Il Piano del governo Renzi per il rilancio del Made in Italy

Il Piano del governo Renzi per il rilancio del Made in Italy

dal   01-09-2014  al  01-09-2014
Tipologia: Fiere
Focus: Italia

«Secondo le intenzioni del premier Renzi e del ministro Guidi, il Piano deve cogliere le opportunità offerte dall’Expo per trasformare il 2015 nell’anno del rilancio internazionale dell’Italia»

Il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia è stato concepito dal governo Renzi, in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico guidato dal ministro Federica Guidi e dal viceministro Carlo Calenda, per sostenere la domanda interna e rafforzare l’export, che negli ultimi mesi continua ad andare avanti a singhiozzo. Due gli obiettivi principali: l’aumento dell’attrazione dei flussi di investimenti dall’estero verso il nostro Paese per almeno 20 miliardi di euro l’anno e  l’impatto sul PIL di un punto percentuale in più derivante dall’export delle imprese italiane per il 2015.

Il budget ammonta a 270 milioni di euro per il triennio 2015-2017, in linea con Spagna, Francia e Germania, attraverso il quale il governo mira a favorire la nascita di ventiduemila nuovi esportatori in due anni incrementando così l’export di 50 miliardi di euro, operazione che è stata già ribattezzata “Quota 50”. Gli investimenti diretti esteri, con il coordinamento affidato ad un’unica struttura, dovrebbero aumentare invece di 20 miliardi l’anno. Le norme sono inserite all’interno del decreto legge “Sblocca Italia”, approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso.

Secondo le intenzioni dei suoi autori, il Piano deve cogliere le opportunità offerte dall’Expo per trasformare il 2015 nell’anno del rilancio internazionale dell’Italia, agganciare definitivamente il nostro Paese al boom della classe media mondiale e portare più imprese nazionali all’estero. La cabina di regia per la messa in atto del Piano è affidata all’ICE.

Nello specifico il Piano prevede 5 azioni da mettere in pratica in Italia:

- il potenziamento dei grandi eventi in Italia: è previsto il rafforzamento dei 15 principali eventi fieristici italiani, vista anche la crescente competitività con altri Paesi, tra cui il Salone Nautico, EMO, MARMOMACC, il Salone del Mobile, Vinitaly, Tuttofood, Milano Unica, Panoramico/Altagamma;
- i voucher Temporary Export Manager: questi voucher consentono alle PMI di accedere ad un management specializzato nell’export a costi ridotti. Singoli voucher da 10mila euro permettono di soddisfare la domanda di 2.500 imprese.
- la formazione di Export Manager: il piano intende formare fino a 2mila manager in co-finanziamento con le Regioni. Un export manager temporaneo sarà in grado di seguire singolarmente tra le 8 e le 9 aziende.
- i roadshow per le PMI: sono previste iniziative di formazione sui territori e l’attivazione di un servizio dedicato alle aziende che vogliono consulenza per iniziare il loro business all’estero;
- la piattaforma E-Commerce per le PMI: sarà avviato un potenziamento degli strumenti a disposizione della digitalizzazione delle PMI per favorire l’accesso alle piattaforme digitali e sarà prestata un’attenzione strategica alla proprietà dei dati ed all’accesso al mercato digitale.

Inoltre sono previste 5 azioni specifiche verso l’estero:

- il Piano GDO: prevede accordi con la grande distribuzione per inserire negli scaffali un maggior numero di prodotti del Made in Italy, in particolare marchi di qualità appartenenti ad aziende di piccole dimensioni;
- il Piano speciale mercati d’Attacco: si intende creare nuove opportunità per le aziende italiane in vista della firma recente o prossima di nuovi accordi di libero scambio di carattere strategico con alcune aree in crescita. In questi paesi, oltre alle azioni di promozione identificate dai Piani Speciali, saranno attivate anche Missioni settoriali di imprenditori a guida politica;
- il Piano “Road to Expo”: ha l’obiettivo di concretizzare la ricaduta commerciale dell’Expo nei settori dell’agroindustria e nei i settori industriali ad essa legati attraverso il proseguimento della collaborazione con le cinque principali fiere italiane dei singoli comparti;
- Piano comunicazione contro l’“Italian Sounding”: in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura si è deciso di lanciare un nuovo marchio internazionale, al momento provvisoriamente chiamato “Italian original” che corrisponde in pratica ai consueti DOC/DOP e IGP/IGT, che consentirà ai consumatori all’estero di riconoscere l’autenticità dei prodotti italiani contro le numerose imitazioni e contraffazioni.;
- Roadshow attrazione investimenti: le risorse saranno destinate alla raccolta e sistematizzazione per settore/tipologia delle diverse opportunità di investimento in Italia, alla creazione di un Database degli investitori internazionali, alla formazione del personale e all’organizzazione in raccordo con le Ambasciate d’Italia del primo roadshow globale “Invest in Italy” riservato alle prime venti piazze finanziarie mondiali.

Occorrerà capire nei prossimi giorni, se verrà riconfermato il ruolo centrale delle Camere di Commercio italiane all’estero, ossia se le stesse debbano continuare ad essere considerate come uno strumento fondamentale per il sostegno dell’export italiano, in particolare per la loro capacità di fornire servizi specialistici per l’accesso ad un mercato, così come per la ricerca di distributori e di partnership produttive e commerciali. Inoltre sembra non più procrastinabile una razionalizzazione ed una maggiore chiarezza nella ripartizione delle competenze tra i diversi soggetti che oggi amministrano la materia, ovvero il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero degli Affari Esteri, in concomitanza con altri tre ministeri, ossia Economia e Finanza, Agricoltura e Turismo, con la Presidenza della Conferenza delle Regioni, la Confindustria, Unioncamere, la Rete Imprese Italia, Alleanza delle Cooperative e l’Abi. Un’azione in tal senso, come auspicabile, potrebbe davvero trasformare il 2015 nell’anno del rilancio del Made in Italy.

Noi di Exportiamo siamo convinti sostenitori della formazione tecnica e della conoscenza dei mercati esteri come base per una valida e produttiva azione di internazionalizzazione. Per questi motivi ci poniamo come periodico di settore al servizio degli imprenditori, dei manager e di tutti coloro che a vario titolo si occupano di promuovere i propri settori e servizi all’estero.

Exportiamo condivide le linee strategiche del Piano e pertanto si augura che i soggetti predisposti al rafforzamento del sistema paese non incorrano negli stessi errori del passato che fino ad oggi hanno contribuito a ritardare la netta affermazione dell’Italia sui mercati esteri.

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del sito www.governo.it, dell’Agenzia Internazionale Stampa Estero e del Sole 24ore.

Barbara Alessandrini

b.alessandrini@exportiamo.it

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