All’interno del “Sunbelt”, la cosiddetta cintura del sole che attraversa gli Stati Uniti dalla Costa Pacifica alla Costa Atlantica, il South Carolina, nel Sud-Est degli States, è uno Stato che gode innanzitutto di una posizione senz’altro strategica, in ragione della sostanziale equidistanza da due centri fondamentali come New York e Miami.
Il territorio si può dividere in tre grandi regioni - la catena montuosa Blue Ridge, la pianura costiera e la regione di Piedmont - mentre sono numerosi i fiumi che lo attraversano e quelli principali (Pee Dee, Santee, Savannah e Edisto) sono sfruttati non solo per la produzione di energia elettrica, ma anche come arteria di comunicazione per collegare la costa con l’entroterra.
“The Palmetto State” è diviso in 46 contee e rappresenta il 40° Stato per estensione ed il 24° per popolazione oltreoceano, con circa 4,8 milioni di abitanti (più o meno la stessa cifra dei cittadini irlandesi) che producono un PIL annuo pari a circa 200 miliardi di dollari, assimilabile per valori assoluti alla ricchezza prodotta dalla Finlandia.
Il clima della Carolina del Sud è - eccezion fatta per la zona montuosa situata nel nord-ovest dello Stato - caldo ed umido ed influenzato dalle correnti provenienti dal Golfo del Messico e per questa ragione l’inverno è generalmente breve e mite, rispetto all’estate lunga ed afosa.
Il sistema dei trasporti è molto ben sviluppato e così suddiviso:
• Una rete stradale fra le migliori dell’Unione Federale con cinque assi autostradali;
• 9 aeroporti commerciali oltre ad altri piccoli aeroporti secondari dislocati in ogni contea. I tre aeroporti principali sono situati a Greenville-Spartanburg, Columbia e Charleston;
• Il porto di Charleston che rappresenta uno dei principali crocevia delle navi mercantili della costa sudorientale del paese;
• Una rete ferroviaria di circa 4.000 Km in grado di consentire rapide connessioni con il resto del Paese.
L’economia - un tempo principalmente agricola - si è strutturata almeno fino all’approvazione nel 1865 del XIII emendamento che abolì ufficialmente la schiavitù, sulla coercizione di moltissimi individui deportati dall’Africa e resi schiavi al fine di coltivare le immense risaie e le numerose piantagioni di cotone presenti sul territorio.
Oggi chiaramente la situazione e la configurazione dell’economia del South Carolina sono completamente cambiate ed investimenti molto importanti sono avvenuti in diversi comparti.
Lo Stato è da tempo riconosciuto come leader nel settore manifatturiero che da occupazione ad oltre il 12% della popolazione e ciò è testimoniato dalla presenza di aziende globali (Boeing, Bridgestone, Caterpillar, Michelin, Uniscite e Continental).
Da rilevare in particolare la positiva dinamica del comparto meccanica ed automotive con la tedesca BMW che entro la fine del 2016 investirà 1 miliardo di dollari nello stabilimento di Spartanburg incrementando la propria capacità produttiva fino a 450.000 veicoli ogni anno.
Tra i fiori all’occhiello della Carolina del Sud troviamo poi le biotecnologie che dispongono di cospicui e specifici fondi destinati alla Ricerca ed allo Sviluppo a disposizione dei principali atenei del settore - University of South Carolina, la Clemson University e la Medical University of South Carolina - per la ricerca di trattamenti innovativi e di nuovi processi di medicazione. Più in generale si può dire che parliamo della realtà leader nel settore Life Science, attraendo case farmaceutiche, ricercatori e studiosi da ogni parte del globo.
Buone opportunità commerciali si segnalano anche nel campo del Food Processing, della lavorazione della plastica e del legno.
Oggi sono circa 40 le aziende italiane che hanno deciso di stabilirsi nello stato americano con uffici propri, fabbriche, stabilimenti o punti vendita e va rilevato come, i settori di maggior successo del “Made in Italy”, rimangano strettamente collegati alla tradizione manifatturiera dello stato. Forte è la richiesta delle aziende locali di prodotti del Belpaese soprattutto per quanto concerne componentistica per aeromobili ed autoveicoli, macchinari industriali (su tutti macchinari tessili e per la lavorazione del legno) ed attrezzature elettriche.
Un ottimo potenziale di crescita per le produzioni italiane è riscontrabile anche per mobili, prodotti alimentari, vinicoli ed in generale per tutti i beni di consumo di lusso (gioielleria, occhialeria, moda/abbigliamento) sempre più apprezzati a New York e dintorni dove - come svelato dall’ultimo aggiornamento ISTAT sul Commercio Estero - le nostre esportazioni nel 2015 crescono oltre il 20%.
In Carolina del Sud le imprese prosperano grazie ad un basso costo del capitale ed ad un ambiente business friendly caratterizzato da intelligenti investimenti nel comparto energetico che hanno portato lo Stato a poter vantare il più basso costo dell’energia a livello industriale del Sud-est.
Un ulteriore incentivo ad investire nello Stato è poi rappresentato dalla disponibilità di una forza lavora altamente formata e competente a salari competitivi (la Carolina del Sud occupa il 42° posto su 50 per livello di salari).
“The Palmetto State” offre inoltre una serie di incentivi fiscali e vantaggi fiscali alle imprese che scelgono di espandere la propria produzione sul territorio statale:
• Nessuna imposta sulla state property;
• Nessuna imposta locale sui redditi;
• Nessuna inventory tax;
• Struttura sul reddito d’impresa favorevole;
• Crediti d’imposta per le aziende intenzionate a creare nuovi posti di lavoro sul territorio locale;
• Borse di studio per tutte le attività connesse con lo sviluppo economico;
• Crediti d’imposta per Corporate Headquarters;
• Crediti imposta per “Ricerca e sviluppo”.
In Sud Carolina si trovano infine tre interessanti “Zone franche” situate in punti strategici del territorio statale: la Foreign Trade Zone 21 nell’area di Charleston, la Foreign Trade Zone 38 adiacente all’aeroporto internazionale di Greensville-Spartanburg ed infine, la Foreign Trade Zone 127 adiacente il Columbia Metropolitan Airport.
Queste zone offrono sostanziali ulteriori vantaggi di risparmio di costi per quelle aziende che importano o esportano materie prime, prodotti parzialmente lavorati o pronti al consumo che vengono processati all’interno delle Free Trade Zone.
Non è dunque un caso che nel 2012 il Report annuale redatto da IBM “Global Location Trend” abbia collocato la Carolina del Sud al primo posto per numero di posto di lavoro creati da imprese internazionali in fase di espansione economica che oggi appaiono sempre più ben disposte a trasferire parte del proprio business nello Stato del Sud-Est degli USA.
I dati citati ed ulteriori approfondimenti sono disponibili cliccando qui.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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