North Dakota, il centro del Nord America

North Dakota, il centro del Nord America

06 Aprile 2016 Categoria: Focus Paese Paese:  USA

Il North Dakota è uno degli stati del Midwest degli Stati Uniti, collocato nelle regioni delle Grandi Pianure ai confini con il Canada ed equidistante tra gli Oceani. La località di Rugby ospita il monumento dedicato al “Centro geografico del continente nordamericano”.

Il North Dakota, soprannominato “The Peace Garden State”, nasce dai “Dakota” popolazione nativa della regione che - tra gli Indiani delle Grandi Praterie - era la più sviluppata a livello culturale. Lo stato è entrato a far parte della federazione nel 1889, 39° ad aderire e il motto nazionale è un richiamo all’unità e alla libertà al contempo - “Liberty and Union, now and forever: one and inseparable” – così come il richiamo all’unità nella diversità è richiamato anche nella bandiera con il mitico “E Pluribus Unum”, lo spirito alla base della nascita degli Stati Uniti.

La capitale è Bismark, il luogo dove si sono registrati i primi incontri tra gli esploratori Lewis e Clark e gli Indiani d’America, come testimoniano i numerosi siti con costruzioni di origine indiana ai confini della città. Molto più interessante è Fargo, città dalle diverse sfumature, artistica per la sua posizione di “frontiera”, ma al tempo stesso base di cacciatori di pelliccia, sede di divorzi “facili” e luogo di latitanza per imputati “vip” durante processi eccellenti, mentre Minot merita una descrizione a sé, in quanto risulta essere una cittadina anomala per le sue origini scandinave che ancor oggi difende con fierezza attraverso il più grande festival scandinavo del mondo che si svolge nel mese di ottobre.

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L’attività economica dello stato è basata principalmente sull’agricoltura ed il North Dakota è il primo per produzione di grano, grano duro, girasole, orzo, fagioli secchi, fave, lino, miele, lenticchie e avena, terzo per quanto riguarda la produzione di zucchero a livello federale. Molto sviluppato anche l’allevamento tant’è che i capi di bestiame censiti sono il triplo della popolazione.

Importate è anche il ruolo economico delle attività legate all’estrazione del petrolio e in particolare quelle legate allo “shale oil” che in North Dakota è presente in “quantità oceaniche” e garantirà - una volta che i prezzi torneranno ad essere competitivi e sostenibili – crescita economica per decenni.

La riserva più grande è Bakken Shale, denominato il “serbatoio” dello Stato, con circa 200 mila miglia quadrate di estensione, in meno di 10 anni le trivelle sono spuntante a perdita d’occhio moltiplicando per 10 la produzione dell’attività estrattiva e portando il Nord Dakota ad essere il secondo Stato per produzione petrolifera.

Il fenomeno del “fracking” ha attratto gli investimenti da parte delle multinazionali, ma anche da parte delle imprese locali, per non parlare dei proprietari terrieri privati che - essendo esonerati da regolamentazioni - hanno iniziato le trivellazioni senza preoccupazioni per eventuali disastri ecologici.

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L’avvio dello sfruttamento dei giacimenti ha portato la disoccupazione al 2,5% ed il problema è opposto, ovvero intercettare altri lavoratori.

Tra gli altri settori dove si riscontrano favorevoli opportunità commerciali e di investimento, vi sono i prodotti industriali, la ristorazione e la ricezione, la distribuzione alimentare e i prodotti e materiali per la costruzione.

Grazie alla sua posizione, il North Dakota, svolge il ruolo di ponte commerciale tra Canada e Stati Uniti essendo il quarto “porto” d’ingresso per le merci Canadesi, dove gli ingressi al confine sono aperti 24 ore su 24.

Nel 2015 le esportazioni dello stato sono arrivate a 4 miliardi di dollari, con la parte da leone naturalmente per il settore Oil & Gas (1.311 miliardi di dollari), seguito dai macchinari industriali (781 miliardi di dollari); mentre i mercati di destinazione per le merci prodotte in North Dakota, sono rappresentati da Canada - al primo posto con 2.725 miliardi di dollari - Messico, Australia, Repubblica Ceca e Spagna.

La quasi totalià delle aziende esportatrici locali sono piccole-medie imprese, una situazione a noi familiare, mentre i maggiori investimenti stranieri nello stato provengono da Regno Unito, Canada, Olanda e Giappone.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabio Traversa, redazione@exportiamo.it

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