Settore Farmaceutico, l’export fiore all’occhiello del comparto italiano

Settore Farmaceutico, l’export fiore all’occhiello del comparto italiano

dal   07-05-2014  al  07-05-2014
Tipologia: Fiere

L’industria farmaceutica si conferma tra le principali colonne del Made in Italy: è al primo posto nel mondo per crescita dell’export e al secondo in Europa, per produzione.

Tale dato emerge dall’ultimo rapporto di Farmindustria, l’associazione delle imprese del farmaco aderente a Confindustria, secondo cui l’industria del farmaco del Bel Paese nella classifica europea è seconda, per valore assoluto della produzione (Grafico 1), solo alla Germania mentre è prima per produzione procapite (Grafico 2).

Gragico 1

Fonte: elaborazioni a cura di Exportiamo su dati Istat, Eurostat 

Grafico 2

 Fonte: elaborazioni a cura di Exportiamo su dati Istat, Eurostat

Risultati raggiunti integralmente grazie all’export che negli ultimi 5 anni è aumentato del 64%, rispetto al +7% della media manifatturiera in Italia e al +29% della farmaceutica nell’Ue. Solo nel 2013 è cresciuto del 14% mentre il totale manifatturiero era pari allo 0%. L’ impresa del farmaco, con 174 fabbriche, 6 mila addetti alla ricerca e sviluppo, di cui il 53% donne, 27 miliardi di produzione (72% destinato all’export), 2,4 miliardi di investimenti (1,2 in R&S e 1,2 in produzione) si conferma il fiore all’occhiello dell’industria italiana. Valori a cui si sommano quelli delle aziende fortemente high tech dell’indotto: 60 mila addetti, 14 miliardi di fatturato e una qualità che consente loro di essere leader mondiali, con un’esportazione fino al 95% del fatturato. A riguardo si può notare dal seguente grafico la grande incidenza dell’industria farmaceutica rispetto a tutti gli altri comparti ad alto contenuto tecnologico:

Grafico 3

 Fonte: elaborazioni a cura di Exportiamo su dati Istat

L’eccellenza della regione Lazio. A contribuire notevolmente sul trend positivo del settore Farmaceutico in Italia è la regione Lazio che, con 15 mila addetti diretti (1.075 in R&S), quasi 20 mila con l’indotto, è nella top 10 delle regioni farmaceutiche d’Europa. Qui il valore dell’export nel 2013 ha superato 7 miliardi (20 milioni di euro al giorno) degli 8 totali della farmaceutica nella Regione. Una punta di diamante per l’Italia.  L’industria farmaceutica vale il 10% dell’occupazione manifatturiera regionale, circa il 20% degli  investimenti e il 32% degli addetti laureati. A Latina è il primo settore per numero di addetti (20% del totale), laureati (54%), presenza femminile (30%) e investimenti (34%); a Roma è tra i primi tre mentre Frosinone è tra i primi cinque. Rispetto al totale delle esportazioni dell’industria manifatturiera, la farmaceutica pesa per il 76% a Latina, il 58% a Frosinone, il 16% a Roma, il 53% a Rieti (42% è la media del Lazio). L’export della Regione è cresciuto nel 2013 del 15% e dal 2008 del 18% medio annuo, mentre gli altri settori hanno registrato un -1%. La farmaceutica rappresenta inoltre l’82% dell’export hi-tech e, secondo i dati del centro studi di Intesa SanPaolo, il Lazio è il primo polo tecnologico d’Italia per vendite all’estero.

I rischi del settore. A fronte dei dati positivi, bisogna segnalare i rischi che minacciano l’industria della Farmaceutica del Bel Paese. Tra questi i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, che risultano essere troppo lunghi e bloccano risorse per circa 3,5 miliardi di euro, che invece potrebbero essere investiti in ricerca da parte delle stesse aziende. Segnali negativi arrivano anche dal trend dei nuovi investimenti, in calo dopo un decennio di crescita e tempi di accesso all’innovazione, considerati troppo lunghi dagli esperti: un farmaco nuovo impiega circa due anni per essere a disposizione del paziente.  “Il settore attraversa una fase molto delicata - spiega  Massimo Scaccabarozzi, il numero uno di Farmindustria - gli investitori stanno osservando il nostro contesto con molta attenzione per decidere se mantenere i propri investimenti, disinvestire, oppure in qualche caso investire sull’Italia. In questi anni le imprese del farmaco, pur tra molte criticità, hanno saputo mantenere una base industriale di prim’ordine, ma vivono ora una fase difficile. Le produzioni di valore del settore nel Paese e il suo futuro sono a rischio e molto dipenderà dalle scelte di politica industriale che saranno adottate nei prossimi mesi. Le aziende farmaceutiche sono pronte a fare la propria parte per essere ancora competitive. E’ necessario, però, che siano accompagnate da scelte forti e da politiche nuove. Per questo Farmindustria chiede stabilità delle regole, attenzione al valore industriale, riconoscimento dell’innovazione lungo tutto il ciclo di vita del prodotto (accesso, brevetto, marchio), tutti elementi a costo zero che possono farci vincere la sfida della competitività”. 

Per maggiori approfondimenti sui mercati internazionali e sulle previsioni del settore per il prossimo futuro ricordiamo ai lettori di Exportiamo che è imminente l’appuntamento con Cosmofarma, la più autorevole e apprezzata fiera del mondo della farmacia.

 

Fonte: rielaborazione dati da IlSole24Ore

 

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