiale, che prevede anche una crescita più sostenuta nel 2017 (intorno al 2%). Anche le imprese italiane, che da anni lavorano in Ucraina, aspettano con fiducia un miglioramento della situazione economica. Inoltre, per la prima volta negli ultimi tre anni la produzione industriale è tornata a crescere e nel mese di febbraio 2016 è stata pari al 7,6% (rispetto allo stesso mese del 2015) dopo la caduta del 1,7% nel mese di gennaio 2016 e del 2,1% nel mese di dicembre 2015.
6. Perché un imprenditore italiano dovrebbe scegliere l’Ucraina per fare affari?
Oggi l’Ucraina offre molti vantaggi di quali vale la pena usufruire. Questi includono basso costo della vita e, di conseguenza, bassi salari ma alta professionalità e qualificazione dei lavoratori ucraini. Abbiamo poi un grande mercato interno, una posizione geografica favorevole, la vicinanza ad alcuni mercati chiave, la fornitura di energia a basso costo per le imprese, etc.. Aggiungendo a questi elementi l’esperienza, le tecnologie e il know-how dell’Italia si potrebbe implementare una collaborazione assai proficua. L’esempio ispiratore di ciò è l’esperienza di Emilceramica italiana, che ha aperto nel 2005 in Ucraina la sua succursale sotto il nome di Zeus Ceramica. Nella zona in cui ha sede l’impresa, ci sono i depositi dell’argilla refrattaria bianca, che gode di ottime performance per le sue particolari proprietà ed è seconda solo all’argilla tedesca. Grazie ai finanziamenti della International Finance Corporation (IFC) nel 2007 è stata lanciata una seconda linea di produzione. Il potenziale dell’impresa è in grado di produrre 4,5 milioni di м2 di piastrelle in ceramica all’anno, che hanno permesso alla società di ottenere una quota pari al 12% del mercato nazionale. Circa la metà della produzione viene esportata, principalmente verso i mercati dei Paesi della CSI e dell’UE.
7. In Ucraina si riscontra la presenza di numerose ed importanti imprese del Made in Italy: quali sono le categorie merceologiche del nostro Paese più apprezzate dalla popolazione ucraina?
Secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico italiano, oltre 200 aziende italiane operano in Ucraina, soprattutto nei settori alimentare, tessile, di abbigliamento, ceramica e finanze. Le imprese ucraine importano un gran numero di prodotti realizzati in Italia, tra questi sono molto apprezzati: calzature, abbigliamento, pelletteria, vino, cibo, cosmetici, mobili, piastrelle ed elettrodomestici. Ma altrettanto importante è l’importazione delle attrezzature industriali, fondamentali per lo sviluppo del settore. Ad esempio le più moderne acciaierie ucraine sono equipaggiate con le attrezzature di produzione Made in Italy Danieli. Andreotti Impianti ha progettato e consegnato una linea completa per l’estrazione dell’olio da semi delle piante oleose per Allseeds, la più moderna fabbrica dell’estrazione dell’olio in Ucraina.
8. Pensa che il persistere di una situazione di tensione a livello internazionale possa ledere la Vostra economia e/o l’interscambio commerciale con l’estero? Quanto la recente crisi con la Russia può influenzare negativamente i rapporti commerciali Italia-Ucraina?
Gli eventi dolorosi degli ultimi due anni hanno colpito l’economia dell’Ucraina, questo è innegabile. Tutto questo ha coinciso con la caduta dei prezzi mondiali delle merci principali dell’export ucraino che ha portato ad una riduzione di entrate in valuta estera. Ciò a sua volta ha comportato la riduzione del potere d’acquisto che ha colpito le importazioni. In questa situazione è stata vitale l’assistenza della comunità internazionale ed in particolare di USA, UE e delle istituzioni internazionali (Fondo monetario internazionale su tutte). Solo dal FMI abbiamo ricevuto circa 7 miliardi di dollari americani. Inoltre il governo è stato in grado di ristrutturare il proprio debito con i creditori privati e stranieri.
Oggi le statistiche ucraine registrano una lieve crescita del PIL nel primo trimestre. La stabilizzazione della situazione economica insieme alla crescita della produzione industriale e all’attuazione degli accordi di libero scambio faciliterà il recupero del commercio internazionale e agevolerà la cooperazione economica con tutti i paesi dell’UE e, ovviamente, con l’Italia che noi vediamo come nostro principale partner commerciale a livello comunitario.
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Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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